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Correttivo, CNAPPC: con parere CdS rischio passo indietro sulla trasparenza negli affidamenti di SIA

commento del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sul parere del Consiglio di Stato al correttivo Codice Appalti

“Il parere del Consiglio di Stato, sul decreto correttivo al Codice dei contratti, rischia di segnare un grave passo indietro per la trasparenza negli affidamenti dei servizi di architettura e ingegneria. Sul tema del calcolo dei corrispettivi, poi, a base di gara negli affidamenti dei servizi di architettura e ingegneria bisogna fare chiarezza una volta per tutte, sgomberando il campo da ogni equivoco”.

Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

“Il cosiddetto Decreto Parametri - spiega Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio Nazionale e coordinatore del Dipartimento Lavori Pubblici - non è certamente una tariffa professionale. Esso non stabilisce affatto minimi tariffari, ma costituisce un prezioso strumento per stabilire in modo chiaro e trasparente l’importo da porre a base di gara negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria; importo che è naturalmente oggetto di ribassi in relazione ai criteri di affidamento adottati.”
“Siamo dunque sorpresi delle annotazioni espresse dal Consiglio di Stato sull’art.24 comma 8 del codice, così come modificato dal decreto correttivo, che costituisce un punto di riferimento importante per la trasparenza negli affidamenti. E’ appena il caso di ricordare che le procedure di affidamento variano in relazione all’importo stimato del servizio da affidare. Pertanto, l’eventuale rimozione delle positive modifiche introdotte sul tema dal correttivo promuoverebbe la più illimitata discrezionalità delle stazioni appaltanti che potrebbero regolarmente sottostimare l’importo a base di gara ed affidare conseguentemente i servizi di architettura e ingegneria, con procedure errate, in violazione ai più elementari principi della trasparenza. Ad esempio, una stazione appaltante, sottostimando l’importo del servizio da affidare sino a scendere sotto la soglia dei 40.000 euro, potrebbe procedere con un affidamento diretto, anziché ricorrere ad una procedura negoziata o ad una procedura aperta.”
“Tutto ciò confliggerebbe in modo evidente con i principi fondamentali della legge delega che punta molto su regole chiare e trasparenza negli affidamenti. Il ripristino di regole certe per il calcolo dell’importo a base di gara negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria, era stato, infatti, già auspicato dalle competenti Commissioni Parlamentari con il parere espresso sul testo del Codice pubblicato il 18 aprile 2016”.

Per La Mendola, “per quanto riguarda invece il tema della progettazione interna o esterna alla pubblica amministrazione, siamo senza dubbio favorevoli alla valorizzazione delle professionalità interne, ma soprattutto nell’ambito della programmazione e della verifica dell’intero processo di esecuzione di un’opera pubblica. Lo siamo rispetto al riconoscimento degli incentivi non solo ai funzionari, ma anche ai dirigenti che svolgono il difficile ruolo di Responsabile Unico del Procedimento ma rimaniamo dell’idea che la progettazione debba essere prioritariamente affidata ai liberi professionisti, che dispongono di mezzi più adeguati ad assicurare una progettazione di qualità. Oggi, paradossalmente, accade che sempre più spesso la progettazione venga affidata all’interno delle stazioni appaltanti, mentre le verifiche vengono affidate a liberi professionisti, con il risultato di invertire i ruoli; fatto questo che impedisce la valorizzazione delle capacità attitudinali sia dei pubblici dipendenti che dei liberi professionisti”.

“Siamo perplessi, infine, per le critiche espresse dal Consiglio di Stato sull’art.24, comma 3, all’obbligo – introdotto dal correttivo - di iscrizione all’Ordine professionale anche per i pubblici dipendenti. In merito a questo tema, siamo convinti che anche i pubblici dipendenti, come i liberi professionisti, debbano rispettare le regole deontologiche del proprio Ordine di appartenenza e frequentare i corsi della formazione continua, al fine di assicurare un adeguato livello qualitativo delle prestazioni fornite nello svolgimento del loro ruolo professionale, in seno alla pubblica amministrazione.”
“Confidiamo comunque nel Governo e nelle Commissioni Parlamentari affinché il testo del correttivo non perda per strada gli obiettivi già raggiunti ed affinché superi le criticità residue accogliendo i contenuti del documento, condiviso con la Rete delle Professioni Tecniche, già da tempo presentato al Consiglio dei Ministri ed alle Camere”.