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Sicurezza delle scuole, che disastro: un crollo ogni 4 giorni. I dettagli del rapporto di Cittadinanzattiva

Sicurezza edifici scolastici: dal rapporto nazionale di Cittadinanzattiva emerge una Italia a tre velocità, sia sulla manutenzione che sull’adempimento delle norme e delle certificazioni richieste dalla legge

Sicurezza edifici scolastici: il rapporto Cittadinanzattiva

Se tutto va bene, siamo rovinati. Il 'sunto' finale del XVI Rapporto sulla sicurezza degli edifici scolastici presentato da Cittadinanzaattivaè abbastanza automatico: si 'narra' di un crollo ogni quattro giorni di scuola, tre scuole su quattro senza agibilità statica, solo una su venti in grado di resistere ad un terremoto. Crescono, comunque, gli investimenti per la manutenzione ad opera degli enti proprietari, Comuni e Province: si parla in media di 50mila euro ad edificio per interventi di manutenzione ordinaria e di 228mila euro per quelli straordinari, ma il divario fra le varie realtà regionali è notevole.

Rapporto Cittadinanzattiva sicurezza scuole: il riepilogo

In generale, emerge una Italia a tre velocità, sia sulla manutenzione che sull’adempimento delle norme e delle certificazioni richieste dalla legge: ad investire di più sulla manutenzione ordinaria è la Lombardia (in media quasi 119mila euro), meno la Puglia (non si arriva ai 3mila euro); la verifica di vulnerabilità sismica è stata effettuata solo nel 2% delle scuole calabresi e nel 59% di quelle umbre, il certificato di prevenzione incendi è presente nel 69% degli istituti del Trentino Alto Adige e solo nel 6% di quelli laziali.

Il Rapporto integrale è disponibile gratuitamente sul sito di Cottadinanzattiva, dopo la compilazione del form), qui la Sintesi dei dati.

Manutenzione ordinaria e straordinaria: si investe di più ma con grandi differenze regionali

 

Ben cinquanta gli episodi di crolli e di distacchi di intonaco registrati da Cittadinanzattiva, tramite la stampa locale, tra settembre 2017 e settembre 2018. Parliamo di più di un episodio ogni 4 giorni di scuola. Ad essere interessate in particolare scuole della Campania (8 casi), del Lazio (7) e della Lombardia (6). Tali casi hanno provocato il ferimento, per fortuna lieve, di 10 bambini e bambine, di 2 docenti e di 1 addetta alle pulizie.

Questi si aggiungono ai 156 censiti nei precedenti anni scolastici (36 nel 2013/14, 45 nel 2014/15, 31 nel 2015/16, 44 nel 2016/17), per un totale di 206 episodi in cinque anni.

Sicurezza sismica: più di due scuole su cinque in zona a rischio sismico elevato

Ben 18.665 gli edifici scolastici che si trovano in zone ad elevato rischio sismico (zona sismica 1 e 2), in particolare in Sicilia (3.832), Campania (3.458) e Calabria (2.399). Nonostante ciò, solo per il 29% delle scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica (che sarà obbligatoria entro fine dicembre); fanalino di coda Calabria (solo 2% con verifica), Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui insistono un maggior numero di scuole in zone ad elevata sismicità.

Solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato adeguato sismicamente. Sul miglioramento sismico, va meglio per le scuole del Molise (dove l’intervento è stato effettuato nel 41% delle scuole) e la Valle D’Aosta (40%), molto male per quelle del Lazio e della Sicilia (3%).

Emergenze: pronto un Comune su quattro

Ben pochi i Comuni che si dichiarano pronti a gestire eventuali emergenze. A livello nazionale, si dice pronto del tutto il 24% del nostro campione, in parte l’11%. Ma la percentuale sale al 60% per il FVG e scende al 7% in Campania, 3% in Basilicata e 1% in Calabria.

Diffusissime e frequenti nella maggioranza delle scuole le prove di evacuazione, secondo la rilevazione di Cittadinanzattiva dello scorso anno, anche se in percentuale molto diversa a seconda dei vari tipi di rischio: l’88% le svolge sul rischio sismico, l’80% sul rischio incendio, l’8% su quello idrogeologico e il 2% su quello vulcanico.

I file, Regione per Regione, con i dati relativi a tutte le scuole prese in esame