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Osservatorio Congiunturale ANCE: Edilizia riparte nel 2016, positivo il ruolo del Governo

Lo studio, illustrato dal Presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, dal Vicepresidente Rudy Girardi e dal Responsabile del Centro Studi Ance, Flavio Monosilio, fotografa un settore che, dopo una lunga crisi, vede nel 2016 una possibile svolta.

E’ stato presentato l'Osservatorio Congiunturale sull'Industria delle Costruzioni curato dalla Direzione Affari Economici e Centro Studi dell'Ance.
Lo studio, illustrato  dal Presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, dal Vicepresidente Rudy Girardi e dal Responsabile del Centro Studi Ance, Flavio Monosilio, fotografa un settore che, dopo una lunga crisi, vede nel 2016 una possibile svolta.

Il cambio di segno degli investimenti in costruzioni sarà, soprattutto, determinato dalle misure previste nel Disegno di Legge di Stabilità 2016 che riguardano il mercato abitativo e il rilancio dei lavori pubblici.

Il centro studi ANCE ha predisposto una ricca sintesi, in cui vengono ripresi i principali concetti dell'Osservatorio e di cui diamo un riassunto.

LINK alla SINTESI

L’economia italiana nel 2015 e? tornata a crescere: i dati Istat indicano che il Pil e? aumentato per il terzo trimestre consecutivo. Dopo il +0,1% nel primo trimestre dell’anno ed il +0,6% del secondo, nel terzo trimestre 2015, e? aumentato dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La ripresa dovrebbe poi ulteriormente rafforzarsi nel corso del 2016, con incrementi annui previsti tra l’1,2% e l’1,6%.

I segnali positivi, seppur modesti, in atto nell’economia ancora non coinvolgono il settore delle costruzioni che continua ad evidenziare cali dei livelli produttivi sebbene in rallentamento.

La stima formulata dall’Ance per il 2015 e? ancora di una riduzione degli investimenti in costruzioni dell’1,3% in termini reali, dopo i significativi cali degli anni precedenti (-7% nel 2013 e -5,2% nel 2014).

Un primo segnale positivo proviene dall’occupazione. Il numero di occupati nelle costruzioni, dopo 19 trimestri consecutivi di cali tendenziali, mostra, nel secondo trimestre 2015, una crescita del 2,3% su base annua. Nel trimestre successivo la crescita continua a coinvolgere solo i lavoratori alle dipendenze.
Nonostante questi primi segnali positivi, dall’inizio della crisi il settore delle costruzioni ha perso 502.000 posti di lavoro (-25,3%). Considerando anche i settori collegati la perdita complessiva raggiunge circa le 780.000 unita?.

Il calo degli investimenti in costruzioni nel 2015, piu? contenuto rispetto agli anni precedenti, e? stato mitigato dalla proroga fino a dicembre 2015 del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico (previsti dalla Legge di Stabilita? per il 2015). A cio? si aggiungono alcuni provvedimenti relativi alle opere pubbliche che, sebbene non sufficienti ad invertire il ciclo, ne mitigano, tuttavia, gia? nel 2015, la flessione.

L’Ance stima per gli investimenti in nuova edilizia residenziale un’ulteriore diminuzione nel 2015 del 6,0% rispetto al 2014. La flessione dei livelli produttivi e? legata al proseguimento del significativo calo dei permessi di costruire: secondo i dati Istat sull’attivita? edilizia il numero complessivo delle abitazioni (nuove ed ampliamenti) per le quali e? stato concesso il permesso di costruire, dopo il picco del 2005 (305.706 unita?), evidenzia una progressiva e intensa caduta a partire dall’anno successivo e, nel 2014, si stima che il numero di abitazioni concesse sia di circa 54.000 con una flessione complessiva che supera l’80%. Si tratta di uno dei livelli piu? bassi mai raggiunti, inferiore, escludendo gli anni del secondo conflitto mondiale, al 1936.

Gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo, che rappresentano, nel 2015, il 36,3% del valore degli investimenti in costruzioni, sono l’unico comparto che continua a mostrare una tenuta dei livelli produttivi.
Rispetto al 2014 per gli investimenti in tale comparto si stima una crescita dello 0,8% in termini reali sostenuta dalla proroga del potenziamento delle agevolazioni fiscali fino al 31 dicembre 2015, prevista nella Legge di Stabilita? per il 2015.

Gli investimenti privati in costruzioni non residenziali, segnano nel 2015 una riduzione dell’1,2% in termini reali.
Si osservano però valutazioni delle imprese associate meno negative rispetto alle indagini precedenti e, dopo anni di fortissimi cali, un aumento dei mutui erogati alle imprese per investimenti in costruzioni non residenziali gia? a partire dal quarto trimestre del 2014; dinamica che si conferma anche nei primi sei mesi dell’anno in corso.

Il 2016 potrebbe essere per il settore delle costruzioni l’anno di svolta
La previsione dell’Ance e? di un aumento dell’1% in termini reali degli investimenti in costruzioni che interrompe il trend negativo in atto dal 2008.
L’inversione di tendenza sara? guidata dal prolungamento della crescita del comparto della riqualificazione del patrimonio abitativo, dal cambio di segno nelle opere pubbliche.
In questo contesto, le misure contenute nel Disegno di Legge di Stabilita? per il 2016 assumono un ruolo sicuramente importante per la ripresa del settore delle costruzioni.
Sul fronte del mercato privato, grazie alla proroga, fino a dicembre 2016, del potenziamento delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie e interventi di efficientamento energetico degli edifici, l’Ance prevede per il 2016 un ulteriore aumento dell’1,5% degli investimenti in recupero abitativo su base annua.

L’introduzione della detrazione Irpef del 50% dell’Iva per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B potra? mitigare la flessione dei livelli produttivi della nuova edilizia abitativa attraverso l’accelerazione degli interventi in corso di realizzazione e potra? dare un significativo impulso al mercato immobiliare. L’Ance stima per gli investimenti in nuove abitazioni una riduzione, nel 2016, del 3,5% in termini reali, in significativo rallentamento rispetto agli anni precedenti (-6% nel 2015, -13,9% nel 2014).

Relativamente al comparto non residenziale privato, la previsione per il 2016 e? di una lieve flessione dello 0,4% in termini reali su base annua, anche in ragione di un’aspettativa di ripresa economica piu? robusta. In merito ai lavori pubblici, il Disegno di Legge di Stabilita? per il 2016, interviene sui principali elementi economico-finanziari che, negli ultimi anni, hanno ostacolato la realizzazione delle opere pubbliche in Italia.
La manovra, infatti, prevede la cancellazione del Patto di stabilita? interno e, grazie all’utilizzo della clausola europea per gli investimenti, un’accelerazione della spesa da realizzare nel 2016 per programmi gia? approvati, nonche? un incremento delle nuove risorse stanziate (+4,5% in termini reali rispetto al 2015).

Con il superamento del Patto di Stabilita? Interno sara? possibile rilanciare l’attivita? di investimento degli enti territoriali, favorendo interventi utili al territorio e al benessere dei cittadini, come quelli di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, in grado inoltre di sostenere il sistema economico a livello locale.

Parallelamente, la clausola europea degli investimenti consentira? di attivare una spesa aggiuntiva nel 2016, rispetto al 2015, di almeno 5 miliardi di euro, di cui circa 3,5 miliardi per interventi infrastrutturali.
Sulla base di questi elementi si stima che gli investimenti in opere pubbliche nel 2016 aumenteranno di circa 2 miliardi di euro, pari ad una crescita in termini reali del 6% rispetto al 2015. Questa stima prende in considerazione prudenzialmente solo una quota parte dei 3,5 miliardi della clausola europea destinata alle infrastrutture in considerazione delle incertezze e delle inefficienze della pubblica amministrazione che, si teme, possano rallentare i processi di spesa.

