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Governo del Territorio: il ruolo dell'ingegnere. Intervista a Paolo La Greca (CeNSU)

Quale è il ruolo dell'ingegnere nel futuro Governo del Territorio? Lo abbiamo chiesto a Paolo La Greca, presidente CeNSU

Da pochi mesi il prof. Paolo La Greca, Ordinario di Urbanistica nell’Università di Catania, già direttore del Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura, già presidente della sezione Sicilia dell’Inu, è alla guida del CeNSU - Centro Nazionale degli Studi Urbanistici.

Nel suo discorso di insediamento il neo presidente ha sottolineato come la figura dell'ingegnere sia capace di rispondere, con atteggiamento positivo, alle sfide più rilevanti avanzate dall’urbanistica e dalla pianificazione territoriale. E' grazie alla logica evolutiva propria dell'ingegnere e alla capacità multisciplinare del suo operare che è possibile declinare ottimisticamente gli scenari futuri e le trasformazioni profonde che interessano il governo del territorio. 

La redazione di INGENIO, ha voluto così intervistare Paolo La Greca con particolare riguardo sul ruolo che riveste oggi la figura dell'ingegnere nell'ambito della pianificazione urbanistica e territoriale, su quali sono le sfide che gli ingegneri dovranno affrontare in materia e su quali saranno le priorità d'azione del suo mandato nel ruolo di presidente del CeNSU.

L'intervista a Paolo La Greca, presidente del Centro Nazionale degli Studi Urbanistici CenSU

Le priorità d'azione del CenSU sotto la guida di Paolo La Greca

Redazione Ingenio

Presidente La Greca, da pochi mesi è a capo del CeNSU, il Centro Nazionale degli Studi Urbanistici, quali saranno le priorità d’azione nel suo mandato?

Paolo La Greca: Sono molto grato ai colleghi del Consiglio direttivo del CeNSU per la fiducia che mi hanno riservato scegliendomi a guidare questo prestigioso ente di studio sulle questioni urbanistiche istituito, oltre cinquant’anni fa, su iniziativa del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Al CeNSU ho dedicato, nel corso di 25 anni, una buona parte degli interessi che riservo alle questioni urbanistiche e territoriali, centrali nella mia vita accademica e professionale. In questi anni si sono succeduti alla guida del nostro istituto notevoli figure nel governo del territorio in Italia: Giovanni Travaglini, presidente storico del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Ministro e deputato europeo; Dionisio Vianello, Ingegnere e Urbanista di rinomanza internazionale; Maurizio Tira che è da poco il Rettore dell’università di Brescia. Ciò che accomuna la nostra azione è la volontà di promuovere, un processo di formazione permanente e di aggiornamento costante, alimentato da una consapevolezza informata e critica, sui temi della pianificazione urbanistica e territoriale. Mi auguro che anche nel corso della mia Presidenza il CeNSU possa contribuire, fattivamente, a portare ancora più in alto la sua azione e il suo fine primario: la crescita culturale e professionale del nostro Paese attraverso il ruolo centrale che può e deve giocare la categoria professionale dell’ingegnere.

Il Centro Nazionale di Studi Urbanistici è stato fondato per incrementare l’interesse agli studi urbanistici, promuovendo iniziative culturali, d’informazione e di aggiornamento della disciplina urbanistica anche favorendo la collaborazione con le varie Associazioni e gli Enti Pubblici che curano, sia in sede di studio che di attuazione, la soluzione di questioni urbanistiche. 

Grazie alla stretta e fattiva collaborazione in essere con il CNI e, in particolare, col suo Presidente, Armando Zambrano, lavorerò con impegno per presentare all’attenzione dei nostri iscritti e, più in generale, degli Ingegneri italiani, i problemi d’interesse nazionale dando loro l’opportunità di esprimersi in merito. Ritengo che la missione originaria, quella cioè di valorizzare l’apporto dell’attività professionale e della specifica competenza dell’ingegnere negli studi urbanistici e nell’attuazione delle iniziative urbanistiche, sia quanto mai attuale e la perseguirò con impegno e dedizione.

"Urbanistica degli ingegneri", il ruolo dell'ingegnere 

Redazione Ingenio

Quale ruolo riveste oggi la figura dell'ingegnere nell’ambito della pianificazione urbanistica e territoriale? Quali competenze aggiuntive può fornire sui tavoli di confronto in materia?

