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Split payment: rischi ed effetti per i professionisti. Le proposte di ANCE

I costruttori edili propongono alternative per combattere l'evasione fiscale senza rischiare la crisi di liquidità: modello dichiarazione Iva mensile, applicazione meccanismo di versamento IVA anche per i fornitori e definizione della soglia massima di applicazione dello split payment

L'estensione dello split payment ai professionisti, perfezionata dalla 'Manovrina' (art.1 del decreto-legge 50/2017) appena pubblicata in Gazzetta, non piace affatto ai Professionisti che per bocca del CUP continuano a manifestare il malcontento e, tramite ANCE, propongono alternative 'più percorribili'.

Split payment: come funziona
E' un meccanismo per cui il fornitore della PA emette regolarmente fattura ma non incassa l’IVA, che l’ente pubblico versa direttamente allo Stato. Come già ricordato, la recente manovra correttiva ha esteso lo payment IVA – prima riservato solo alle imprese fornitrici della PA – a professionisti e Partite IVA, nonché alle società controllate dalle PA.

Le rimostranze di associazioni di categoria e CUP
Per le associazioni di categoria, il principale rischio è la doppia imposizione sui titolari di reddito di lavoro autonomo, che sono già assogettati a ritenuta all'atto dell'incasso delle fatture (del 22%). Inoltre, in Italia i tempi per il rimborso dell'IVA può arrivare anche a 602 giorni, il che aggrava la situazione. CUP e Confprofessioni sono pertanto intervenute in sede di commissioni parlamentari chiedendo il ripristino della normativa precedente.

Estendere lo split payment ai professionisti, ha spiegato il CUP, non avrebbe nessun vantaggio per il contrasto dell’evasione dell’IVA, che rappresenta l’unico motivo per cui l’Europa ha concesso la possibilità di utilizzare tale meccanismo. La norma, inoltre, non prevede neanche una disposizione transitoria che consenta l’aggiornamento dei sistemi informatici.

Per Confprofessioni, inoltre, i professionisti si avvalgono di collaborazioni che vengono pagate con l’IVA, quindi lo split payment si tradurrà in una decurtazione delle entrate, con effetti negativi sui redditi e sugli investimenti.

Le proposte dei Costruttori
L'Ance, associazione dei costruttori, ha formulato alcune proposte alternative per risolvere il problema del credito IVA con adozione di appositi meccanismi operativi di accelerazione del recupero del credito, tra cui:

  • un Modello di dichiarazione Iva mensile, che consenta la compensazione del credito Iva già il mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione;
  • l’applicazione dello stesso meccanismo di versamento dell’Iva anche nei confronti dei fornitori (l’impresa che presta servizi nei confronti della Pubblica amministrazione non riceve l’Iva, ma non la paga neanche sulle fatture dei propri fornitori);
  • la definizione di una soglia massima di applicazione dello split payment al di sopra della quale l'IVA verrebbe liquidata in modalità ordinaria. Definendo una soglia abbastanza bassa, si potrebbe combattere l’evasione che si annida, come tra l’altro riconosciuto dai dati ufficiali, soprattutto nell’ambito delle piccole e medie forniture, e non nei contratti di opere o lavori pubblici, laddove l’evasione è resa più difficile dagli obblighi di fatturazione elettronica e tracciabilità dei pagamenti.

Previsioni future
La sensazione è che difficilmente verrà ripristinato il vecchio regime. Lo suggeriscono i numeri: lo split payment, come segnalato dall'Agenzia delle Entrate, ha generato un incremento del gettito IVA di circa 3.493 milioni di euro. Osservando inoltre il monitoraggio del Fisco sul comportamento dei fornitori della PA prima e dopo l’adozione dello split payment, si evince che nel 2015 il gap IVA si è ridotto, con riferimento ai fornitori della PA, di circa 2,5 miliardi di euro, ai quali si è aggiunto un ulteriore miliardo recuperato nel 2016, grazie alla riduzione dei mancati versamenti dell’IVA dichiarata dai fornitori della PA che poi non la versavano, e dell'omessa dichiarazione, in tutto o in parte, dell'IVA correttamente riportata nelle fatture emesse nei confronti della PA. Lo split payment amplificherebbe ulteriormente questi numeri.