Data Pubblicazione:

Stop ad emendamenti sul fotovoltaico

Intervista a Valerio Natalizia, Presidente ANIE/GIFI

Il Decreto Legge sulle Liberalizzazioni, secondo il testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 19 del 24 gennaio 2012, ha introdotto una serie di novità, alcune delle quali relative al comparto del fotovoltaico.
Con la definizione dell’art. 65 si è infatti disposto il blocco degli incentivi per gli impianti fotovoltaici a terra in aree agricole. La nuova norma, che abroga i commi 4, 5 e 6 dell’articolo 10 del Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28 (“Decreto Rinnovabili”), stabilisce al comma 1 che “dalla data di entrata in vigore del presente Decreto, per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, non è consentito l’accesso agli incentivi statali di cui al Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28”.
ANIE/GIFI, APER, ASSOSOLARE e ASSO ENERGIE FUTURE, unitamente, hanno chiesto con forza il rapido e autorevole intervento del Parlamento, affinché in sede di conversione del Decreto venga stralciata definitivamente la nuova norma antifotovoltaico. Di seguito si riporta un’intervista a Valerio Natalizia, Presidente di ANIE/GIFI.

Presidente Natalizia, che cosa comporta l’introduzione di questo provvedimento per le aziende del settore fotovoltaico?
“Il testo pubblicato in Gazzetta ufficiale introduce, incredibilmente, disposizioni retroattive che ledono gravemente i diritti dei produttori fotovoltaici che in buona fede hanno iniziato a realizzare nuovi impianti secondo la normativa vigente, da soli 10 mesi (D.Lgs. 28/11). L’articolo 65, nella sua versione ultima, infatti, stralcia parte dell’articolo 10 del DLgs 3 marzo 2011 n. 28 che concedeva un anno di tempo ai produttori per mettere in esercizio gli impianti fotovoltaici a terra in area agricola, il cui iter autorizzativo fosse già avviato.
L’abrogazione di questa norma transitoria getta nel panico i produttori i quali, avendo già sostenuto tutti i costi per la realizzazione degli impianti, a meno di due mesi dalla scadenza dell’anno di tempo concesso dal DLgs 3 marzo 2011 n. 28, non sanno ora se potranno mai ricevere un incentivo per gli impianti prossimi a entrare in esercizio”.

Vediamo di fare chiarezza: mentre i commi 4 e 5 dell’articolo 10 del DLgs 3 marzo 2011 n. 28, vengono mantenuti soltanto come limiti per gli impianti a cui lo stop agli incentivi non si applica, quelli cioè che hanno ottenuto il titolo abilitativo o che ne abbiano fatto richiesta prima dell’entrata in vigore del Decreto sulle Liberalizzazioni, purché entrino in funzione entro un anno, il comma 6 viene totalmente stralciato. Il comma in questione però assicurava l’accesso agli incentivi senza i limiti previsti dal Decreto Legge rinnovabili agli impianti, già autorizzati o con istanza presentata prima del 1 gennaio 2011, a condizione che entrassero in esercizio entro il 29 marzo 2012, cioè a loro volta a un anno dall’entrata in vigore del D.Lgs. 28/2011. Il comma 6 rappresentava dunque una norma di garanzia a tutela di progetti già avviati e di investimenti già impegnati. Abrogando questo comma, viene meno la scadenza del 29 marzo 2012, sulla quale molti operatori avevano fatto affidamento per la messa in esercizio dei propri impianti, non potendo più fare richiesta di incentivi dall’entrata in vigore del D.Lgs. sulle liberalizzazioni (24 gennaio 2012), due mesi prima del termine su cui avevano confidato.

“Una stima conservativa delle conseguenze che l’entrata in vigore di questo Decreto potrebbe comportare in termini di incentivi persi – prosegue Natalizia – fatta all’interno della nostra Associazione, sulla base di casi reali cui potrebbero incorrere i nostri Associati, si attesta sui 300 MW. Per questo ci siamo rivolti alle Istituzioni e agli interlocutori politici per spiegare nel dettaglio quali potrebbero essere gli effetti di questo articolo. È evidente che tale disposizione introduce - per l'ennesima volta - un quadro di incertezza e di indeterminatezza tra gli operatori e non consente di valutare e finanziare nuovi investimenti nel comparto del fotovoltaico.
Queste modifiche al quadro normativo di riferimento, che si realizzano con disposizioni singole e interventi normativi estemporanei e non coordinati, creano solo confusione, diffondono un clima di incertezza e instabilità, che in un momento molto difficile non solo per l’intero comparto ma per l’economia tutta del Paese, non favorisce la crescita e mette a repentaglio gli investimenti futuri.
Ci auspichiamo – conclude Natalizia – che durante l’iter al Senato di conversione di legge vengano apportate al Decreto le necessarie modifiche correttive per il superamento delle criticità introdotte dalla norma”.

