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Regime dei Minimi per i Professionisti: ipotesi tetto a 80 mila euro con Iva al 15%. I dettagli

Il Governo pensa di inserire nella Legge di Bilancio 2019 una flat tax specifica per le Partite IVA, alzando il tetto per il regime forfettario degli ex minimi a 80 mila euro

Flat tax per i professionisti: l'ipotesi al vaglio del GovernoUna flat tax dedicata ai soli professionisti e Partite Iva. Come funzionerà? Il Governo ci sta seriamente pensando, tanto che la nuova disciplina sui regimi forfettari portrebbe entrare a regime già dal 1° gennaio 2019.

Rispetto alla flat tax generale, che prevede due scaglioni di reddito con spartiacque a  80 mila euro, e due aliquote di imposta al 15% e al 20% per i redditi superiori, il regime agevolato delle Partite IVA (cosiddetto sistema forfettario) sarebbe anch'esso al 15% ma con tetti di reddito sono più bassi.

Come funziona oggi

Oggi funziona così: i tetti di reddito cambiano a seconda delle diverse categorie di lavoratori autonomi e professionisti, arrivando al massimo a 50 mila euro. Sopra, si esce dal regime forfettario e si pagano le imposte progressive in base al reddito.

Semplificando: per ogni tipologia di attività, si applica un coefficiente al reddito, per ottenere appunto l'imponibile al quale applicare l'imposta al 15%. Nel caso delle attività professionali, scientifiche e tecniche, il tetto arriva a 30 mila euro con coefficiente 78%; nel caso invece di costruzioni e attività immobiliari, il tetto è a 20 mila euro con coefficiente 86%.

Attualmente, possono accedere al regime forfetario i professionisti che rispettino i seguenti requisiti:

  • abbiano conseguito ricavi o percepito compensi non superiori a 30 mila euro (ragguagliati all'anno nel caso di attività iniziata in corso di anno). Non concorrono alla determinazione del limite di riferimento i ricavi e i compensi derivanti dall’adeguamento agli studi di settore;
  • abbiano sostenuto spese complessivamente non superiori a 5.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e per compensi erogati ai collaboratori, anche assunti per l'esecuzione di specifici progetti;
  • il costo complessivo dei beni strumentali, al lordo degli ammortamenti, non superi, alla data di chiusura dell'esercizio, i 20 mila euro.

Il regime forfetario cessa di avere efficacia a partire dall'anno successivo a quello in cui viene meno anche solo uno dei requisiti di accesso previsti, come il superamento della soglia di 30 mila euro per i professionisti.

Come potrebbe funzionare domani

La revisione del regime forfettario prevede un'imposta fissa al 15% fino a 80 mila euro. Se sarà confermata, verranno quindi aboliti gli attuali tetti di reddito che sono diversi a seconda delle categorie di attività. Non è invece chiaro se, e in che modo, cambierà il modo di calcolare l'imponibile al quale applicare l'imposta.

In ogni caso si tratta solo di ipotesi di lavoro, non di norme in vigore. Per farle diventare leggi, servono coperture finanziarie (si calcola che la tassazione al 15% per le partite IVA fino a 80 mila euro costi circa 1 miliardo di euro) e la richiesta di una speciale deroga alla UE, visto che i vincoli europei, oggi impediscono l'applicazione di tassazione forfettaria alle partite IVA sopra i 65 mila euro.

Allargamento regime forfettario: il DDL presentato alla Camera

Ricordiamo che sull'allargamento del regime forfettario ad altre fasce di reddito la deputata di Forza Italia Mara Carfagna ha già presentato alla Camera un disegno di legge che innalza la soglia fino a 50 mila euro annui. Nella proposta si indica prevede anche una soluzione per chi supera il tetto massimo solo di 5 mila euro: allo scaglione di compensi superiore al valore soglia è applicata l'aliquota del 24%.