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PREVENZIONE, GEOLOGI: Finalmente oltre agli investimenti economici anche di investimenti culturali

Nelle ore precedenti gli Stati Generali i geologi hanno incontrato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.

“Siamo dinanzi ad una svolta politica . Finalmente oltre agli investimenti economici si parla anche di investimenti culturali per la prevenzione”.

Lo ha affermato a caldo, Gian Vito Graziano commentando il Piano Nazionale sul Dissesto Idrogeologico presentato lo scorso 11 novembre a Roma durante gli Stati Generali organizzati da Italiasicura.

“In queste ore abbiamo incontrato direttamente il Ministro dell’Ambiante Gian Luca Galletti – ha proseguito Graziano – che ha comunicato l’intenzione di rilanciare la legge sulla riduzione del consumo di suolo. Noi diciamo al Ministro che ci stiamo e siamo pronti a condividere questo percorso”.

Dunque la reazione dei geologi è positiva. “Bisogna ridare dignità ai progetti e di conseguenza alla classe professionale. I progetti di messa in sicurezza e di mitigazione dei rischi – ha continuato Graziano – devono essere coerenti con gli obiettivi da raggiungere, ma oggi ad esempio i progetti preliminari, che sono importantissimi nell’individuazione delle cause e delle soluzioni, vengono realizzati senza l’impiego di competenze specifiche compromettendo spesso l’efficacia dell’opera”. Per Graziano si potrebbe davvero dare vita ad una nuova era “ anche nel rilancio economico dell’Italia. Noi geologi sono ben 20 anni che denunciamo quanto poi sta accadendo”. Intrattenendosi con i giornalisti a margine della Conferenza , Graziano ha ribadito “l’importanza del controllo sul come vengono realizzate le opere , che rappresenta un aspetto non secondario . Nel nostro Paese bisogna ridurre il rischio idraulico e geomorfologico – ha concluso Graziano - migliorare la qualità delle acque, rinatulizzare le sponde dei fiumi e curare la manutenzione del territorio. Quanto sta accadendo in queste ore in Italia dimostra che le cause del dissesto idrogeologico non risiedono soltanto nei cambiamenti climatici ma soprattutto nello stato di grave malattia in cui versa il territorio italiano, che in dispregio alla sua straordinaria bellezza, stiamo lasciando morire per incuria, senza neanche tentarne la cura”.