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TU Edilizia: servono regole più chiare per le zone a basso rischio sismico. La richiesta delle Regioni

Zone a bassa sismicità: la Conferenza delle Regioni ha approvato un ordine del giorno che tiene conto di recenti sentenze della Cassazione penale

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella seduta dello scorso 19 aprile, ha approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a "impegnare il Tavolo Tecnico presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per la revisione del D.P.R. n. 380/2001 per l'introduzione di norme specifiche che eliminino l’ambiguità delle attuali regole in materia sismica in relazione ai ruoli e alle funzioni dello Stato e delle Regioni ed Enti Locali. In particolare per quanto attiene alla definizione dei criteri necessari per la puntuale individuazione delle zone a bassa sismicità e la definizione dei livelli di sicurezza accettabili per le costruzioni esistenti".

Nel documento, che è disponibile nel file allegato, si chiede altresì "di adottare un provvedimento provvisorio con forza di legge, in quanto è sussistente un caso straordinario di necessità ed urgenza che nelle more della formazione e approvazione della nuova legge sulla 'Disciplina delle Costruzioni', chiarisca l'esatta interpretazione degli articoli 83 e 94, comma 1, del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, circa l'individuazione delle 'zone a bassa sismicità' oggetto di interventi edilizi, anche tenendo conto che sussistono due diversi orientamenti: secondo la Corte di Cassazione Penale, in virtù del combinato disposto degli artt. 83 e 94 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, le 'zone a bassa sismicità' ovvero quelle di minor rischio sismico sono solo quelle rientranti nella zona sismica 4; secondo quanto disposto dall'OPCM n. 3274/2003, le 'zone a bassa sismicità' sono, invece, le zone sismiche 3 e 4".

A breve, quindi, ci si attende un provvedimento che faccia definitiva chiarezza sulla questione.

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