Paolo La Greca: Nella tradizione disciplinare e nelle pratiche italiane “l’urbanistica degli ingegneri” ha una lunga e rilevante tradizione.
È d’obbligo ricordare che era ingegnere Gustavo Giovannoni, laureatosi nel 1895; lo erano Cesare Chiodi (laurea nel 1908 al Regio Istituto Tecnico superiore di Milano, prima che questo diventasse il Politecnico dove avrebbe, poi, istituito il primo corso di Tecnica Urbanistica nel 1928) e Luigi Dodi che avrebbe proseguito il suo insegnamento nella scuola d’ingegneria. Ingegnere fu il ministro Gorla, padre della legge urbanistica del 1942, che si era laureato a Milano nel 1922. In quella stessa grande scuola d’ingegneria si laureava, nel 1943, Giancarlo De Carlo, uno fra i massimi urbanisti italiani. Anche V. Cabianca si laureava in ingegneria a Roma, nel 1949, in quella stessa facoltà, dove era diventato ingegnere, quatto anni prima, Marcello Vittorini. Una lunga tradizione, in Italia, quella degli urbanisti di formazione ingegneristica che è stata proseguita con molti altri dei nostri maestri: da Bernardo Secchi a Piercarlo Palermo, da Corrado Beguinot a Giuseppe Imbesi e Alberto Clementi, Busi, Monti, Piroddi….

Una cifra comune a queste figure, rilevanti nella pianificazione urbanistica italiana, può essere rintracciata nella loro costante capacità d’integrazione e di apertura multidisciplinare, nella loro grande intuizione a saper cogliere, a volte perfino a precedere, i mutamenti della società. Ma credo che essi abbiano saputo essere “al tempo stesso tecnici e umanisti” essendo stati, con diverse intensità e sfaccettature, Hommes des lettre, proprio come soleva definirsi Le Corbuiser.

Governo del Territorio: in che modo oggi l'ingegnere affronta le sfide

Redazione Ingenio

Quali sono le sfide più rilevanti che l’urbanistica e la pianificazione territoriale si trovano oggi a dover fronteggiare e in che modo l’ingegnere è capace di intervenire?

Paolo La Greca: Già da molti anni, nella Costituzione italiana il termine “Urbanistica” è stato sostituito con quello di “Governo del Territorio” alludendo, forse, a quella superiorità del progetto di territorio sul progetto funzionale di tradizione razionalista. Un progetto che assume sempre meno i caratteri dell’architettura e sempre più quelli dell’ingegneria che richiede, pertanto, capacità e competenze per un controllo unitario, che dia risposte pertinenti alle domande che provengono da un territorio dove si sfuocano, fino a sparire, le relazioni biunivoche fra potere delle rappresentanze elette e domande sorgenti da nuovi soggetti mossi da necessità sempre meno individuabili a priori.

Costruire conoscenze utili per l’azione all’interno del dominio pubblico implica, la ridefinizione continua dei termini per descrivere i fenomeni in atto, in una descrizione che si fa essa stessa azione e progetto. Ne è un esempio significativo la pianificazione paesaggistica e ambientale, forma di produzione materiale particolarmente avanzata. Un campo di studio e di interesse scientifico che allude anche alla questione del territorio agricolo, della sua produzione e ri-produzione, alla questione del consumo di suolo, ancora una volta uno spazio conteso fra discipline diverse (agronomi, forestali, pedologi, geologi, ingegneri idraulici, pianificatori territoriali, paesaggisti) laddove, invece, servirebbero sempre più integrazione e alleanze. Questi sono campi d’innovazione ai quali concorrono competenze disciplinari d’avanguardia che hanno fondamento nelle tecniche ingegneristiche, giuridico amministrative e gestionali avanzate, supportate da analisi evolute quali il telerilevamento, i GIS combinati da sistemi esperti, i big data. Ed è proprio da qui, in «questo paradiso da ingegneri», che, come nota il grande geografo Giuseppe Dematteis, «nasce l’esigenza di una riflessione critica sui concetti e metodi di base». Una riflessione critica che guidi verso quella «capacità riflessiva» insita nella formazione degli ingegneri riproponendo, però, una figura che sia al tempo stesso tecnica e umanista.

