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Fallimenti aziendali: - 11,3% nel secondo trimestre 2015

il Cerved, nell’ambito della propria attivita' di monitoraggio delle imprese, nei primi sei mesi del 2015 ha registrato un forte calo dei fallimenti e delle chiusure volontarie che coinvolge tutti i macro-settori Ateco e tutte le aree geografiche del Paese. Il settore che manifesta la riduzione piu' consistente è il manifatturiero, a cui appartiene anche la produzione di calcestruzzo preconfezionato, ma anche il settore delle costruzioni presenta dati positivi soprattutto riguardo il ricorso a concordati e procedure non fallimentari.

Forte calo dei fallimenti e delle chiusure volontarie che coinvolge tutti i macro-settori Ateco e tutte le aree geografiche del Paese, nei primi sei mesi del 2015.
Il settore che manifesta la riduzione piu' consistente è il manifatturiero, a cui appartiene anche la produzione di calcestruzzo preconfezionato, ma anche il settore delle costruzioni presenta dati positivi soprattutto riguardo il ricorso a concordati e procedure non fallimentari.

Nel secondo trimestre del 2015, secondo la fotografia scattata dall’Osservatorio su fallimenti, procedure e chiusure di imprese del Cerved, si rafforzano i segnali positivi emersi nei primi tre mesi dell’anno sul fronte dei default e delle chiusure volontarie di azienda. Tra aprile e giugno sono infatti diminuite tutte le procedure monitorate, con un calo particolarmente marcato dei fallimenti. I dati indicano che nel secondo trimestre dell’anno hanno avviato una procedura di chiusura aziendale 18,3 mila imprese, il 6,2% in meno dello stesso periodo del 2014. Il dato porta il totale delle procedure della prima metà del 2015 a 38,5 mila, in calo del 6,5% rispetto all’anno precedente.

Gli archivi dell’Osservatorio indicano che la riduzione dei fallimenti dei primi tre mesi del 2015 è proseguita, accentuandosi, nel secondo trimestre dell’anno: tra aprile e giugno si contano infatti 3,8 mila procedure, l’11,3% in meno dello stesso periodo del 2014 (il calo era stato dell’1,8% nel primo trimestre).
Si tratta del miglioramento più marcato osservato in un singolo trimestre dall’inizio della crisi. Con questo dato, il totale delle procedure fallimentari aperte nei primi sei mesi dell’anno tocca quota 7,6 mila: un livello storicamente ancora elevato, ma del 6,8% minore rispetto ai picchi del 2014.
È continuato anche il calo delle procedure concorsuali non fallimentari: nel primo semestre 2015 ne sono state aperte 1,3 mila, -12,1% rispetto al 2014. Su questo dato pesa il minor ricorso ai concordati preventivi (-21,6%), crollati dopo le modifiche apportate dalla l. 132/2015 che ha introdotto la possibilita' per i tribunali di monitorare la condotta di chi apre un concordato con riserva.

I dati indicano che il miglioramento in atto è diffuso, con ritmi diversi, a tutti i macrosettori e a tutte le aree del Paese. Il calo delle chiusure è particolarmente marcato nell’industria manifatturiera (-16,4% rispetto ai primi sei mesi del 2014), settore cui appartengono in base al codice Ateco anche le imprese del calcestruzzo preconfezionato.
Nelle costruzioni si riduce soprattutto il ricorso ai concordati e alle procedure non fallimentari (ne sono state aperte un quarto in meno rispetto alla prima metà del 2014) e alle liquidazioni volontarie. Anche i fallimenti si sono comunque ridotti del 7,4% rispetto allo scorso anno, riportando il numero delle procedure ai livelli del 2013.

Il Nord Ovest è l’area del Paese in cui il miglioramento sul fronte delle procedure concorsuali (fallimentari e non) è più consistente, mentre nel Centro il dato dei fallimenti non si allontana da quello dell’anno precedente. Le chiusure volontarie si riducono ovunque, con tassi che nel Centro-Sud sfiorano il 20% e che nel Nord si attestano all’11%.

Sono segnali certamente incoraggianti che si sommano a quelli ugualmente positivi che il Cerved sta osservando nei pagamenti, divenuti più regolari, nei bilanci migliori e nel ridotto rischio di insolvenza delle PMI.