Questa volta non passava sopra un carico eccezionale ... e questa volta non stavano sollevando l'impalcato per lavori eccezionali ... questa volta è caduto, e l'unica sollecitazione esterna era rappresentata da un'auto dei Carabinieri parcheggiata sotto il ponte.
A cedere, in particolare, è stata una campata dell’asta di svincolo per Marene, al km 61,300, strada statale 231 ‘di Santa Vittoria’, che è stata chiusa in entrambe le direzioni tra i chilometri 59 e 66.
Come si vede dalla mappa è una tangenziale ancora poco utile, come riporta uno studio realizzato a Fossano per il prolungamento della Tangenziale: "La tangenziale (variante SS 231) risulta invece ampiamente sottutilizzata, con volumi di traffico contenuti (circa 300 veicoli equivalenti per direzione nell’ora di punta). Lo scarso utilizzo di questo asse stradale e? attribuibile principalmente alla mancanza di svincoli con le strade radiali, in particolare con la strada provinciale per Genola (ex SS 28). " LINK al DOCUMENTO
Poco utile e poco trafficato, per fortuna, così non ci sono stati incidenti gravi come negli altri casi degli ultimi mesi.
Ma cosa è successo ? al momento sappiamo tutti poco (per "tutti" intendiamo la collettività). Sappiamo che è un ponte realizzato con strutture in calcestruzzo prefabbricate; dalle foto si intuisce (ma non ne siamo certi) che si tratti di un ponte a cassone precompresso che, rotti i cavi di precompressione, sezione di rottura di sinistra, quando cade sulla strada inferiore per l’urto si rompe ulteriormente. Come sembra di vedere nella foto di sotto.
L'ing. Adriano Scarzella, vicepresidente Ordine Ingegneri della Provincia Cuneo e referente per le questioni strutturali, è stato intervistato dalla Stampa, ma fa solo delle prime ipotesi: «L’ipotesi secondo me più probabile, alla luce delle fotografie che ho potuto vedere, senza però un’esame diretto sul posto, è questa: il viadotto pare in parte prefabbricato, cioè composto all’interno da cavi pretensionati. Mi pare abbia ceduto un giunto, nel quale si vedono cavi tranciati. La rottura può essere stata provocata da problemi di manutenzione. Per esempio, d’inverno lo spargimento del sale crea infiltrazioni d’acqua e grande corrosione dei trefoli (cavi), che alla lunga possono essere danneggiati. Cedendo il giunto, si è verificato il cosiddetto «crollo a ginocchio», cioè il cedimento del giunto dall’altra parte. Questa è per me la spiegazione ingegneristica. Poi possono essercene altre fantasiose, magari legate al tipo di materiale utilizzato».
Nel passato, nel 2010 si era registrato un problema nella zona del cedimento a causa dell'alluvione del mese di giugno dello stesso anno che aveva portato a un restringimento della carreggiata per un lungo periodo. Ecco alcuni estratti della stampa di allora:
Torniamo al crollo di oggi, definito "un fatto gravissimo e potenzialmente molto offensivo" dal procuratore di Cuneo Francesca Nanni, la magistratura ha aperto un'indagine per crollo colposo affidata al sostituto Pier Attilio Stea, giunto poco fa sul posto; è già stata preannunciata una perizia tecnica sull'accaduto.
Anche il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta predisponendo l'istituzione di una commissione ispettiva di esperti del dicastero per analizzare e valutare quanto accaduto. Il decreto di nomina, annuncia una nota del ministero, verrà firmato dal ministro Graziano Delrio.
ANAS ha dichiarato che proprio quella mattina era stato fatto un controllo sullo stato di manutenzione, risultato positivo. Ora il presidente Gianni Vittorio Armani ha istituito una commissione d’inchiesta interna per accertare cause e responsabilità, presieduta dal generale dei carabinieri Roberto Massi, direttore della Tutela Aziendale di Anas, e composta da due ingegneri strutturisti ed esperti di tecniche costruttive.
"La realizzazione della campata dell'asta di svincolo per Marene, al km 61,300 in località Fossano, in provincia di Cuneo, risale agli anni '90". Lo si legge in una nota dell'Anas in merito al crollo del cavalcavia a Fossano. "L'opera non rientrava nei piani di manutenzione straordinaria in quanto non presentava evidenze di problematiche strutturali, anche se, come avviene per tutte le opere Anas, era sottoposta regolarmente a ispezione. Anche in occasione dei monitoraggi programmati questa mattina da parte del sorvegliante e del capo nucleo non è risultata visibile alcuna criticità - continua la nota - I tecnici della commissione Anas sono già sul posto. Nessuna ipotesi viene esclusa, compreso i possibili vizi costruttivi dell'opera".
Arriviamo ora ai vizi dell'opera.
Questa volta - visto il luogo e il periodo di costruzione - nessuno dovrebbe parlare di uso di sabbia di mare o di ferri lisci, ed è già un passo avanti. Ma del binomio tangenziale-tangenti e del possibile collegamento con i visi dell'opera si dovrebbe parlare. Sul WEB si trova poco, pochissimo.
Abbiamo trovato qualche informazione su chi fece i rilievi topografici della tangenziale, su chi ha fornito i sistemi antivibrazione per i ponti, ma soprattutto la tangenziale di Fossano avrebbe dovuto essere completata nel 1992. Per la sua costruzione furono stanziati quaranta miliardi di lire. Dopo una serie di interruzioni dei lavori, l’opera è stata completata dal gruppo Itinera. Itinerà è una società del gruppo Gavio che possiede al 5% la società Asti-Cuneo.
Ed ecco il colpo di scena. Sul sito della Camera abbiamo ritrovato la "Domanda di Autorizzazione a Procedere in Giudizio ai sensi dell’Articolo 96 della Costituzione del Deputato GIovanni Prandini nella sua qualità di Ministro dei LLPP pro tempore" del 3 agosto 1993 (LINK al DOCUMENTO).
Nel documento a pagina 11 si parla anche della tangenziale di Fossano e delle tangenti pagate.
Nel documento si parla di tangenti per 2 miliardi di lire pagati all'ex direttore generale dell' Anas Antonio Crespo per essere poi versati al Ministro Prandini.
Dopo tutti questi anni non possiamo affermare che il viadotto sia crollato per colpa di questa tangente, ma sarebbe interessante che emergessero più dati dell'epoca, come per esempio, con che ribasso fu appaltata l'opera, chi si occupò della fornitura delle strutture, e tutte quelle informazioni che ci fanno oggi comprendere quanto pesi il malaffare nelle nostre opere infrastrutturali.
Da un punto di vista tecnico, ora, sarebbe interessante capire:
e quindi capire:
e infine chi ha la responsabilità del crollo.
Spero, che almeno questa volta, non si scarichi la colpa sul materiale calcestruzzo. Il calcestruzzo è come la nostra anima, punta ad essere eterno, sono i peccati di chi ci lucra che a volte, per fortuna poche, lo portano all'inferno invece che in paradiso.
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