Pompe di Calore
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La riforma delle tariffe elettriche premia chi ha creduto nella tecnologia delle pompe di calore

L’utilizzo di una pompa di calore elettrica non aumenta i consumi ma li sposta da un vettore energetico a un altro riducendo l’energia primaria.

L’utilizzo di una pompa di calore elettrica non aumenta i consumi ma li sposta da un vettore energetico a un altro riducendo l’energia primaria.

Il 1° gennaio 2017 l’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico AEEGSI ha concluso il livellamento degli oneri di rete del sistema elettrico.
La riforma delle tariffe elettriche per gli utenti domestici è quindi entrata nel vivo e da quest’anno, per i servizi di rete, è stata eliminata ogni progressività e soppresso ogni sussidio incrociato tra clienti domestici. Questo comporterà un sensibile risparmio per tutti gli utenti domestici con consumi elettrici superiori a 2.700 kWh annui.
“Come Associazione – dichiara Fernando Pettorossi, Capo Gruppo italiano Pompe di Calore di Assoclima – non possiamo che essere soddisfatti di questa riforma. L’impegno che abbiamo profuso in questi anni per eliminare la stortura delle tariffazioni a scaglioni crescenti ed evitare che il vettore energetico elettrico venisse penalizzato da un sistema tariffario risalente al 1973, che limitava fortemente l’utilizzo delle pompe di calore, ha finalmente portato a risultati concreti. Chi ha creduto nella tecnologia delle pompe di calore per il riscaldamento delle proprie abitazioni e ha fatto richiesta già dal 2014 della tariffa D1 è stato premiato, perché si è visto anticipare di un anno i vantaggi economici derivanti dalla riforma tariffaria che, ricordiamo, sarà a regime per tutti gli utenti domestici dal 1° gennaio 2018. In ogni caso, già oggi le tariffe elettriche per la maggior parte dei clienti domestici sono più basse che in passato. Abbiamo calcolato che per un consumo medio di 6000 kWh annui e un impegno di potenza di 6 kW, il costo dell’energia elettrica è passato da 32 centesimi al kWh a 18 centesimi, comprensivi di IVA, per gli utenti che avevano fatto richiesta della D1 e a 22 centesimi per tutti gli altri. Abbiamo quindi raggiunto l’obiettivo dei 18 centesimi che ci eravamo prefissi all’inizio, e il processo di riforma non è ancora terminato. Come Assoclima proseguiremo la nostra attività di collaborazione con l’Autorità per l’energia nell’ottica di un ulteriore miglioramento.”

Per compensare gli eventuali aumenti della bolletta elettrica per gli utenti con consumi annui inferiori a 2.700 kWh, dal 1° gennaio 2017 è stato aumentato il bonus elettricità per le famiglie a basso reddito, un’agevolazione sulla bolletta annuale introdotta dal Governo e resa operativa dall’Autorità per l’energia con la collaborazione dei comuni per assicurare un risparmio alle famiglie in condizione di disagio economico. Il bonus passa dal 20% della spesa media netta al 30% della spesa media lorda annua, ovvero a un valore di sconto che va da 112 a 165 euro a seconda della composizione del nucleo familiare. La riduzione al netto delle tasse è mediamente del 32%.

“In base a dati recenti – conclude Pettorossi – risulta che a dicembre 2016 erano circa 16.000 gli impianti di riscaldamento a pompa di calore che usufruivano della tariffa D1, tre quarti dei quali installati proprio tra il 2014 e il 2016, durante la fase di sperimentazione. Dati considerati positivi non solo da Assoclima: abbiamo infatti saputo che a livello parlamentare è stato presentato un emendamento al decreto Milleproroghe che chiede un’ulteriore proroga della D1, sulla quale non avremmo nulla in contrario, in attesa che vada a regime la riforma delle tariffe elettriche. Altro dato interessante è che circa il 60% di coloro che hanno installato pompe di calore e chiesto la D1 hanno contemporaneamente installato anche un sistema fotovoltaico. Da un’analisi è emerso che, nonostante non ci siano più incentivazioni, un impianto fotovoltaico con scambio sul posto e sistema di riscaldamento elettrico a pompa di calore si ammortizza in 4-5 anni. E intanto le rinnovabili termiche ed elettriche aumentano, con effetti positivi per la comunità e il Pianeta.”
 

 

ASSOCLIMA – Costruttori Sistemi di Climatizzazione – è l’associazione federata ad Anima che in ambito Confindustria rappresenta le aziende costruttrici di sistemi per la climatizzazione estiva e invernale di edifici e di processi industriali. Il comparto rappresentato da ASSOCLIMA occupa più di 7.200 addetti per un fatturato di oltre 1.550 milioni di euro e una quota export/fatturato del 65%. La produzione merceologica si articola in diversi gruppi di specializzazione, comprendenti: pompe di calore - gruppi refrigeratori d’acqua - motocondensanti - ventilconvettori - condizionatori autonomi - unità di trattamento aria - ventilatori - aerotermi - scambiatori di calore - torri di raffreddamento - componenti per la distribuzione e la diffusione dell’aria - impianti per il disinquinamento atmosferico - filtri d’aria.

ANIMA - Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine – è l'organizzazione industriale di categoria che, in seno a Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, un settore che occupa 210.000 addetti per un fatturato di 44 miliardi di euro e una quota export/fatturato del 59% (dati riferiti al consuntivo 2015). I macrosettori rappresentati da ANIMA sono: macchine ed impianti per la produzione di energia e per l’industria chimica e petrolifera - montaggio impianti industriali; logistica e movimentazione delle merci; tecnologie ed attrezzature per prodotti alimentari; tecnologie e prodotti per l’industria; impianti, macchine prodotti per l’edilizia; macchine e impianti per la sicurezza dell’uomo e dell’ambiente; costruzioni metalliche in genere.
 

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