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Appalti, Decreto Parametri e progettazione interna: Ingegneri contro Consiglio di Stato

Correttivo Appalti: al CNI non piace affatto il parere di Palazzo Spada nelle parti in cui boccia l'utilizzo dei parametri obbligatori per gli importi da porre a base delle gare di progettazione

Decreto Parametri ancora una volta a rischio? Per ora no, ma il recente parere del Consiglio di Stato sul 'Correttivo Appalti' non ha lasciato per niente contenti gli Ingegneri, che per bocca del tesoriere CNI e delegato ai Lavori Pubblici Michele Lapenna si sono subito fatti sentire.

Le 'pietre dello scandalo' sono in particolare due, ovverosia l'applicazione del cosiddetto Decreto Parametri bis (DM 17 giugno 2016), che ha sostituito il vecchio DM 143/2013 e, nel Correttivo, è posto come obbligatorio per gli importi da porre a base delle gare di progettazione, e la progettazione interna delle stazioni appaltanti.

Per il Consiglio di Stato, i parametri obbligatori non sono 'cosa buona e giusta' e “non può imporsi in modo cogente alle stazioni appaltanti l’utilizzo degli onorari professionali approvati con decreto ministeriale". Sul capitolo progettazione interna, invece, per Palazzo Spada "vanno valorizzate le professionalità interne alle pubbliche amministrazioni, fissando la priorità della progettazione interna rispetto a quella esterna e riconsiderata l’introduzione dell’obbligo di iscrizione all’Ordine professionale per i progettisti dipendenti pubblici".

Parametri obbligatori
E' il punto di maggior preoccupazione. Secondo Lapenna, "il parere ricorre nuovamente nell'errore di considerare la base d'asta come una tariffa inderogabile, mentre si tratta della determinazione di un corrispettivo sottoposto a gara e conseguentemente a ribasso alla stregua del prezzo di una qualsiasi lavorazione". La base d'asta, ricorda il CNI, è quindi il "riferimento essenziale per la determinazione della procedura di gara da porre in essere" e rappresenta quindi un "elemento oggettivo di garanzia e trasparenza, come ribadito più volte e ripetutamente dall'Anac".

Progettazione interna e art.24 del Codice
Per il tesoriere del CNI "l'osservazione del Consiglio di Stato è in contrasto con la legge delega che, superando quanto previsto dalla precedente normativa, tende a ridefinire il ruolo della Pa all'interno del processo di realizzazione delle opere pubbliche affidando ai tecnici interni il ruolo importantissimo del controllo dalla fase di programmazione a quella di esecuzione".

Anche la rivisitazione dell'obbligo di iscrizione dei dipendenti pubblici progettisti all'ordine - magari abolendo proprio quell'obbligo - è un qualcosa che il CNI non concepisce, perché così facendo il Consiglio di Stato "sembra ignorare le modifiche apportate dal Dpr n. 137/2012 agli ordinamenti professionali italiani e l'importanza, segnalata dalla Rete delle professioni tecniche e recepita dal governo, dell'aggiornamento professionale obbligatorio previsto dalla nuova normativa. Non condivisibile a tale proposito il presunto aggravio che ne deriverebbe per le stazioni appaltanti".

Centralità del progetto
Infine, per Lapenna - così come in precedenza già espresso dal presidente dell'Anac Cantone all'audizione in Parlamento - quanto inserito nel parere rischia di mettere in crisi la centralità del progetto per la realizzazione di opere pubbliche nel Nuovo Codice Appalti. Siccome "la centralità della progettazione e la sua separazione dalla esecuzione viene ribadita dallo stesso Consiglio di Stato" in altre parti del parere, relative al tema dell'appalto integrato non è accettabile secondo Lapenna che vengano utilizzati due pesi diversi.