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Decreto BIM: consultazione chiusa, ma i comuni chiedono risorse

Decreto BIM: chiuse ufficialmente la fase di consultazione lo scorso 3 luglio. La UE pubblica il manuale per le pubbliche amministrazioni, che però esprimono perplessità sulle risorse - mancanti - con le quali adempiere alle attività dell'articolo 3 del decreto

Si è ufficialmente conclusa, la consultazione pubblica proposta dal MIT sul cd. Decreto BIM. Dalle osservazioni pervenute da parte degli operatori, si evince che l'impostazione generale del provvedimento, volutamente poco dettagliato e aperto alle evoluzioni future del mercato, è stata accolta con favore. Anche il mancato riferimento alle norme Uni, molto discusso in fase di scrittura della bozza, pare un problema superato.

Il problema, quindi, sorge alla voce “costi”. I comuni e le stazioni appaltanti, direttamente chiamati in causa dall’art.3 del decreto, il quale stabilisce appunto che le amministrazioni devono approvare un piano di formazione del personale, un piano di acquisizione di strumenti hardware, un atto organizzativo sui processi di controllo e gestione, non hanno risorse a sufficienza per adempiere e si chiedono con quali soldi verranno effettuati questi adempimenti.

Nel frattempo, a Bruxelles è stato presentato l'Eu Bim Handbook. Il volume (84 pagine) è il frutto di un lavoro collegiale guidato da Adam Matthews (componente dell'Eu Bim Task Group), con contributi di Pietro Baratono (capo della commissione incaricata di scrivere il decreto sul Bim) e dell'esperto Angelo Ciribini (componente della medesima commissione ministeriale).

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