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Partite Iva, tre proposte di Confprofessioni, per sostenere il lavoro autonomo e professionale

Sconti contributivi, tutele di welfare e fondi strutturali.
In audizione alla Commissione Lavoro della Camera, il presidente di Confprofessioni lancia tre proposte per favorire i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell'Inps.
 
Sconto contributivo per i giovani che intraprendono un’attività di lavoro autonomo; favorire il loro accesso a forme di welfare; estendere l’accesso dei professionisti alle risorse e agli strumenti previsti dal fondo sociale europeo. Sono alcune delle proposte presentate lo scorso 26 ottobre dal presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, alla Commissione Lavoro della Camera, dove sono in corso le audizioni sulle iniziative riguardanti i prestatori di lavoro autonomo e professionale.

«A partire dal 2011 abbiamo assistito ad un progressivo aumento dei lavoratori iscritti alla gestione separata presso l'Inps e secondo gli ultimi dati Istat i lavoratori autonomi sono circa 5,5 milioni su un totale di 22 milioni di occupati» ha ricordato Stella. «Un vero e proprio boom che solo ora il governo sembra voler affrontare, dando finalmente la giusta attenzione al mondo del lavoro autonomo».
Entrando nel dettaglio, il presidente di Confprofessioni, prendendo spunto dai «recenti interventi normativi, che hanno introdotto agevolazioni contributive per le assunzioni a tempo indeterminato» ha chiesto al Parlamento di «valutare un’iniziativa che istituisca un beneficio contributivo graduale in favore dei soggetti iscritti alla gestione separata presso l’Inps che intraprendano un’attività di lavoro autonomo, per i primi tre anni dall’avvio della stessa».
Passando al tema delle tutele, Stella ha annunciato il progetto di Confprofessioni per «consentire a tutti i titolari di partita Iva che non occupano lavoratori dipendenti l'accesso alle vantaggiose forme di tutela che il sistema mutualistico della bilateralità di settore già offre ai titolari e ai dipendenti degli studi professionali».

Stella ha poi criticato duramente gli ostacoli burocratici che ancora bloccano l'accesso dei professionisti ai fondi strutturali, giudicando «inaccettabile» tale forma di discriminazione. «Chiediamo al Governo e al Parlamento di correggere con effetto immediato l’attività delle Regioni in sede di applicazione dei Fondi strutturali e di adottare definitivamente il Protocollo d’intesa in materia di politiche e misure per il rafforzamento della competitività dei professionisti tra il Ministero dello Sviluppo Economico e le Regioni, che indica espressamente la rotta della piena equiparazione dei professionisti nell’accesso ai fondi europei».