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Beni culturali: ricostruito in 3D il Fregio delle Sfingi ai Mercati di Traiano

Sviluppo e diffusione di metodi, tecnologie e strumenti avanzati per la COnservazione dei Beni culturali, basati sull’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti


Ricostruzione 3D fotogrammetrica del kimalesbio trilobato
Ricostruzione 3D fotogrammetrica del kimalesbio trilobato

Soluzioni hi-tech targate ENEA hanno permesso la ricostruzione 3D e la restituzione ad alta risoluzione di alcuni frammenti del Fregio delle Sfingi che decorava il primo ordine dell’abside della Basilica Ulpia nell'antica Roma, caratterizzato da un motivo di sfingi sedute in posizione araldica e candelabri alle loro spalle. Le attività, condotte nell’ambito del progetto COBRA (Sviluppo e diffusione di metodi, tecnologie e strumenti avanzati per la COnservazione dei Beni culturali, basati sull’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti) finanziato dalla Regione Lazio, hanno consentito la restituzione 3D virtuale ad alta risoluzione di 15 frammenti, grazie a software innovativi, modelli matematici, scansioni fotogrammetriche da immagini digitali 2D e a luce strutturata. Non è tutto. Grazie alla perfetta integrazione tra le tecniche di restituzione 3D a luce strutturata e fotogrammetrica, sullo schema del fregio fornito dalla Soprintendenza è stato possibile sovrapporre e posizionare 10 frammenti tra cui uno rappresentativo dell’architrave, con decoro a “kimalesbio trilobato”, proveniente da un altro fregio architrave riconducibile sempre al primo ordine della Basilica Ulpia.

Schema del motivo del fregio delle Sfingi
Schema del motivo del fregio delle Sfingi

La stampa in 3D del fregio ricomposto è attualmente esposta a Roma, nell’ambito della grande mostra “Costruire l’Impero, creare l’Europa”, realizzata per i 1900 anni dalla morte dell’imperatore Traiano (Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali, fino al 18 settembre 2018). “Approfittando dell’ingresso gratuito nei musei la prima domenica del mese, il prossimo 4 marzo potrà essere sicuramente una buona un’occasione per vedere questa nostra realizzazione che cerca di mettere insieme arte e tecnologia”, ha sottolineato Andrea Quintiliani, responsabile Laboratorio Implementazione Nuovi Progetti e Applicazioni in Rete dell’ENEA.

Ipotesi di ricostruzione virtuale 3D del fregio. Un secondo esemplare della ricostruzione in 3D del fregio sarà in mostra al Salone del Restauro di Ferrara (21-23 marzo 2018).
Ma il fregio è solo uno dei risultati raggiunti nell’ambito del progetto COBRA finalizzato all’innovazione tecnologica nel settore dei Beni Culturali.

Otto nuovi posti di lavoro, 10 dimostratori innovativi, 24 campagne esterne in siti archeologici, musei e monumenti storici del Lazio, ma anche prove sismiche su costruzioni tipiche del centro Italia in collegamento con importanti centri di ricerca da tutto il mondo, 3 focus group, 6 workshop, 8 eventi tra mostre e fiere, 37 conferenze e 14 pubblicazioni. Sono solo alcuni dei numeri iscritti al bilancio del progetto, che in due anni e mezzo ha puntato a trasferire competenze e tecnologie d’avanguardia alle imprese del Lazio, per contribuire con approcci e strumenti innovativi alla diagnostica, protezione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale.

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Strumento per scansioni laser

Questi risultati ci hanno permesso, tra l’altro, di incrementare in qualità e quantità le collaborazioni con le PMI fornitrici di prodotti e servizi e con le Soprintendenze, con impatti positivi sulla crescita di posti di lavoro qualificato, di competitività del sistema ricerca-industria a livello nazionale e, per la trasversalità delle tecnologie, anche di altre filiere produttive, quali le bioscienze, l’aerospazio e le energie rinnovabili”, ha evidenziato Roberta Fantoni, responsabile scientifico  del progetto.


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Scansione laser di un elemento

Il progetto inoltre ha consentito l’apertura, anche via web, dei laboratori coinvolti nei Centri di Ricerca ENEA della Regione Lazio, Frascati e Casaccia, mentre i dati sperimentali prodotti nell’ambito delle campagne sono stati archiviati e resi fruibili in una infrastruttura informatica appositamente sviluppata, denominata E3S, che permette di accedere e gestire i dati in sicurezza sulla infrastruttura di calcolo scientifico dell’ENEA.

articolo ripreso dal sito www.enea.it