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Architetti, Consiglio Nazionale: nessuna autoriduzione del 50% dell’obbligo formativo

Comunicato stampa del Consiglio Nazionale degli Architetti del 4 gennaio 2017 in risposta al nostro articolo "Gli architetti si autiriducono del 50% l'obbligo dei crediti: perchè ? e gli altri professionisti ?"

“E’ assolutamente falsa la notizia, diffusa da alcuni siti di settore, secondo la quale gli architetti italiani avrebbero “autoridotto” del 50% l'obbligo dei crediti formativi. Stupisce il madornale errore di aritmetica (una riduzione da 90 a 60 crediti non è, ovviamente, pari al 50%) sul quale questa fuorviante e capziosa notizia si basa. Va sottolineato che il numero di 90 crediti  era stato indicato all’inizio del triennio sperimentale nel corso del quale si è, invece, avuto modo di verificare che il numero di 60 crediti si  è rivelato ampiamente sufficiente ed idoneo - considerato l’alto livello qualitativo dell’offerta formativa - a coprire in modo esaustivo tutte le esigenze formative previste dalla norma.”

Così il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

“Il nuovo Consiglio Nazionale - viene ricordato - ha iniziato, subito dopo l’insediamento, un percorso di confronto con tutti gli Ordini italiani finalizzato a semplificare, in seguito all’esperienza del primo triennio, il sistema di regole che governano l’aggiornamento professionale continuo con proposte di modifica sia del “Regolamento per l’aggiornamento e sviluppo professionale continuo”, che delle relative Linee guida.  Tra le principali modifiche proposte proprio la conferma del numero minimo di 60 crediti da acquisire nel triennio, la semplificazione delle procedure, l’omogeneizzazione dell’attribuzione dei crediti (1 ora = 1 cfp), maggiori verifiche sulla qualità della formazione”.

“Gli obiettivi in via di definizione nel breve periodo riguardano anche l’implementazione degli strumenti di gestione della formazione attraverso la piattaforma del Consiglio Nazionale per rendere più agevole l’interscambio tra le offerte formative elaborate dai vari Ordini e la trasformazione della stessa la piattaforma in una potenziale vetrina della professionalità e delle competenze specifiche degli iscritti attraverso la pubblicazione del curriculum individuale della formazione”.

“Nonostante alcune difficoltà operative iniziali, il bilancio di questo primo triennio può considerarsi senz’altro positivo grazie al grande lavoro della rete degli Ordini e del Consiglio Nazionale finalizzato a garantire una proposta formativa ampia e di qualità ed  in grado di rispondere alle esigenze di tutti gli iscritti”.

“Va sottolineato – conclude - che la nostra professione richiede l’acquisizione  costante di nuove competenze tecniche e culturali e la formazione continua rappresenta sicuramente un importante strumento di aggiornamento capace di rispondere all’esigenza di fare propri nuovi saperi insita nel dna degli architetti.”.


Commento dell'Editore

Abbiamo ripreso e pubblicato il Comunicato così come ricevuto.

Un nostro commento: il regolamento precedente prevedeva per gli architetti un obbligo, in questo trienno appena concluso, di arrivare a un minimo di 60 crediti, e per il prossimo trienno, di 90 crediti, quindi 30 crediti in più, che rispetto ai 60 significavano per gli architetti un incremento del 50% (30 su 60). Ecco il perchè del nostro titolo. Per quanto riguarda le motivazioni avevamo riportato direttamente quelle indicate nella delibera del CNAPPC.

Per consentire al lettore di capire se la nostra notizia era falsa Ecco la delibera del CNAPPC: LINK

Personalmente continuo a pensare che la formazione professionale non possa essere oggetto di obblighi e se la UE dei burocrati ci vuole imporre una cosa assurda, occorra anche trovare il coraggio come nazione, e se la nazione non lo fa, come professionisti, di contrastare con ogni forma praticabile decisioni impraticabii, burocratiche e di appiattimento dei valori professionali. Mi torna in mente la famosa frase di Amlet:

"Essere, o non essere, questo è il dilemma:
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell'oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine? "

Cosa vogliamo fare "Morire, dormire… " o vogliamo reagire anche assumendoci le responsabilità della disubbidienza.

Ricordo un altro articolo che abbiamo pubblicato lo scroso anno e di grande successo: "Come funziona in Germania: gli onorari degli architetti e degli ingegneri in materia edilizia" in cui si evidenzia come a casa sua, la MERKEL, preferisca pagare le sanzioni per la mancata eliminazione delle tariffe professionali minime obbligatorie piuttosto che sputtanare il mercato di chi assicura attraverso una funzione solo formalmente tutelata per legge la sicurezza dei suoi concittadini.

Faccio quindi un mea culpa se con il primo articolo pubblicato sulla riduzione del numero di crediti minimo per gli architetti non sono stato in grado di evidenziare la mia posizione: la formazione professionale è una cosa seria, che i professionisti hanno sempre (in gran parte) fatto senza bisogni di obblighi. L'obbligo la snatura, la rende un esercizio ginnico, un puro apporto di timbri. I risultati li vediamo: pubblicità di fine anno che invitano a "COMPRARE I CREDITI CHE MANCANO", corsì di amministratore di condominio che valgono 30 crediti formativi professionali, gite in fiera che valgono crediti, cene di fine anno degli ordini che valgono crediti ... E' questo che volevamo come manifesto per la nostra professione ?

Largo il mio plauso quindi per il CNAPPC che ha ridotto l'obbligo (la percentuale la scrivano pure loro) in modo importante per il prossimo triennio, così come ampio lo sarà per ogni iniziativa analoga di ogni Consiglio Nazionale, mentre continueremo a sostenere lo sforzo di chi, malgrado questo mercato delle vacche, cercherà di produrre formazione di qualità a prescindere dalla presenza, o meno, dei crediti.

Andrea Dari