È giusto, secondo lei, che le Associazioni di categoria non vengano coinvolte quando sono in discussione provvedimenti di questo tipo?
Tutte le Associazioni di categoria ribadiscono la necessità di evitare interventi normativi estemporanei e retroattivi che minano la stabilità del sistema e ledono la fiducia degli investitori e chiedono che finisca, in maniera definitiva, la fase in cui si decide senza ascoltare la voce delle forze sociali ed economiche che operano in concreto.
Occorrono una cultura del confronto e interventi mirati e studiati insieme ad Associazioni di categoria, enti locali, imprese, centri di ricerca, associazioni ambientaliste, sindacati. Non è opportuno agire con provvedimenti calati dall’alto e sporadici non inseriti in un disegno più generale. Per questo è necessario ripristinare il dialogo e stabilire norme organiche che tengano conto delle specificità delle situazioni ma anche dello sviluppo tecnologico in atto nel comparto.
Non a caso, stabilità normativa e certezza delle regole sono due degli obiettivi programmatici di ANIE/GIFI per il 2012. Inoltre è necessario che le Associazioni del fotovoltaico si uniscano sotto un unico “cappello istituzionale” e che vi sia un maggiore coinvolgimento di installatori e progettisti per rappresentare la filiera fotovoltaica a 360°, garantire lo sviluppo sostenibile del settore e avere più forza sui tavoli decisionali.

A questo proposito, in cosa consiste il progetto affiliati GIFI?
L’affiliato GIFI è l’installatore e/o il progettista di impianti fotovoltaici. Come dicevo, il progetto nasce dall’esigenza di rappresentare a 360° il nostro settore e di creare una massa critica nei confronti delle istituzioni proprio perché il nostro mercato venga rappresentato con maggiore forza. L’obiettivo è creare un valore aggiunto per queste nuove figure, strategiche per il settore, progettisti e installatori, sostenere e mantenere i posti di lavoro, pianificare uno sviluppo sostenibile del mercato e promuovere la stabilità normativa. Ricordiamo che soltanto tra l’agosto 2010 e 2011 si sono avuti ben sei cambi normativi con evidenti difficoltà per chi deve programmare attività lavorative e pianificazioni future. I benefici per gli affiliati sono rappresentati dalla possibilità di partecipare alla vita associativa e alla discussione sui principali temi prendendo parte a corsi formativi e convegni, godere della visibilità nel sito web di GIFI e di un networking con i maggiori produttori e distributori, oltre ad avere una rappresentanza autorevole sui tavoli istituzionali. La nostra Associazione è da sempre impegnata nella formazione di aziende, progettisti e installatori, ritenendo che questa attività sia essenziale per il futuro dell’intero comparto: conoscere, ad esempio, la componentistica, capire bene come dimensionare un impianto, i materiali da usare sono requisiti indispensabili. Ricordo – conclude Natalizia – che GIFI è partner della prima edizione 2012-2013 del Master Universitario di I° livello in Ingegneria dei Sistemi Fotovoltaici del Politecnico di Milano.

Chi è GIFI

GIFI - Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, costituito nel 1999 all'interno della Federazione ANIE - Confindustria, è stato subito riconosciuto come un valido interlocutore del settore presso le sedi istituzionali preposte. Con circa 180 aziende associate e più di 20.000 posti di lavoro creati in dodici anni di attività, rappresenta circa il 50% del mercato dl fotovoltaico italiano.

Incentivi fotovoltaico agricolo: modifica al Decreto Liberalizzazioni

Arriva una moratoria per lo stop agli incentivi per il fotovoltaico a terra. L’emendamento al decreto conferma il blocco ma ammette agli incentivi gli impianti che hanno conseguito il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore della legge di conversione del DL 1/2012, a condizione che l'impianto entri in esercizio entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione. Sono, inoltre, ammessi agli incentivi gli impianti realizzati e da realizzare su terreni del demanio militare.