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Implementazione tecnologica e industrializzazione dei processi per la riqualificazione del futuro

PROSPETTIVE DEL FUTURO DEL PATRIMONIO EDILIZIO ITALIANO

Uno sguardo agli edifici di domani attraverso REbuild, l’evento dedicato all’innovazione nell’industria immobiliare che si è tenuto a Riva del Garda il 21 e 22 giugno 2016.
 
Il punto di partenza è stata la situazione del patrimonio immobiliare italiano fotografato dal Cresme e che vede il 75% delle case con una età maggiore di 40 anni. Edifici vecchi, spesso con consumi enormi di energia e che con molta probabilità richiederanno nei prossimi anni lavori di riqualificazione energetica.
Si stima infatti che con un serio e complessivo intervento di recupero, molti immobili potrebbero ridurre i propri consumi dal 30 all’80%. Mentre con piccoli e continui miglioramenti si potrebbe arrivare a un risparmio del 10-20% delle risorse. Una prospettiva che potrebbe generare un giro d’affari di oltre 500 miliardi di euro con grande beneficio del settore delle costruzioni e dell’economia generale del nostro Paese.
 
Per questo, in questa prospettiva, occorre guardare avanti e, in alcuni casi, anche a quelle realtà e processi virtuosi, spesso stranieri, dove questi meccanismi si sono attivati.
 
Di questo e di altro se ne è parlato a ReBuild evento e piattaforma italiana dell’innovazione in edilizia, che si è chiuso lo scorso 22 giugno.
 
Al centro dell’evento i temi del patrimonio immobiliare a consumo zero, i progetti di riuso, le infrastrutture e le tecnologie integrate per costruire città smart, l’economia circolare applicata ai settori dell’immobiliare e tanto altro ancora.
 
A parlare di prospettive Thomas Miorin, presidente di RE-Lab e cofondatore di REbuild che spiega come secondo previsioni internazionali “il 60% delle costruzioni del futuro sarà prefabbricato. Ciò significherà ibridare il settore delle costruzioni con l’industria e la manifattura. Un percorso che potrebbe aprire grande potenzialità per l’Italia, visto che proprio da noi è presente la seconda manifattura europea, in termini quantitativi, ma anche competenze, capacità tecniche e di innovazione digitale, qualità e creatività”.
 
L’evento è stato anche l’occasione per presentare l’attivazione di una piattaforma, – già operativa in altri contesti europei – gestita da Habitech in partnership con Federcasa e con altre future realtà, per attivare processi di recupero del sistema immobiliare italiano.
 
Un luogo virtuale di open innovation in cui le aziende italiane potranno confrontarsi e sviluppare nuove soluzioni tecnologiche e attraverso la quale sarà più agevole mettere in contatto la domanda e l’offerta, per arrivare a casi concreti di riqualificazione. 

“In presenza di una disponibilità di spesa sempre minore, - spiega Miorin - sia da parte del pubblico che del privato, crediamo infatti che la strada sia quella di lavorare sul fronte della implementazione tecnologica e della industrializzazione dei processi di retrofit”.