Il mercato immobiliare residenziale, nel terzo trimestre 2015, vede consolidarsi in modo significativo la ripresa ormai in atto dall’inizio dello scorso anno. Il numero di compravendite residenziali ha registrato un ulteriore e significativo aumento del 10,8% rispetto al terzo trimestre del 2014 (gia? +8,2% nel secondo trimestre 2015). Per l’anno 2015, l’Ance stima in circa 440mila le abitazioni compravendute e per il prossimo la previsione e? di una crescita piu? robusta.
Per il 2016 il numero di transazioni residenziali si attestera? a circa 500mila unita?, anche in virtu? dei recenti provvedimenti fiscali previsti nel Disegno di Legge di Stabilita? per il 2016

Il credito per le imprese
Per quanto riguarda, invece, l’accesso al credito per le imprese continua a rimanere difficoltoso.
La BCE, nell’ultimo Bollettino Economico, evidenzia come “malgrado la ripresa economica in atto nell‘area euro, gli investimenti restano contenuti rispetto ai livelli anteriori la crisi e mostrano una dinamica molto debole”.
Le ragioni che vengono offerte per spiegare questo ritardo nel recupero sono diverse: i timori delle imprese sulle condizioni della do- manda, le difficolta? di accesso ai finanziamenti, le prospettive di crescita, le problematiche relative alle singole imprese.
La maggior parte dei questi fattori individuati dalla BCE stanno condizionando l’andamento del settore delle costruzioni e, nello specifico, l’equilibrio equilibrio-economico finanziario delle imprese edili.
Questa forte crisi ha colpito molto duramente le imprese del settore delle costruzioni anche dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale.
L’Ance, insieme a modeFinance, agenzia di rating riconosciuta dall’ESMA – Autorita? Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati) e dalla societa? Bureau van Dijk, ha sviluppato una prima analisi su di un campione rappresentativo del settore, formato da oltre 50.000 imprese per un fatturato aggregato complessivo di oltre 120 miliardi di euro.
Gli aspetti piu? critici riguardano la patrimonializzazione, l’alto indebitamento, in parte caratteristico del ciclo produttivo delle costruzioni, la limitata liquidita? e redditivita? delle imprese.
Per quanto riguarda la leva finanziaria, emerge che il livello mediano di indebitamento delle aziende edili e? eccessivamente elevato rispetto al patrimonio netto.
Quello che emerge dall’analisi dei bilanci delle imprese, e? il cambiamento nella struttura del passivo: nel 2008, il debito a medio-lunga scadenza, la forma tecnica piu? adatta per finanziare operazioni di sviluppo immobiliare, rappresentava il 22% del totale del passivo e il 23,5% era costituito dagli acconti. Il debito a breve era invece pari al 31%.
Cinque anni dopo, a fronte del crollo degli acconti (passati dal 23,5 all’8,4%), il debito a breve, sensibilmente piu? costoso di quello a medio lungo, e? arrivato al 41% circa del passivo.
Una situazione di questo tipo rende le imprese molto piu? esposte verso le banche, con conseguenze negative sulla sostenibilita? del debito e sulla redditivita?, dal momento che gli oneri finanziari appesantiscono sensibilmente il conto economico.
Diversi provvedimenti adottati nel 2014 hanno rappresentato segnali concreti per testimoniare la rinnovata attenzione del Governo verso il tema degli investimenti infrastrutturali. Nel decreto-legge “Sblocca Italia”, le misure in materia di edilizia scolastica e di riduzione del rischio idrogeologico e la prima apertura del Patto di stabilita? interno a favore degli investimenti contenuta nella Legge di stabilita? 2015 hanno rappresentato un innegabile cambiamento di strategia.
Questi provvedimenti, certamente apprezzabili, non sono, pero?, stati sufficienti per sostenere una ripresa del comparto delle opere pubbliche durante il 2015.