Redazione Ingenio

Come è noto il territorio italiano è costantemente messo a dura prova da eventi sismici, da eventi climatici sempre più intensi, per non parlare delle numerose fragilità idrogeologiche che coinvolgono tantissime città e paesi. 
Come affrontare tutto questo? Ed in particolare come possiamo rendere più resilienti le nostre città? 

Paolo La Greca: È vero! Le nostre città si trovano a dovere fronteggiare queste grandi sfide conseguenti all’elevata pericolosità sismica del territorio italiano e alla grandissima vulnerabilità delle nostre costruzioni ma anche le questioni epocali determinate dall’indifferibilità di attivare strategie per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e più in generale per la sostenibilità dello sviluppo recentemente posta, un volta di più, dall’agenda delle nazioni Uniti che ha definito i Sustainable Development Goals.

Si tratta di questioni emergenti, vero “paradiso per gli ingegneri”, per citare ancora Dematteis, se essi sapranno coglierle grazie ad un’educazione improntata al rigore analitico, proprio della loro formazione indotta dalla logica matematica.

Come affermai alcuni anni fa nel corso di un simposio all’ETH di Zurigo, è proprio la mitigazione e la valutazione dei rischi urbani e territoriali che può rappresentare una concreta occasione di sperimentazione per le possibilità offerte da una formazione nei nostri campi sostenuta da studi di matrice ingegneristica. Qualche hanno fa il Presidente dell’Ispra ci ha invitato a sedersi con loro a un tavolo di lavoro. Nelle carte del rischio idrogeologico, egli sosteneva, c’è ancora tanto caos, quindi occorre mappare gli habitat e modificare i processi territoriali per evitare ulteriori tragedie. Ci invitano a mettere al centro dei nostri progetti la difesa dai rischi, la questione della loro mitigazione piuttosto che il progetto di nuovi insediamenti. Raccogliamo l’invito, ricambiandolo per frequentarci di più e scoprire, così, che proprio a ciò è orientata la nostra azione, avendo compreso da tempo che la sicurezza e la vivibilità sono stati sacrificati all’efficienza ed alla razionalità della produttività secondo uno spirito di cieca fiducia nello sviluppo delle tecnologie, non ultime, fra queste, quelle perseguite dalla geotecnica pronta alle soluzioni più audaci.

Siamo convinti che il problema della sicurezza non può essere ricondotto esclusivamente alla scelta di metodi e tecniche proprie della razionalità strumentale. Questo è uno dei campi dove la pianificazione moderna si confronta, spesso, con i temi relativi alla definizione del problema (problem setting) più che alla sua soluzione immediata (problem solving). Tutte questioni centrali, queste, per una pratica professionale che deve affrontare e risolvere i problemi dell’uso del territorio, per un’azione tipica della pianificazione territoriale definita da Faludi come: «l’arte dell’assunzione razionale di decisioni sociali» e il cui fine ultimo, come richiamato da J. Friedmann, è quello di «collegare la conoscenza scientifica e tecnica alle azioni in un dominio pubblico».

Le città devono essere ripensate quale “ecosistema sostenibile”.  In questa prospettiva le scienze ingegneristiche sono essenziali per contribuire a far compiere un coraggioso balzo in avanti giungendo a proporsi come ausilio insostituibile per la definizione di quegli strumenti di supporto alle decisioni a cui è chiamato quotidianamente chi assume il difficile compito di governare e pianificare la complessità delle città contemporanee.


Rigenerazione Urbana e Bando Periferie: le video interviste a La Greca in occasione del 63° Congresso Nazionale Ingegneri

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In occasione del 63° Congresso Nazionale degli Ingegneri, Paolo La Greca commenta la decisione del Governo di congelare i fondi destinati al bando periferie e ribadisce l’importanza di un apparato normativo moderno per la rigenerazione e riqualificazione del costruito.

Guarda le due video interviste a Paolo La Greca realizzate da INGENIO

 

>>> Bando Periferie, Paolo La Greca (Presidente Censu): «Occasione per ripensare provvedimento approssimativo»

>>> Rigenerazione urbana, Paolo La Greca (Presidente Censu): indispensabile apparato normativo adeguato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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