Inarsind esprime profondo cordoglio alle famiglie colpite dal crollo del ponte di Genova avvenuto martedì 14 agosto 2018 e che ha provocato 41 vittime.
La domanda che tutta l’Italia si sta ponendo è: quali sono state le cause che hanno determinato il crollo di una delle tre macrostrutture indipendenti costituite da cavalletto, puntoni inclinati, tiranti e travi? La risposta non è certo banale.
Una breve cronologia degli eventi per inquadrare il contesto:
Alla luce dei citati accadimenti, Inarsind si pone molte domande:
1) perché il sistema di monitoraggio continuo suggerito dal Politecnico di Milano nel 2017 non è stato attuato subito?
2) il ponte è stato inaugurato nel 1967 con i carichi previsti di allora; quali accorgimenti sono stati presi a seguito del quadruplicamento del traffico ed in particolare dell’aumento dei carichi dei mezzi pesanti?
3) i principi del progetto di Morandi, sono stati presi in considerazione durante la vita dell’infrastruttura?
4) il ponte non è stato progettato con la concezione di “robustezza ridondante”; perché i vari appelli alla verifica dei cavi non sono stati presi in seria considerazione negli anni?
5) come mai la relazione del 2001 della docente dell’Università di Genova Giovanna Franco è stata ignorata, relazione che gettava pesanti dubbi sulla situazione di conservazione dei cavi?
6) quali sono le resistenze del calcestruzzo del ponte oggi e in particolare sono compatibili con il traffico e carico odierni? Il rapporto tra modulo elastico del calcestruzzo ed acciaio è rimasto immutato nel tempo oppure si è alterato?
7) come mai sono stati rinforzati solo alcuni stralli ed altri no come il n.9?
8) come mai il Ministero, a conoscenza della riduzione della sezione dell’acciaio costituente i tiranti degli stralli, non ha provveduto a chiedere azioni significative immediate da parte di Autostrade?
9) perché nella Commissione del MIT recentemente nominata, sono ancora presenti gli stessi rappresentanti dello Stato di cui al verbale del febbraio 2018?
10) perchè nella commissione del MIT non sono stati nominati anche dei liberi professionisti, dal momento che in Italia vi sono tecnici esperti in progettazione di ponti la cui professionalità è riconosciuta in tutto il mondo?
Inarsind, alla luce di quanto sopra illustrato, chiede:
1) la creazione di un catasto dei ponti e di tutte le infrastrutture;
2) quanto prima le verifiche dei ponti che hanno raggiunto i 40-50 anni di età ed in particolare le infrastrutture poco “ispezionabili” come quelle in cemento armato;
3) lo svolgimento da parte dello Stato, ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n.72 del 2014 art. 5 lettera t, di un’attenta e minuziosa vigilanza sulla corretta manutenzione delle infrastrutture;
4) l’esame approfondito di tutte le concessioni in essere;
5) di giudicare e comminare la pena a chi ha sbagliato: Stato o Concessionario che sia;
6) l’inserimento nella Commissione MIT di liberi professionisti, esperti nella progettazione di ponti.
Inoltre, Inarsind ritiene che gli attuali componenti della Commissione del MIT non possano esprimersi in merito alle cause del crollo del ponte in quanto firmatari del verbale di febbraio 2018 della riunione tra Ministero delle Infrastrutture, Direzione generale di Vigilanza, Provveditorato opere pubbliche e Società di gestione, ricadendo quindi nel contemporaneo ruolo di “controllore” e “controllato”.
Condividiamo in toto il principio espresso dal Procuratore Capo di Genova, dott. Francesco Cozzi, al TG1 il 19 agosto 2018 che “IL PARERE DEVE ESSERE SENZA DUBBI” poiché gli Italiani chiedo LA VERITA’.
Si invita alla lettura dei fatti riportati con maggior dettaglio nel seguito.
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