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DISSESTO, dalle Regioni richieste per 4.751 interventi, per un totale di 14.7 miliardi di euro

Al vertice con le Regioni convocate per presentare gli elenchi di opere e interventi in tutti i territori italiani soggetti a periodiche alluvioni e frane, si è fatto il punto cosa e quanto serve per metterci in sicurezza

D’Angelis: “Per la prima volta una foto chiara del dissesto e di quel che serve per metterci in sicurezza, può iniziare l’impresa della prevenzione”
 
E adesso si fa sul serio, parte l’impresa della prevenzione, la più importante opera pubblica di cui il Paese ha urgente bisogno da sempre. Per la prima volta, dopo immani tragedie con migliaia di morti, milioni di sfollati danni per centinaia di miliardi, lo Stato ha una fotografia molto chiara di cosa e quanto serve per metterci in sicurezza e ridurre fortemente il rischio di vittime e devastazioni per frane e alluvioni. Abbiamo messo ai blocchi di partenza il primo piano nazionale di prevenzione della storia della Repubblica e abbiamo e davanti a noi 6 anni di cantieri nella più totale trasparenza, e con controlli affidati finalmente anche ai cittadini”.
Così Erasmo D’Angelis Capo della Struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro in dissesto idrogeologico, al termine del vertice con le Regioni convocate per presentare elenchi di opere e interventi in tutti i territori italiani soggetti a periodiche alluvioni e frane.
Il complesso degli interventi, che sarà oggetto a gennaio, dopo una attenta verifica sulla qualità e l’urgenza delle opere e dei progetti, di accordi di programma 2014-2020, è di 4.512 lavori, cui vanno aggiunti i 239 cantieri per le aree metropolitane, per un totale di 14.7 miliardi di euro.
“Gli interventi cantierabili tra il 2015 e il 2017 sono solo 1.042 per un investimento di 3.2 miliardi di euro, una cifra garantita dai fondi Bei, Fsc e cofinanziamenti statali ed europei. La gran parte delle opere, purtroppo, è ancora da progettare o ferma ancora alla fase di studio di fattibilità o di preliminare, ma anche queste riceveranno finanziamenti per iniziare o completare la fase di progettazione e poter così essere pronti per la seconda fase di cantiere dal 2018 in poi”, chiarisce D’Angelis, che continua “Noi ci siano messi gli stivali di gomma e li abbiamo fatti mettere a tutta la pubblica amministrazione. Siamo un Paese perfettamente in grado di reggere questa sfida, abbiamo tecnici, tecnologie, professionalità, e una filiera di governance responsabile che passa dai presidenti di regione nominati commissari di governo contro il dissesto. Siamo felici anche per le oltre 300 opere già partite in pochi mesi come sull’Arno, e per i cantieri sbloccati a Genova. Possiamo farcela perché funziona il lavoro di squadra con il Ministero dell'Ambiente, le Regioni e le città metropolitane, la Protezione Civile, Ispra e le Autorità di bacino e l'Ordine nazionale dei geologi che ci permette di superare la fallimentare stagione notarile e dell'inseguimento delle emergenze”