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Vulnerabilità sismica edifici scolastici: solo il 5% delle scuole italiane è a norma! Rischio chiusura?

Verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole: il sito Cittadinanzaattiva fotografa lo stato impietoso del nostro Paese, con appena un edificio su tre che ha effettuato i controlli e solo la metà il collaudo statico

Se tutto va bene, siamo rovinati: lo status quo delle scuole italiane, a livello di controlli e collaudi per la vulnerabilità sismica, è deprimente. Come ha riportato ilfattoquotidiano.it citando i dati in anteprima della ricerca del sito Cittadinanzattiva che sta completando in queste ore il suo consueto rapporto sull'edilizia scolastica italiana, solamente il 5% delle scuole italiane che a pochi giorni dall'inizio delle lezioni sono state adeguate dal punto di vista sismico.

La norma sulle verifiche di vulnerabilità sismiche

Partiamo ricordando la norma, come peraltro fatto di recente su Ingenio: entro lo scorso 31 agosto 2018, ogni immobile adibito ad uso scolastico situato nelle zone a rischio sismico classificate 1 e 2, con priorità per quelli situati nei comuni compresi negli allegati 1 e 2 al decreto-legge 189/2016 (cd. Primo Decreto Terremoto) doveva essere infatti sottoposto a verifica di vulnerabilità sismica

Gli enti che hanno beneficiato del finanziamento definito dall'art.20-bis comma 4 del decreto legge n. 8/2017 devono quindi essere in possesso delle verifiche di vulnerabilità sismica relativamente ai plessi scolastici situati in zona 1 e 2.

Verifiche e collaudi nelle scuole: solo il 5% in regola. Verso l'ennesima proroga?

Il rapporto di Cittadinanzattiva, che sarà presentato a Roma il 27 settembre e ha preso in esame 6.556 edifici che rappresentano il 15,44% del totale, fotografa una situazione in cui solo il 29% del campione ha effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica con punte del 2% in Calabria, del 4% in Campania. Il collaudo statico è presente solo in una scuola su due.

Questa situazione, riporta appunto ilfattoquotidiano.it, ha convinto il sindaco di Messina Cateno De Luca a emettere ad agosto un'ordinanza e a chiudere 118 scuole del capoluogo e altre 65 nella città metropolitana. Ovviamente, si attende la proroga anche per la certificazione della vulnerabilità sismica: "Se il Parlamento - ha detto il vice sindaco di Messina Mondello - approverà l'emendamento al decreto Milleproroghe che prevede la scadenza della presentazione delle certificazioni di vulnerabilità al 31 agosto 2019 saremo in grado grazie alle rassicurazioni della Regione di redigere le schede necessarie e di predisporre gli interventi".

Il carico ce lo ha poi messo il presidente dell'Anci Antonio Decaro, riferendosi alla graduatoria con l'elenco dei comuni che avevano diritto a ricevere i fondi per effettuare i monitoraggi sismici, ma che è arrivata solo pochi giorni fa.

"Come facevano i comuni, soprattutto quelli più piccoli, a farsi trovare pronti?", si chiede Decaro. I soldi disponibili per le indagini di vulnerabilità sismica e progettazione sono 150 milioni di euroche coprono le richieste di 1.600 comuni della zona sismica 1 e 2, ma le domande sono arrivate da 4 mila municipi.

"Allo stato attuale la scadenza è al 31 dicembre 2018. Se il primo gennaio, fatta la verifica, ho un indice non pari a uno che è il massimo ma pari a 0,90 che faccio? Chiudo la scuola? Non c’è una norma che mi dice come mi devo comportare. Perché ci lasciano con il cerino in mano? Ci deve essere una norma che mi dice che devo fare con un indice tra 0 e 0,5 o tra 0,5 e 0,8. Altrimenti io per primo inizierò a scrivere alla Regione e al Governo chiedendo l'indice di vulnerabilità sismica dell’ospedale di Bari e della caserma. Chiudiamo anche quelle se non sono a norma?".

Prevenzione Incendi: altro giro altra proroga

Secondo i dati in mano al Miur, il 58% degli istituti scolastici non è a norma neanche per quanto riguarda la normativa antincendio. Ma il termine per l'adeguamento alla normativa antincendio degli edifici scolastici e dei locali destinati a scuola è stato prorogato al 31 dicembre 2018. Perciò, a partire dal primo gennaio 2019, le scuole saranno tenute ad essere in possesso del certificato prevenzione incendi e dovranno attenersi alle disposizioni delle "Norme prescrittive di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, oppure delle “Norme tecniche prestazionali di prevenzione incendi per le attività scolastiche".

Per l'Anci sarebbe ora di smetterla di prorogare di anno in anno e di pianificare in modo pluriennale con un progressivo adeguamento alla normativa, mettendo a disposizione le risorse necessarie per avvalorare questa programmazione.