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Veneto, edificazione capannoni industriali: +17,8% dal 2003

Nel convegno su “Edilizia e territorio: Sostenibilità, Qualità, Legalità” tenutosi il 20 luglio a Mogliano Veneto, nel dossier realizzato e presentato da Luca Romano, direttore di Lan (Local area network) è emerso che, per i capannoni industriali, dal 2003, la crescita in Veneto è stata del 17,8%.

Nel convegno su “Edilizia e territorio: Sostenibilità, Qualità, Legalità” tenutosi il 20 luglio a Mogliano Veneto, nel dossier realizzato e presentato da Luca Romano, direttore di Lan (Local area network) è emerso che, per i capannoni industriali, dal 2003, la crescita in Veneto è stata del 17,8%.

Negli ultimi anni, in Veneto, sono stati “spesi” 423 milioni di metri quadri di territorio per 11.503 aree produttive, «Tante sono nate inutilmente, stando ai nostri dati», afferma Luca Romano, direttore di Lan, «Infatti, si è continuato a costruire ovunque, sebbene in contemporanea ci fosse un crollo totale del mercato dei capannoni». Romano poi continua: «Dal 2003 la crescita in Veneto è stata del 17,8%. Conveniva edificare per ottenere i vantaggi fiscali della legge Tremonti e scaricare così le spese dei capannoni. Stiamo vivendo l’ultima coda, ma ora le costruzioni sono quasi ferme».

I dati assoluti sono però anche altri: il numero di fabbricati industriali ha avuto sì una variazione in aumento a livello regionale del 17,8% dal 2007 al 2013, ma gli ultimi dati relativi al mercato immobiliare segnano una diminuzione del 49% a livello regionale. Altro dato siglificativo è quello dei permessi a costruire: nel 2007 furono concessi 15.300 metri cubi, ridotti a 5.380 nel 2012. Sono questi i “numeri” più importanti emersi ieri al convegno programmatico delle segreterie regionali venete dei lavoratori nel mondo delle costruzioni (Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil) che hanno presentato lo studio su «edilizia e territorio tra sostenibilità, qualità e legalità», moderato da Alessandro Zuin, giornalista del Corriere del Veneto.

Il convegno ha posto poi l’accento su un altro problema per il comparto: quello dei pagamenti della Pubblica amministrazione. Giovanni Salmistrari, presidente dell’Ance Veneto, sottolinea che «Alcuni burocrati hanno interpretato in modo restrittivo la norma sull’armonizzazione dei bilanci. In pratica attendono il rendiconto del bilancio prima di costituire la cassa per procedere ai pagamenti. E ciò allunga i tempi dei bonifici che ci devono inviare, che già oggi sforano i 180 giorni. Una situazione intollerabile, che non capita altrove».
Ma per rilanciare il comparto edilizio occorre anche altro. Valerio Franceschini (Feneal) propone, sempre all’interno del convegno, un nuovo piano casa che invece di far nascere nuovi volumi premi coloro che ristrutturano. «Nel 2026 il 70% del patrimonio residenziale regionale avrà più di 40 anni», dice. «Il piano casa va concretizzato: delle 70 mila domande accettate, solo il 50% viene realizzato. E serve concentrarsi sulle ristrutturazioni e riqualificazione energetiche ». Giuseppe Cappochin, coordinatore di Urbanmeta, aggiunge «Di più: servirebbe fare progetti a livello di territorio, proporre aree intere di città da ristrutturare per ottenere i fondi dell’Unione Europea». Gilberto Muraro, presidente di Cassa di Risparmio del Veneto, presente al convegno, ha promesso in tal senso «più sensibilità nell’allungare il credito alle aziende che sono vittima dei ritardi nei pagamenti delle Pa, anche se le banche non danno credito solo quando temono la solvibilità del cliente».