Sismica
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Come fare un'analisi semplificata del rischio sismico all’interno di magazzini industriali

All'interno una metodologia rapida per la valutazione del rischio sismico all’interno dei magazzini considerando le varie condizioni al contorno in cui vengono utilizzate le scaffalature.

La sicurezza dei magazzini passa attraverso l'analisi delle scaffalature

In Italia esistono molti edifici industriali e commerciali, all’interno dei quali, possono trovare collocazione magazzini per il stoccaggio sia della materia prima sia dei prodotti finiti. Come evidenziato nel D. Lgs. 81/2008 e nella norma europea UNI EN 15635, il responsabile della sicurezza generale (RSPP) e il responsabile della sicurezza del magazzino (PRSES), hanno il compito di valutare i rischi correlati all’utilizzo del magazzino e in particolar modo alle scaffalature. In questo ambito, la valutazione del rischio sismico richiede un processo articolato e complicato a causa di vari fattori: unità di carico, configurazioni della scaffalatura ecc.
Questo articolo presenta una metodologia rapida per la valutazione del rischio sismico all’interno dei magazzini considerando le varie condizioni al contorno in cui vengono utilizzate le scaffalature.

I magazzini e le scaffalature: la situazione in Italia

Come noto, in Italia ci sono molti edifici produttivi e commerciali, all’interno dei quali è possibile trovare dei locali destinasti ad uso magazzino. Secondo studi condotti da Tecnoborsa, circa il 3 – 4% degli edifici in Italia ha una destinazione d’uso produttiva e commerciale (Figure 1). All’interno di questi edifici, quasi sempre, esiste una porzione dedicata al magazzino della materia prima e dei prodotti finiti, i quali, possono essere stoccati, per ottimizzare lo spazio, su apposite scaffalature.

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Figure 1 – Suddivisione degli edifici in Italia

L’utilizzo di scaffalature è sempre stata un’ottima soluzione logistica, tant’è che recenti studi hanno evidenziato come la produzione di scaffalature sia in costante aumento.

La normativa da applicare nel caso di scaffalature

L’Italia, però, è una nazione in cui la pericolosità sismica e la vulnerabilità sismica degli edifici risulta elevata (Figure 2). Secondo la normativa tecnica per la prevenzione sismica degli edifici (NTC 2018), oltre alla protezione dell’involucro edilizio, deve essere valutata anche l’aspetto legato agli elementi non-strutturali ovvero “quelli con rigidezza, resistenza e massa tali da influenzare in maniera significativa la risposta strutturale e quelli che, pur non influenzando la risposta strutturale, sono ugualmente significativi ai fini della sicurezza e/o dell’incolumità delle persone.”

Mappa sismica dell’Italia

Figure 2 – Mappa sismica dell’Italia

In questo ambito rientrano anche gli elementi non-strutturali presenti nei magazzini: le scaffalature. Per ridurre il rischio correlato alle scaffalature e in genere al magazzino, nel 2009 l’UNI  ha recepito la norma europea EN 15635 sull’uso, manutenzione e controllo delle scaffalature industriali.

La norma UNI EN 15635

Tale norma è considerata cogente, in quanto, è espressamente richiamata sia dal D.M. 14/01/2008 sia dal D.M. 17/01/2018 “Per quanto non diversamente specificato nella presente norma, si intendono coerenti con i principi alla base della stessa, le indicazioni riportate nei seguenti documenti: Norme UNI EN armonizzate i cui riferimenti siano pubblicati su Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.”

La norma UNI EN 15635 introduce una nuova figura professionale chiamata person responsible for storage equipment safety (PRSES) meglio identificata in Italia come responsabile della sicurezza del magazzino. Questa figura, ha il compito di sorvegliare ed effettuare la corretta e continuativa manutenzione delle scaffalature, nonché, individuare le possibili fonti di rischio.

In accordo con la UNI EN 15635, i punti fondamentali per ridurre i rischi strutturali delle scaffalature sono:
- controllo e manutenzione continua delegata al PRSES;
- adeguamento delle scaffalature esistenti ai nuovi criteri anti-sismici della zona in cui sono installate.

In effetti, prima dell’introduzione della nuova zonizzazione sismica (OPCM 3274/2003) molti edifici industriali erano siti in zone dichiarate non a rischio sismico. Con l’entrata in vigore delle nuove mappe sismiche (NTC 2008), invece, questi edifici industriali ed i relativi elementi non-strutturali dovevano essere assoggetti ad adeguamenti strutturali con il fine di renderli antisismici.
Per quanto concerne il controllo da parte del responsabile della sicurezza del magazzino, la norma riporta come procedura di controllo di base, il metodo deformativo, consistente nella misura diretta della deformazione di un dato elemento e successiva comparazione con i limiti indicati dalla norma stessa.

metodo deformativo predisposto dalla UNI EN 1563
 
Figure 3 – metodo deformativo predisposto dalla UNI EN 15635

Nella Figure 3 si riporta lo schema deformativo predisposto dalla norma europea per controllare e garantire la sicurezza della scaffalatura. Tale schema comprende i tre principali elementi di una scaffalatura:

- il montante esterno per il quale i limiti deformativi sono più restrittivi;
- il montante interno, per il quale il limite deformativo è superiore;
- il diagonale facente parte della spalla della scaffalatura.

La norma specifica che per incrementare il livello di sicurezza statica e dinamica della scaffalatura, le azioni principali sono:

- nominare un responsabile della sicurezza del magazzino;
- adeguare il sistema strutturale secondo l’azione sismica di progetto dell’area in questione.

La valutazione del rischio nei magazzini

Come già indicato, la valutazione del rischio per un magazzino è un processo complicato e articolato. Infatti, spesso è necessario un completo studio che include l’intera movimentazione dei carichi da parte dei carrelli elevatori, la frequenza di utilizzazione, il tipo di supporto (pallet, bobine ecc.) per garantire la sicurezza della scaffalatura.

Sinteticamente, per un magazzino i punti fondamentali per garantire la sicurezza sono i seguenti:

  • resistenza degli elementi non-strutturali quali scaffalatura, condotti di aerazione, sistemi anti-incendio;
  • stabilità dell’unità di carico al di sopra dei piani delle scaffalature.

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PER APPROFONDIRE
Rischio sismico nei luoghi di lavoro
Introduzione all’analisi del rischio nelle aziende artigiane 
Autore: Ing. Ennio Casagrande 
La sicurezza nei luoghi di lavoro è un problema che anima sempre i dibattiti e i discorsi tra professionisti, datori di lavoro e addetti. Ecco perché è necessaria una corretta valutazione dei rischi. Spesso però ci si sofferma su rischi minimi, quasi insignificanti e non si considerano quelli che ricoprono un’importanza fondamentale come il rischio sismico. Il problema risulta complesso e legato a molti fattori tra i quali spiccano gli elementi, definiti secondari, che in caso di scosse (anche lievi) possono provocare seri danni a cose e persone.
Il presente volume cerca di dare alcune indicazione ai datori di lavoro, RSPP e alle figure coinvolte su come sia possibile valutare il rischio sismico di questi elementi secondari, attraverso una pianificazione ponderata degli stessi ed una più centrata valutazione sui pericoli fondamentali. 

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