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Percorsi partecipati nella gestione dell’acqua in Lombardia: la valutazione di alcuni testimoni privilegiati

Memoria tratta dagli Atti del Convegno “Acqua e città 2011” - 4° Convegno Nazionale di Idraulica Urbana, Venezia, 21 - 24 giugno 2011

Data di pubblicazione originale dell'articolo: 1/6/2012


La disponibilità di risorsa idrica ha da sempre rappresentato un fattore di sviluppo locale di importanza strategica: lo dimostra l’entità delle problematiche causate da eventi siccitosi e/o di carenza idrica che sembrano colpire anche alcuni contesti europei tradizionalmente ricchi d’acqua. E’ il caso ad esempio della Lombardia, dove dal 2003 al 2007 si sono succeduti significativi episodi di scarsità idrica, indotti da particolari condizioni meteorologiche concomitanti ad un uso della risorsa sempre più massivo e distribuito tra usi plurimi e concorrenti. Nel 2006 è nata così l’idea, da parte dell’amministrazione regionale lombarda, di avviare i lavori del “Patto per l’Acqua” con l’obiettivo di riunire al tavolo tutti i portatori di interesse coinvolti nell’uso della risorsa idrica, condividere con questi una vision comune sulla politica e gestione dell’acqua per arrivare infine a sottoscrivere un accordo, nel febbraio 2009, che ponesse dei punti fermi in relazione a una situazione emergente di deficit idrico.
Al fine di valutare quanto appreso, in termini organizzativi e istituzionali, e di individuare le prospettive di azione futura per dare efficacia al processo partecipato avviato, lo studio si è proposto di raggiungere i 62 partecipanti ai tavoli del Patto, appartenenti a Istituzioni, Enti regolatori dei laghi, vari settori di utilizzo della risorsa, associazioni ambientali e mondo della ricerca. Attraverso la predisposizione e conduzione vìs a vìs di interviste a un campione predefinito, integrate poi da un questionario somministrato via web, è stato quindi possibile esplorare le percezioni degli attori relativamente a contenuti affrontati, relazioni tra i partecipanti, procedure seguite, soddisfazione complessiva per l’esito raggiunto e attese future. Dei giudizi espressi (al netto quindi dei missing) oltre l’80% risultano positivi, con una prevalenza delle risposte sui livelli intermedi.
Nell’esperienza del Patto per l’Acqua si è adottato un metodo di lavoro nuovo, pienamente inclusivo, che nei partecipanti ha indotto una crescita di consapevolezza sulle questioni e un consolidamento delle relazioni. Non vi sarebbe tuttavia stato alcun tentativo di mediazione degli interessi in gioco e la sigla del documento finale avrebbe assunto una connotazione fortemente politica. Il giudizio complessivamente positivo espresso sul processo risulta pertanto condizionato, nella quasi totalità dei casi, da un passaggio all’azione che dia senso ed efficacia al notevole investimento di tempo e risorse impiegato.


Memoria tratta dagli Atti del Convegno “Acqua e città 2011” - 4° Convegno Nazionale di Idraulica Urbana, Venezia, 21 - 24 giugno 2011

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