Riciclo
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A Singapore presentata una ricerca sul riciclo del carbone esausto nel calcestruzzo stampabile in 3D

Alcuni ricercatori della Nanyang Technological University (NTU) di Singapore hanno utilizzato la cenere di ghiaccio, un residuo del carbone bruciato, per creare un materiale geopolimerico stampabile 3D.

Alcuni ricercatori della Nanyang Technological University (NTU) di Singapore hanno utilizzato la cenere di ghiaccio, un residuo del carbone bruciato, per creare un materiale geopolimerico stampabile 3D.

La miscela contiene anche scorie di acciaio e vari prodotti chimici che non sono stati rivelati.

La squadra guidata da Ming Jen Tan (della Scuola di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale) ha recentemente pubblicato i suoi risultati nella rivista Cleaner Production and Materials Letters.

Innumerevoli quantità di carbone vengono bruciate ogni giorno, soprattutto in  Cina e in India, e ciò significa che vengono creati enormi quantità di sottoprodotti, la maggior parte dei quali deve essere smaltita in discariche o con altri mezzi.

I ricercatori del NTU, mescolando la cenere  con scorie di acciaio e un mix di sostanze chimiche, sono stati in grado di creare un  geopolimero stampabile 3D che può essere utilizzato per realizzare grandi e solide strutture con  le stampanti 3D  in calcestruzzo.

Il gruppo di ricerca ha raccolto le ceneri  da una centrale a carbone in India, ma sono sicuri che il residuo possa essere raccolto anche da altri luoghi come impianti di rifiuto a energetici. Il calcestruzzo stampabile 3D aiuterà anche l’industria delle costruzioni a ridurre la Carbon Food Print.

La grande domanda, però, è se questa miscela di calcestruzzo riciclato è in grado di "funzionare" come un calcestruzzo speciale realizzato con materiali standard.

Secondo i test dei ricercatori, la miscela stampabile 3D è altrettanto forte, ma solo se le strutture sono orientate in modo esatto dal momento che le  “proprietà meccaniche del geopolitico stampato 3D dipendono prevalentemente dalle direzioni di caricamento a causa della natura anisotropica del processo di stampa”.

Ora la ricerca è indirizzata proprio a questo: lo studio del mic design che consenta a questo nuovo materiale di essere ancora più forte, pari quindi al cemento armato, attraverso un mix di geopolimeri. Ulteriore sfida è che questi materiali possano indurire  più velocemente, per ridurre anche la necessità di sostegni.

Ecco il link all’articolo originale (in inglese)


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