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Pagamenti negli Appalti: 45 giorni sono troppi. Violata la normativa europea

Ritardi nei pagamenti negli Appalti pubblici: per la Commissione europea l'art.113-bis del Codice Appalti, che estende a 45 giorni il termine per il pagamento delle fatture nelle opere pubbliche, viola il termine di 30 giorni previsto dalla direttiva 2011/7/UE

Il termine per l'emissione dei certificati di pagamento relativi agli acconti del corrispettivo di appalto non può superare i 45 giorni decorrenti dall'adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori. Lo afferma la Commissione europea, che ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora per la previsione dell'art.113-bis del d.lgs. 50/2016.

La disposizione, introdotta dal cd. Correttivo Appalti (d.lgs. 56/2017), secondo la Commissione europea sembra estendere sistematicamente a 45 giorni il termine per il pagamento delle fatture nelle opere pubbliche, violando così la direttiva sui ritardati pagamenti - direttiva 2011/7/UE - che richiede alle amministrazioni pubbliche di pagare le merci e i servizi che essi acquistano entro 30 giorni o eccezionalmente entro 60 giorni.

E adesso? L'Italia avrà due mesi di tempo per rispondere ai rilievi della Commissione europea, poiché la lettera di messa in mora rappresenta il primo passo per l'avvio della procedura di infrazione.