Prezzi Edilizia
Data Pubblicazione:

Immobliare, Nomisma: prezzi delle case in continuo calo

I prezzi delle case continuano a scendere: secondo l'Osservatorio Nomisma, flessioni medie dell'1.5% nelle grandi città e del 2% nelle 13 città intermedie

In una sorta di 'piano inclinato permanente', i prezzi delle case italiane scendono senza soluzione di continuità. Lo ha certificato Nomisma, il cui Osservatorio immobliare ha registrato, nel 2016, una flessione media dell'1.5% nelle grandi città (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino, Venezia) con allargamento al 2,3% per gli uffici, all'1,6% per i negozi e al 4% per i capannoni.

Prezzi giù anche nelle 13 città 'intermedie' (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste, Verona), dove si evidenzia un arretramento del 2% per le abitazioni usate, del 2,4% per gli uffici, dell'1,4% per i negozi e del 2,6% per i capannoni. Il dato si va ad aggiungere al crollo di oltre il 20% accumulato a partire dal 2008, ultimo anno con quotazioni in crescita.

Secondo Nomisma, nel 2016 le compravendite residenziali sono state 528.865, quest'anno sono previste a quota 565.391 (+7%), per il 2018 a 584.523 (+3% su base annua), fino alle 616.513 nel 2019 (+5%). Il volume degli investimenti immobiliari corporate l'anno scorso ha raggiunto il record in valore a 9,1 miliardi.

Qualche segnale positivo però c'è: i tempi di vendita per le case usate si sono infatti ridotti, passando in media a poco più di 8 mesi contro gli 8.7 del 2016 e i 10 all'apice della crisi. Nel 2008, comunque, ci si attestava sui 5 mesi. Nel dettaglio, i risultati migliori si registrano a Salerno, Trieste e Verona (7 mesi), mentre Ancona, Brescia, Livorno e Perugia si fermano a 9 mesi.

Lo stesso si può dire per gli sconti effettuati in fase di trattativa: la differenza tra prezzo richiesto e prezzo finale si riduce infatti dal 17,6% al 16,2% medio nell’ultimo anno, ma era pari al 10,7% nel 2008. A Messina, Perugia e Taranto gli sconti sono al 18%, mentre Modena, Novara e Trieste sono un po’ più vicini all’equilibrio con un divario del 14,5%.

A livello di compravendita, l'indice medio è negativo ma tra le città intermedie (novità Nomisma) si registra il +26% a Modena, con dati molto positivi ache a Bergamo e Trieste. In coda Perugia, Messina e Parma.