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Terremoto, il karma è devastante: inagibile il 50% delle abitazioni

I dati della Protezione Civile sui crolli causati dai terremoti degli ultimi sei mesi (da Amatrice a Norcia) parlano di una casa su due lesionata e inagibile. Curcio: "Fuori da quelle zone non si ha una reale percezione di ciò che sta accadendo"

Chi non vive nelle zone rosse non può immaginare. Quello che hanno provocato le 55 mila scosse, delle quali nove superiori al grado 5.0 di magnitudo, compresa quella i 6.5 che è stata la più alta degli ultimi 35 anni in Italia, nei tre mesi scarsi che vanno da Amatrice a Norcia, è aldilà della percezione comune.

Lo ha spiegato bene il capo della Protezione Civile Francesco Curcio, in un'intervista rilasciata a Repubblica, dove si specifica a chiare lettere che in un cratere grande quattro regioni, attualmente, una casa due due è inagibile.

I dati parlano chiaro: ad oggi sono arrivati gli esiti di 92.058 controlli sulle abitazioni private nei più dei 300 comuni del cratere. I centri colpiti direttamente dal sisma sono 131, 52 dei quali presentano zone rosse, cioè completamente e parzialmente inaccessibili.

Delle circa 300 mila case a rischio dopo i due terremoti (stime Anci), "possiamo dire che circa la metà sono lesionate", continua Curcio. A un terzo del lavoro, le case agibili sono 47.105, mentre sono 32.150 quelle completamente inagibili e 12.332 quelle che al momento non possono essere abitate perché hanno bisogno di lavori o per "motivi esterni": per esempio la casa accanto che rischia di crollare o la strada che non è in sicurezza.

Ma le persone coinvolte dove vanno? Alcuni - i più fortunati - nella seconda casa oppure da amici/parenti. Altri, con l'ausilio dei fondi statali, hanno affittato appartamenti in zona. Poi ci sono gli 'sfollati', quelli che vivono grazie all'assistenza della Protezione Civile: sono in tutto 11.835, novemila dei quali vivono negli alberghi per lo più sulla costa (6mila sulla costa adriatica e al lago Trasimeno).

Ok, ma le tanto sbandierate casette? Ad Amatrice sono pochissime, in Umbria e nelle Marche in pratica non esistono. Le polemiche e gli attacchi allo Stato incalzano, "non si può andare avanti così". Ma, come ripete Curcio, "l'iter non è immediato". Eh giò, perché prima scatta la verifica dell'esatto fabbisogno, poi si individuano le aree, poi arrivano le casette. Prima, però, servono i bandi di concorso. Ad Amatrice, 73% di case inagibili (il record è a Pieve Torina, 89%...), ci sarebbero circa 80-90 micro-imprese che vogliono ripartire ma, tassate, come fanno? Il karma, laggiù, è devastante. E nessuno se lo immagina.