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7 miliardi per le infrastrutture da spendere al Sud nel 2016

PRONTO il MASTERPLAN per il SUD

Il piano per rilanciare il Mezzogiorno, annunciato dal premier Renzi in agosto e poi rinviato di mese in mese, comincia a vedere la luce. Ed è chiaro il perché: la legge di Stabilità incorpora una clausola di flessibilità per gli investimenti pari allo 0,3% del Pil.

Se autorizzata da Bruxelles nelle prossime settimane, come si prevede, consentirà di togliere dal patto di stabilità interno 5,1 miliardi di cofinanziamento nazionale abbinato a oltre 6 miliardi di fondi Ue. In totale 11,3 miliardi da spendere nei programmi definiti dall’Europa e dunque per infrastrutture, agenda digitale, trasporti, efficienza energetica, inclusione sociale, istruzione, occupazione. Di questi 11,3 miliardi, 7 sono per il Sud, garantisce il governo.

 In questi giorni il sottosegretario Claudio De Vincenti sta incontrando gli otto governatori del Sud e i sette sindaci delle città metropolitane: Napoli, Bari, Taranto, Palermo, Reggio Calabria, Catania, Cagliari. L’obiettivo è di arrivare ai “15 patti per il Sud”, in pratica quindici liste di progetti cantierabili e piani di sviluppo industriale in grado di incanalare e spendere i 7 miliardi nel 2016 (su 11 nazionali).

Il documento del governo ricorda che in totale, da qui al 2023, le risorse Ue a disposizione per il solo Mezzogiorno arrivano a 95 miliardi. Se si includono i denari avanzati negli ultimi quindici anni del Fondo sviluppo e coesione (risorse nazionali), si sale a 112 miliardi. Cifre impressionanti. Che però stranamente si ripetono a ogni inizio programmazione. Da Berlusconi a Prodi, n

Fonte: REPUBBLICA