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Terremoti? Non sono tutti uguali, ma dipendono dall’ambiente geologico in cui avvengono

Uno studio italiano coordinato dal geologo dell’Università Sapienza di Roma, Carlo Doglioni, ha tuttavia dimostrato che l’energia liberata nel corso di un evento sismico è legata all’ambiente geologico in cui si verifica il terremoto e può condurre a effetti specifici a seconda del luogo.

Uno studio italiano svela la loro diversa natura 

Gli eventi sismici sono da sempre interpretati come il risultato di un meccanismo unico, legato al rilascio di energia elastica accumulata all’interno della Terra.
Uno studio italiano coordinato dal geologo dell’Università Sapienza di Roma, Carlo Doglioni, ha tuttavia dimostrato che l’energia liberata nel corso di un evento sismico è legata all’ambiente geologico in cui si verifica il terremoto e può condurre a effetti specifici a seconda del luogo.
 
La ricerca, pubblicata sulla rivista Scientific Reports, è stata elaborata da un team di docenti del dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza, in collaborazione con l'Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
 
Nello studio vengono distinti i “gravimoti”, ovvero i terremoti che si originano in ambienti in cui la crosta terrestre si dilata e l’energia liberata è principalmente dovuta alla forza di gravità, come quello dell’Irpinia del 1980 e de L’Aquila del 2009, dagli “elastomoti”, in cui la crosta terrestre si contrae e generati  dalla liberazione di energia elastica, come nel caso del terremoto del Giappone del 2011 e dell’Emilia del 2012.
 
Gli stessi segnali di un terremoto, secondo i ricercatori, si evolvono quindi in modo opposto nei diversi ambienti tettonici e la conoscenza dei precursori sismici potrebbe consentire di migliorare la loro comprensione e prevenzione.  “Cercare di identificare la tipologia dei terremoti equivale a classificare le patologie in medicina: ognuna può avere un’origine diversa e la comprensione delle cause del loro sviluppo può permettere un domani di elaborare delle cure specifiche” ha spiegato Carlo Doglioni.