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Autorizzazione sismica: ecco perché la delega ai comuni è un clamoroso errore

Guido Castelli, sindaco di Ascoli, non usa mezzi termini al convegno sulla sismica organizzato da Euroconference e Ingenio: l'operazione fatta con la legge 1/2018 è sbagliata, assurda e tendente a obliterare le ragioni stesse che erano a presidio della legge stessa

E' assurdo delegare ai comuni l'autorizzazione sismica. E la legge regionale delle Marche n.1/2018, che avrebbe dovuto perorare determinate cause, ha ottenuto l'esatto opposto stabilendo ciò. La considerazione, chiara e nitida, arriva da chi il terremoto l'ha vissuto da vicino: il sindaco di Ascoli, avvocato Guido Castelli, intervenuto nella tappa marchigiana del "La progettazione nasce dalla conoscenza del danno del sisma - Un viaggio nei luoghi dei più grandi terremoti italiani".

"Il terremoto è un po' come la prova da sforzo per la persona cardiopatica, fa affiorare le debolezze e le inadeguatezze - usa una metafora piuttosto forte Castelli -. Il cardiopatico è l'amministrazione comunale, perché quando si fanno anche i paragoni tra come la PA ha reagito a diversi terremoti, bisogna anche contestualizzare e storicizzare la condizione in cui al verificarsi dal sisma si trovavano le PA. Nel 2016 la situazione per i comuni era molto critica, perché si veniva da anni di crisi e da un blocco del turnover che aveva reso cedevole tutto il patrimonio tecnico".

Da qui, quindi, il 'collasso amministrativo' dei servizi tecnici provocato, appunto, dall'introduzione dell'autorizzazione sismica delegata ai comuni. "Si è cercato di ovviare in parte al problema - continua il sindaco di Ascoli -, ma nel momento in cui gli operatori professionali si formano, si adeguano e si aggiornano, ma hanno anche l'obbligo di interfacciarsi col sistema pubblico e i servizi tecnici, si rischia di avere un sistema pubblico totalmente sprovvisto della benché minima possibilità di restituire competenze amministrative a chi fa questo tipo di lavoro".

Quindi, il problema è grave perché "si omette di valorizzare i Geni Civili che in regione avrebbero dovuto rappresentare l'arsenale di competenza e garantire l'univocità delle interpretazione sulla sismica. Abbiamo cercato di ovviare consentendo ai comuni superiori di 5.000 abitanti di delegare alle Province: peggio che andar di notte, perché se nel 2013 le province davano l'addio al sistema istituzionale, oggi le riportiamo dentro senza che abbia il personale tecnico per poterlo fare! In definitiva, siamo di fronte a un atteggiamento che collide con quella ragionevolezza alla quale una comunità afflitta dal terremoto dovrebbe far ricorso".

Situazione difficile e critica, quindi. E disorientante. "Non ci perdiamo d'animo, come ANCI stiamo articolando la richiesta, per dismettere questa impostazione. Molti comuni marchigiani stanno cercando di provocare un ravvedimento operoso della Regione, vorremo assegnare ai Geni Civili questi compiti".

L'INTERVENTO VIDEO INTEGRALE DEL SINDACO GUIDO CASTELLI E' DISPONIBILE A QUESTO LINK!