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Abusi edilizi: in Campania possibili alternative alla demolizione. Le linee guida

I comuni della Campania potranno valutare, senza alcun vincolo e nel rispetto della disciplina statale e regionale vigente, misure alternative alla demolizione degli edifici abusivi attraverso criteri generali indicati dalla Regione

Le linee guida relative ai problemi dell'abusivismo edilizio in Campania, pubblicate dalla Regione e disponibili nel file allegato, si riferiscono alla legge regionale 19/2017 che prevede la possibilità, in alternativa alla demolizione, di acquisire e rivendere gli immobili abusivi che non siano in contrasto con gli interessi urbanistici, ambientali o idrogeologici.

Le dichiarazioni del presidente De Luca

A conclusione del lavoro che ha portato - nel mese di giugno 2017 - all'approvazione della legge in Consiglio Regionale e quindi alle relative linee guida, il Presidente Vincenzo De Luca ribadisce la posizione dell'amministrazione regionale sugli abusi edilizi. "Innanzitutto – dichiara De Luca -  non esiste l'abusivismo di necessità. Esiste l'abusivismo. Esistono poi condizioni sociali di necessità, ed esiste la realtà del fenomeno. Riconfermo quindi la posizione della Regione, che consiste in due punti essenziali:

  1. lotta rigorosa ed efficace all'abusivismo, soprattutto ai fenomeni che possono registrarsi da oggi in poi. Inasprimento delle pene. Radiazione dagli Albi delle imprese che costruiscono manufatti abusivi. Cancellazione dagli Ordini dei tecnici che realizzano abusi edilizi. Questa è la nostra proposta di legge che abbiamo rivolto al Parlamento nazionale, competente in materia.
  2. sui 70mila alloggi abusivi della Campania, ribadiamo che: non sono sanabili gli immobili costruiti in zone idrogeologicamente a rischio, quelli realizzati in aree demaniali con vincolo ambientale, e quelli realizzati da imprese della camorra.

Per il resto la nostra legge intende regolamentare la possibilità già prevista dalla legge nazionale, che i comuni possano acquisire al patrimonio pubblico gli alloggi per destinarli a uso sociale o ricomprenderli in piani di recupero territoriali. Dunque rigore assoluto, ma anche concretezza".

La scelta tra demolizione o alternativa

In primis, le linee guida sottolineano che la demolizione dell'opera abusiva, finalizzata al ripristino dell'equilibrio urbanistico violato con un illecito edilizio, costituisce la misura ordinaria da adottarsi in ipotesi di abuso. In seguito, si possono valutare le alternative attraverso criteri di valutazione del prevalente interesse pubblico rispetto alla demolizione. Ad esempio, l'interesse pubblico a non demolire si potrebbe ravvisare per:

  • a) l'interesse all'utilizzo dell'immobile quale ufficio pubblico o per servizi pubblici esercitati dal comune;
  • b) l'interesse all'incremento del patrimonio comunale (la locazione o l'alienazione degli immobili acquisiti possano aumentare le entrate del Comune);
  • c) l'interesse sociale al soddisfacimento di esigenze abitative di nuclei familiari che risultino attestate dal competente servizio o ufficio comunale;
  • d) l'interesse pubblico ad evitare l'aggravarsi delle condizioni di disagio abitativo e precarietà sociale in zone ove il fenomeno della realizzazione di edifici ad uso residenziale privi di titolo abilitante riveste proporzioni di particolare rilevanza e nelle quali l’adozione di misure alternative all'abbattimento è compatibile con il perseguimento delle finalità di riqualificazione.

Le linee guida, oltre all'analisi del rapporto costi/benefici per il mantenimento dell'immobile abusivo, contengono anche i criteri per la valutazione del non contrasto dell'opera con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell'assetto idrogeologico.

Le regole per l'edificio abusivo 'risparmiato'

Il documento contiene anche alcune regole sulla gestione relativa all'edificio abusivo che non è stato demolito, in riferimento - tra l'altro - ai criteri di determinazione del canone di locazione e del prezzo di alienazione e ai criteri di determinazione del limite di adeguatezza dell’alloggio alla composizione del nucleo familiare.

Gli immobili acquisiti al patrimonio dei comuni potranno essere destinati, a titolo esemplificativo, a:

  • uffici pubblici;
  • alloggi di edilizia residenziale pubblica;
  • alloggi per edilizia residenziale sociale (Housing sociale);
  • opere pubbliche o di interesse pubblico;
  • opere di urbanizzazione secondaria;
  • programmi di valorizzazione immobiliare anche con l'assegnazione in locazione degli immobili destinati ad uso diverso da quello abitativo;
  • programmi di dismissione immobiliare.

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