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Dal Comitato delle Professioni una petizione on line contro lo Sblocca Italia

Dal Comitato delle Professioni una petizione on line contro lo Sblocca Italia

Questa volta il no allo Sblocca Italia viene dal Comitato delle Professioni, un’associazione di recente formazione ma con chiare idee ed obiettivi.
 
L’associazione nasce dall’esperienza di alcuni professionisti che hanno deciso nel 2013 di promuovere una petizione rivolta al Presidente della Repubblica, al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, chiedendo di porre tra gli obiettivi del parlamento una riforma delle professioni tecniche basata sull’ascolto delle istanze degli stessi professionisti e di mettere in campo, in attesa di una riforma delle professioni equa, una misura che consenta ai professionisti di avere certezza dei compensi, pattuiti attraverso contratto con la committenza.
 
Questa volta la petizione, riguarda il cosiddetto SBLOCCA ITALIA .
Le motivazioni si leggono chiare nella pagina web dedicata alla petizione http://www.comitatoprofessionisti.it/sblocca-italia/
e che si riportano di seguito.
 
Oggetto: Petizione ai sensi dell’art. 50 della Costituzione
 
Noi Professionisti dell’area tecnica della Repubblica Italiana, costituiti in un’associazione denominata “Comitato Professioni Tecniche”,
Premesso che:
·         il Comitato Professioni Tecniche ha preso visione del Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive, denominato Sblocca Italia;
·         il Comitato ha riscontrato negli articoli del Decreto gravi incongruenze con quanto previsto dalle normative vigenti in materia di Ambiente, Costruzioni (D.M. Infrastrutture 14/01/2008) e Lavori Pubblici (Decreto Legislativo 5 ottobre 2010, n. 207 – Regolamento Codice dei Contratti, Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163 – Codice dei contratti pubblici, D.P.R. n. 327/2001 e successive modifiche e integrazioni – Testo unico espropri, D.P.R. 21 dicembre 1999, n. 554 – Regolamento di attuazione Legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n.109, Legge 21 dicembre 1999, n. 554);
·         il Comitato ha inviato le proprie note e proposte di emendamento al Decreto in VIII Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati;
 
RITENIAMO che
·         ci sia un’esigenza reale di legiferare nelle materie previste dal decreto, uscendo dalle logiche dell’emergenza;
·         le modalità previste da questo Decreto non sortiscano l’effetto ricercato dai Proponenti di accelerare e semplificare la realizzazione di opere infrastruturali strategiche;
·         il Decreto conduca ad una pericolosa deregolamentazione in contrasto con le esigenze del Paese di avere finalmente attenzione alla tutela del Territorio e dell’Ambiente;
·         gli articoli del Decreto appaiano quanto mai stridenti con le immagini dell’ alluvione di Genova, evento che ha dimostrato per l’ennesima volta l’urgenza di operare a tutela del Territorio e dell’Ambiente in  maniera organica e strutturata;
·         il Decreto viola i principi di rotazione, trasparenza e parità di trattamento nell’affidamento di incarichi professionali e nella realizzazione di opere pubbliche.
 
Per quanto su premesso e ritenuto,
 
CHIEDIAMO che
1.       in prima istanza il Decreto Sblocca Italia venga abrogato nella sua interezza e si proceda alla redazione di una legge che faccia leva sulle potenzialità dell’Amministrazione Pubblica, con team multi-disciplinari di tecnici interni, per accelerare e semplificare tutti i processi legati all’edilizia ed alle opere pubbliche, senza derogare al rispetto delle leggi nazionali e delle direttive europee in vigore;
2.       in seconda istanza siano predisposte misure per l’accesso ai Fondi Europei e al Fondo Nazionale per le Politiche di Coesione da parte dei liberi professionisti, tecnici cui è negata la possibilità di presentare, presso gli enti preposti, progetti che usufruiscano di risorse pubbliche ai sensi dell’art. 12 del Decreto;
3.       in ultima istanza siano abrogati i seguenti articoli 1, 5, 7, 11, 14 e 17 del Decreto Sblocca Italia, qualora non si intenda procedere all’abrogazione:
Articolo 1. (Disposizioni urgenti per sbloccare gli interventi sugli assi ferrioviari Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina ed altre misure urgenti per sbloccare interventi su aeroporti di interesse nazionale);
Articolo 5. (Norme in materia di concessioni autostradali);
Articolo 7. (Norme in materia di gestione di risorse idriche. Modifiche urgenti al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per il superamento delle procedure di infrazione 2014/2059, 2004/2034 e 2009/2034, sentenze C-565-10 del 19 luglio 2012 e C-85-13 del 10 aprile 2014; norme di accellerazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico e per l’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione degli agglomerati urbani; finanziamento di opere urgenti di sistemazione idraulica dei corsi d’acqua nelle aree metropolitane interessate dai fenomeni di esondazione e alluvione);
Articolo 9. (Interventi di estrema urgenza in materia di vincolo idrogeologico, di normativa antisismica e di messa in sicurezza degli edifici scolastici e dell’Alta formazione artistica,  musicale e coreutica – AFAM);
Articolo 11. (Disposizioni in materia di defiscalizzazione  degli investimenti infrastrutturali in finanza di progetto);
Articolo 14. (Norme overdesign);
Articolo 17. (Semplificazioni ed altre misure in materia edilizia);
 
 
per i seguenti motivi:
1.       non è ammissibile che l’unica strategia adottata per la semplificazione burocratica  e l’accelerazione della spesa consista nella riduzione del carico di lavoro della Pubblica Amministrazione e nella negazione di accesso dei liberi professionisti ai servizi richiesti per le opere pubbliche, mentre  non si prevedono sistemi di controllo e garanzie del rendimento dei tecnici P.A. nell’esercizio del loro lavoro;
2.       il Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133, denominato Sblocca-Italia, viola principi e normative vigenti in materia di Ambiente, Costruzioni e Lavori Pubblici;
3.       il medesimo Decreto viola il principio cardine della Direttiva 2004/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 31 marzo 2004, relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi, e ci sottoporrebbe ad una procedura d’infrazione da parte dell’U.E. Tale principio cardine si fonda sulla par condicio tra professionisti ovvero  sulla liberà di prestazione di servizi, di fatto già negata da un aumento vertiginoso delle procedure negoziate senza pubblicazione di bando, testimoniato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione;
4.       i liberi professionisti – agronomi,  archeologi, architetti, forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti – sono esclusi dalle procedure per la realizzazione delle opere previste dal decreto, essendo prescelta  in via esclusiva e/o preferenziale  l’assegnazione di incarichi a tecnici e società in house della P.A., ed a soggetti individuati dai R.U.P. con criteri poco trasparenti, tramite affidamenti diretti e procedure negoziate senza pubblicazione di bando;
5.       le procedure urgenti previste, non dissimili peraltro da altre procedure adottate in passato con i pessimi risultati ben noti, aumentano la probabilità che si verifichino reati contro la Pubblica Amministrazione, quali corruzione peculato concussione  e collusione tra funzionari della P.A. e professionisti/imprese incaricati di svolgere servizi/opere pubbliche.