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Un concorso per la riqualificazione della Fiera di Bologna: gli Architetti scrivono a Campagnoli

Sarebbe importante, per Bologna Fiere e per la Città stessa, che per i futuri lavori si pensasse a raccogliere i migliori contributi possibili, che, partendo dall’eredità del passato, possano traghettare la Fiera e Bologna nel nuovo millennio, utilizzando quindi lo strumento del Concorso di Progettazione aperto.

"Egregio Presidente,

da diverso tempo ormai si parla di un importante intervento edilizio per l’ampliamento della Fiera e del restyling di Piazza della Costituzione, per incrementarne l’appeal e la competitività in un sistema molto complesso in cui la concorrenza con altri competitor è particolarmente intensa.
La Fiera, quella che conosciamo oggi, è nata sulla base di un Concorso vinto dagli architetti Benevolo Giuralongo e Melograni nei primi anni ’60; progetto estremamente efficace ed innovativo per l’epoca, che ha dato un’impronta identitaria particolarmente significativa al quartiere fieristico, ed a Bologna, giunta fino ai nostri giorni. Gli interventi successivi, sebbene meno qualificanti, hanno mantenuto comunque un tessuto ancora ben leggibile.

Sarebbe importante, per Bologna Fiere e per la Città stessa, che per i futuri lavori si pensasse a raccogliere i migliori contributi possibili, che, partendo dall’eredità del passato, possano traghettare la Fiera e Bologna nel nuovo millennio, utilizzando quindi lo strumento del Concorso di Progettazione aperto.
Il risultato sarà sicuramente di grande qualità progettuale, innovativo e funzionalmente adeguato alle nuove esigenze del quartiere fieristico, e ne incrementerà l’attrattiva nei confronti degli altri poli concorrenti."

E' questa l'apertura di una lettera che il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Bologna, l'arch. Pier Giorgio Giannelli, invia al Presidente di BolognaFiere, il dott. Duccio Campagnoli e, per conoscenza una serie di personaggi, tra cui il Sindaco di Bologna Virginio Merola, e del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini.

Si tratta di un appello particolarmente importante, considerato che la Fiera è da sempre una delle anime culturali della città di Bologna, ed è inserita in un contesto, il Fiera District, che continua ad essere un magnifico esempio di architettura in cemento armato.

L'adozione dello strumento del concorso rappresenterebbe una scelta importante non solo dal punto di vista politico, ma anche architettonico: "ll confronto tra più soluzioni, per scegliere quella che si conforma maggiormente alle esigenze ed alle aspettative del Committente, è operazione che il Buon Amministratore attua a favore della propria comunità, dando allo stesso tempo la possibilità di affermazione a chi ne ha più merito, indipendentemente dal censo, dall’età e dalla dimensione economica: infatti spesso questo tipo di competizioni vengono aggiudicate a giovani professionisti, che in questo modo possono avviare o consolidare una carriera professionale ricca di soddisfazioni, che viceversa in altro modo non potrebbero attivare." ricorda nella sua lettera Giannelli.

La necesità di arrivare a una riqualificazione edile del quartiere fieristico è ormai chiara per tutti. La competizione in un settore così importante per il traino commerciale dei diversi comparti industriali com'è quello dell'organizzazione di eventi fieristici si è sviluppata a livello globale e la qualità del quartiere è uno degli elementi fondamentali, così come i servizi al contorno. Se Bologna vuole competere alla pari con "mostri" come Monaco e Francoforte, oltre che con Milano, deve poter proporre un quartiere che per metrature e composizione logistica e architettonica sia adeguato.

Il Presidente Campagnoli da tempo ne sostiene l'esigenza. Già nel 2012 aveva presentato un piano di investimenti per “Intervenire sul quartiere fieristico, che non è stato rinnovato come invece avvenuto in altre città (Milano, Rimini, Roma) e che mostra ormai ineludibili esigenze di manutenzione, ristrutturazione, riqualificazione, adeguamento delle capacità espositive per renderle più attrattive agli espositori”. Il tutto per “una nuova competitività delle strutture congressuali”.

Oggi, questa lettera dell'Ordine degli Architetti di Bologna, non solo pone l'attenzione sulla esigenza, ma anche sugli strumenti da utilizzare.

 Ecco la lettera: LINK

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