Il Disegno di Legge di Stabilita? per il 2016
La manovra di finanza pubblica offre le condizioni per sostenere una decisa ripresa del comparto delle opere pubbliche. Le misure riguardano principalmente la cancellazione del Patto di stabilita? interno, l’accelerazione della spesa da realizzare nel 2016, grazie all’utilizzo della clausola europea per gli investimenti, e l’interruzione dei continui tagli agli stanziamenti per nuove infrastrutture,
Inoltre, allargando l’analisi ad un orizzonte temporale piu? ampio, emerge l’intenzione di offrire una maggiore stabilita? finanziaria ad alcuni importanti programmi di spesa come l’edilizia scolastica, il rischio idrogeologico, il Piano pluriennale Anas 2015-2019, il Contratto di programma delle Ferrovie dello Stato.
Secondo la stima dell’Ance, il Disegno di Legge, registra un incremento del 4,5% in termini reali delle risorse che verranno iscritte nel Bilancio dello Stato per il 2016 rispetto all’anno precedente, inter- rompendo il trend decrescente delle risorse per le opere pubbliche, che dal 2008 al 2015 hanno subito un taglio complessivo del 42,6%.

In particolare, si evidenzia, all’interno delle misure proposte per ra forzare la sicurezza nazionale, il finanziamento di 500 milioni di euro per un Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie che prevede interventi urgenti per la rigenerazione urbana.

Attraverso la soppressione del Patto di stabilita? interno e il contestuale passaggio al cosiddetto “pareggio di bilancio”, previsti nel DDl di Stabilita?, gli enti territoriali potranno finalmente liberare i pa- gamenti pregressi alle imprese, superando un problema che ha crea- to enormi difficolta? alle imprese negli ultimi otto anni.

L’attuazione di questi interventi e l’accelerazione di altri gia? avviati nel 2016 sara? possibile grazie alla clausola europea per gli investimenti che potrebbe aumentare di 3,5 miliardi di euro la spesa del 2016 in infrastrutture e quindi liberare importanti risorse rimaste finora bloccate.

La volonta? del Governo di garantire un profilo piu? stabile ai finanziamenti riguarda anche i programmi di spesa relativi all’edilizia scolastica e al rischio idrogeologico.
Cosi?, si prevede il rifinanziamento di 200 milioni di euro (50 nel 2017 e 150 nel 2018) per il cosiddetto “Decreto Mutui” (DL 104/2013 e Decreto interministeriale 23 gennaio 2015) da destinare al Piano triennale di edilizia scolastica,
Viene disposto uno stanziamento aggiuntivo per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico di 250 milioni di euro nel triennio 2016-2018, (50 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017 e 150 milioni nel 2018).

Fondi strutturali europei e Fondo Sviluppo e Coesione
Anche per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi strutturali europei, che hanno acquisito un peso sempre maggiore nelle politiche pubbliche in Italia per effetto delle misure di razionalizzazione della spesa pubblica adottate a partire dal 2008, e? finalmente disponibile il quadro completo della programmazione 2014-2020 da 52 miliardi di euro.

La tempestivita? dei pagamenti PA, un fattore di rischio nella strategia di rilancio degli investimenti

Secondo l’indagine Ance:

  • > nel secondo semestre 2015, il 78% delle imprese registra ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione
  • > in media, le imprese che realizzano lavori pubblici continuano ad essere pagate dopo 166 giorni (5 mesi e mezzo dopo l’emissione degli Stati di Avanzamento Lavori) contro i 60 giorni previsti dalla normativa comunitaria,
  • > circa 8 miliardi di euro l’importo dei ritardi di pagamento alle imprese che realizzano lavori pubblici.
  • Il permanere di una diffusa situazione di difficolta? nei pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese di costruzioni rappresenta un fattore di rischio nella strategia di rilancio delle politiche infrastrutturali avviata dal Governo.
  • Secondo l’indagine realizzata dall’Ance presso le imprese associate, infatti, il 54% delle imprese che hanno subito ritardi hanno allungato i tempi di pagamento ai propri fornitori, il 43% delle imprese ha ridotto i propri investimenti e un quarto ha ridotto il numero dei dipendenti.

A causa dei ritardi, le imprese sopportano inoltre costi elevati legati all’utilizzo degli strumenti finanziari utilizzati per sopperire alla mancanza di liquidita?, e vedono di conseguenza diminuire i loro margini e aumentare la loro situazione di debolezza finanziaria.


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