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Gli architetti si autoriducono del 50% l'obbligo dei crediti: perchè? e gli altri professionisti?

Gli architetti fissano a 60 i crediti formativi da raggiungere nel triennio

Gli architetti prendono atto della situazione "crediti" dei propri iscritti e nella seduta del consiglio del 21 dicembre scorso il CNAPPC ha deliberato che per il triennio 2017-2019 i Crediti Formativi Professionali da acquisire siano limitati a 60, di cui almeno 12 crediti formativi professionali derivanti da attività di aggiornamento e sviluppo professionale continuo sui temi della deontologia e delle discipline ordinistiche e che la verifica di tali crediti debba essere effettuata su base triennale.

Il Regolamento adottato dal Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia in data 15 settembre 2013 aveva previsto, all'art. 6, comma 3, che l’iscritto avesse l’obbligo di acquisire nel triennio 90 crediti formativi professionali, con un minimo di 20 crediti annuali di cui almeno 4 crediti formativi professionali per ogni anno derivanti da attività di aggiornamento e sviluppo professionale continuo sui temi della Deontologia e dei Compensi professionali.?

Gli architetti quindi riducono del 50% il numero di crediti obbligatori e spostano sul trienno l'asse temporale di verifica: un cambio davvero importante. Ma perchè? nella delibera del Consiglio si riporta che la riduzione avviene per più motivi.

Innanzitutto il primo triennio 2014-2016 ha avuto delle inevitabili difficoltà oggettive, legate all’attivazione degli eventi ed attività formative che sono andate realmente a regime solo nel corso del 2016, anche a fronte del perfezionamento nel meccanismo di accreditamento di Ordini e di enti terzi e del ritardo dello sviluppo del sistema operativo informatico finalizzato ad organizzare la registrazione degli eventi di aggiornamento e sviluppo professionale continuo. In effetti il regolamento di accreditamento dei corsi degli architetti è uno dei più complessi e le tempistiche sono le più lunghe. Al di là della modifica del numero di crediti è necessario cambiare anche queste regole.

Per il CNAPPC poi sussistono allo stato attuale difficoltà riscontrate da tutti gli iscritti nel conciliare la quotidiana attività professionale, legate al periodo di crisi congiunturale che ancora incide pesantemente sul mercato dell’architettura e dei lavori privati e pubblici: una presa d'atto quindi della crisi e di quanto abbia inciso sull'attività dei professionisti. E infatti i raprresentanti degli architetti scrivono "tenuto conto del notevole impegno di tempo che tutti Colleghi debbono dedicare alle attività formative, in ossequio al dovere deontologico di formazione e aggiornamento, è importante, raggiungere la finalità di rendere più agevole e snello per gli iscritti l’assolvimento di tale onere.

Ma la frase che più colpisce nel testo della DELIBERA CNAPPC DEL 21 DICEMBRE 2016 è quella che riguarda la situazione europea: "da una valutazione degli obblighi di aggiornamento professionale negli altri paesi della UE
emerge che la media dei CFP risulta essere pari a 20 annuali"-

Perchè quindi 3 anni fa gli architetti hanno voluto fissare un tetto del 50% superiore a quello delle altre nazioni presenti nella UE ?

Ricordiamo che ogni Consiglio Nazionale, al momento di dare seguito alla direttiva europea su questo punto e al DPR 7 agosto 2012 n. 137 (LINK al decreto) aveva redatto un proprio specifico e differente regolamento.

I Geometri sono stati i primi ad adeguarsi ai 60 crediti triennali. Gli Ingegneri hanno fissato la soglia a 30, ma avendo concesso agli iscritti la possibilità di autocertificare 15 crediti all'anno con l'aggiornamento informale, la soglia di fatto scende a 15.

Ora anche gli Architetti compiono questo passo. E' il caso di dire, meglio tardi ...

Il LINK alla delibera del CNAPCC