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Architettura: “il progetto strumento indispensabile per la qualità delle città” - CNAPPC

Architettura: “il progetto strumento indispensabile per la qualità delle città” Resoconto Conferenza Nazionale sull’Architettura

Il punto dopo la Conferenza Nazionale sull’Architettura del 27 Aprile


Roma, 27 aprile 2017. La crisi strutturale italiana ed europea ha creato la necessità di profondi cambiamenti nei processi di trasformazione del territorio, delle città e degli insediamenti. Il sistema città e le questioni  urbane, l’innovazione per un uso intelligente e al servizio delle persone, il riuso e la rigenerazione degli edifici, delle città e del paesaggio sono gli ambiti nei quali si cimentano - e si cimenteranno sempre di più -  i progettisti per immaginare e realizzare la città del futuro. E’ quindi necessario riconfigurare il sistema dell’architettura secondo le nuove necessità della società italiana e della formazione delle nuove generazioni di professionisti, docenti e ricercatori. 

Il progetto di architettura è lo strumento indispensabile per cogliere le nuove sfide della qualità delle città e della vita urbana, della società multietnica, della nuova responsabilità ambientale e sociale, nell’era del cambiamento climatico e del superamento della dipendenza dall’energia fossile, dei nuovi bisogni di conoscenza, progettazione e gestione che la rivoluzione digitale impone. 
L’obiettivo è quello di  produrre una nuova qualità architettonica e urbana fondata sulla ricchezza e sulla diversità del patrimonio culturale italiano, architettonico, paesaggistico, urbano, monumentale indirizzandola verso un nuovo rinascimento del Paese. Ma è anche quello di rendere ancora più competitivi in Europa, e più in generale all’estero dove sono già molti apprezzati,  i professionisti italiani.
E’ da queste premesse che si è articolata, a Roma, la Conferenza Nazionale sull’Architettura organizzata dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, in collaborazione con il gruppo Operativo Università della Conferenza nazionale degli Ordini, e dalla Conferenza Universitaria Italiana di Architettura (CUIA).
Serve quindi assegnare alla conoscenza un nuovo, più incisivo e concreto valore strategico attivando occasioni di confronto e condivisione sui temi della sviluppo della città e del territorio che vedano una nuova e più intensa integrazione fra formazione, ricerca e professione. Così come coordinare le iniziative e le attività in modo da evitare la frammentazione degli interventi ottimizzando le risorse impiegate, stabilendo regole comuni di riconoscimento reciproco dei crediti formativi professionali e universitari tra il Consiglio nazionale e l’Università.
Coerente con questi obiettivi, ipotizzata la realizzazione - nell’ambito di una intesa con il MIUR – di un Open day unico nazionale, una settimana durante la quale il sistema ordinistico (Ordini, Federazioni/Consulte regionali) e le Università organizzino eventi ed azioni di incontro e di orientamento pre-universitario stimolando conoscenza, consapevolezza, motivazioni.
Altrettanto coerente la proposta di modificare, pur riconoscendo al modello del costo standard una validità come criterio per valutare le esigenze dei diversi atenei, quello per i corsi di architettura e gli altri corsi dell’area “progetto” (architettura, pianificazione territoriale, paesaggio, conservazione del patrimonio architettonico e, per analoghe esigenze, disegno industriale) per essere corrispondente al costo necessario (ed effettivo) della formazione.
Non meno importante, sempre tra le proposte, l’impegno ad una valorizzazione dei Comitati di indirizzi per realizzare la programmazione dei percorsi formativi in linea con i profili professionali richiesti dal mercato del lavoro accompagnata dalla verifica e validazione degli obiettivi formativi programmati con i risultati ottenuti unita alla previsione, all’interno dei percorsi di studio di primo e di secondo livello, di moduli di orientamento e accompagnamento al lavoro anche a supporto dei tirocini curriculari. 
Sottolineata l’esigenza, in relazione alla riflessione sui nuovi profili formativi che potranno condurre ad una revisione delle classi di laurea e laurea magistrale, di incrementare il carattere operativo/progettuale e professionale della formazione e al tempo stesso disporre dei necessari margini di gestione per il miglioramento del rapporto docente/studenti.
Fondamentale, poi, incrementare l’attrattività del sistema formativo italiano consentendo, con l’introduzione di regole meno penalizzanti, l’aumento dei flussi di studenti UE ed extra UE, sempre numerosi grazie alla storia ed alla tradizione degli Atenei italiani, e della capacità di operare su una dimensione internazionale, anche in relazione a programmi di cooperazione culturale e scientifica.
Nel corso della Conferenza è stato anche affrontato il tema dell’accesso programmato ai corsi di laurea in architettura. Emersa, unanime, l’esigenza di rafforzare le attività di orientamento negli anni precedenti al diploma di maturità anche con progetti speciali per l’area del progetto (scuola-lavoro, ecc.); di rivalutare il nesso tra orientamento e prova di ammissione anche con la possibilità di attivazione di prove di ammissione locali, gestite in autonomia dagli atenei, in rapporto alla determinazione del numero programmato nazionale.
Il tirocinio professionale accompagnato da un adeguato compenso - è stato rilevato - appare come un’ineludibile tappa nell’ambito del processo formativo e pertanto occorre promuovere azioni che ne determinino l’obbligatorietà e ne consentano la più efficace attuazione. 
Nel corso del lavori è stato anche ricordato che l’Esame di Stato condotto con le attuali modalità non è più un’adeguata forma di accesso all’attività professionale anche perché, a ridosso della laurea, oltre ad aver diluito il suo valore di verifica delle capacità e conoscenze acquisite, non è preceduto da un adeguato tirocinio professionale post laurea e il mondo professionale chiamato alla valutazione dei requisiti di base prima dell’accesso alla professione non ha, come invece sembrerebbe logico, l’effettivo controllo sul suo espletamento.  
L’insieme delle proposte scaturite dalla Conferenza per divenire efficace - è stato sottolineato - dovrà concretizzarsi mediante un Tavolo di lavoro che definisca un Protocollo di Intesa tra il Consiglio Nazionale degli architetti, la CUIA e il MIUR per sviluppare azioni comuni tese alla valorizzazione della figura dell’Architetto e affinché la formazione per l’architettura e il progetto, in senso più ampio, assumano un ruolo realmente primario negli obiettivi programmatici delle tre istituzioni.