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Ecobonus e Manovra 2019: il punto dei tecnici di Rete IRENE con le proposte

Ecobonus 2019: Virginio Trivella, Coordinatore Comitato tecnico scientifico Rete IRENE, ha firmato un documento programmatico con una serie di proposte in materia di efficientamento energetico degli edifici

Le proposte di Rete IRENE per il nuovo Ecobonus

Sull'Ecobonus 2019 abbiamo già avuto modo di pubblicare dei primi approfondimenti sulle potenziali novità della nuova Manovra finanziaria. In tal senso, assume particolare interesse il documento programmatico di Rete IRENE, a firma del coordinatore tecnico Virginio Trivella, che contiene anche una serie di fattive proposte.

Si parte dalla NADEF 2018, dove si legge che il Governo:

  • promuoverà la rigenerazione urbana;
  • stabilizzerà l’ecobonus e il sismabonuscon l’introduzione di tipologie di certificazioni capaci di garantire i crediti e la predisposizione di contratti differenziati per tipologie d’intervento, in grado di semplificare le attività delle amministrazioni locali” (?);
  • darà priorità alla tutela dell'ambiente e alle energie alternative;
  • proseguirà e renderà più ambiziosa la lotta ai cambiamenti climatici riducendo progressivamente i fattori inquinanti, specialmente nel settore della mobilità;
  • favorirà l'utilizzo di fondi rotativi per il supporto degli investimenti per l'efficientamento energetico degli edifici, con attenzione particolare per l'edilizia residenziale pubblica.

"Nel documento programmatico di bilancio 2019 inviato alla Commissione Europea - si legge nella prefazione del documento di Rete IRENE - l'unica misura modificativa in materia di efficienza energetica è la proroga degli incentivi che a legislazione vigente scadrebbero il 31 dicembre 2018, cioè gli ecobonus non condominiali che, dunque, permangono alle condizioni attuali fino alla fine del 2019. Sembra dunque sventato il rischio di perdere tutte le agevolazioni specifiche per questo segmento, che muovono alcune decine di miliardi di euro di investimenti e il cui abbandono non avrebbe comportato per il bilancio pubblico alcun risparmio fiscale immediato da destinare ad altre priorità politiche e avrebbe causato, al contrario, la riduzione immediata delle attività non più incentivate, della relativa base imponibile e delle conseguenti entrate fiscali".

"Ma l’abrogazione degli incentivi non è l’unico modo per stroncare una domanda di riqualificazioni che sembra avviata verso un percorso di timida crescita, anche se ancora a livelli lontanissimi da quelli necessari per la decarbonizzazione dell’economia al 2050. Anche i provvedimenti attuativi possono essere altrettanto letali: il ritardo nell’emanazione dei provvedimenti dell’Agenzia delle entrate sulla cessione dei crediti d’imposta e la loro eccessiva rigidità ha bloccato le iniziative per due anni; i nuovi massimali specifici per tecnologia, contenuti in una bozza di decreto ministeriale e ritenuti da tutti gli operatori clamorosamente inadeguati, avrebbero effetti depressivi non molto diversi dall’abrogazione; alcuni dettagli tecnici riguardanti i requisiti minimi obbligatori sono talmente stringenti da rendere impossibile l’individuazione di soluzioni tecnologiche conformi (legali) per la riqualificazione di innumerevoli edifici".

Le proposte

  • realizzazione di un decreto ad hoc per il Fondo nazionale per l’efficienza energetica, propedeutico al rilascio di garanzie su operazioni di finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, che è determinante per l’avvio di operazioni di riqualificazione di edifici caratterizzati da situazioni di grave disagio sociale;
  • rimozione dele assurde discriminazioni soggettive che colpiscono i soggetti IRES in relazione agli immobili non utilizzati direttamente per lo svolgimento dell’attività imprenditoriale;
  • rimodulalazione dei massimali di spesa in funzione anche delle caratteristiche degli edifici non residenziali, in cui l’importo massimo detraibile dovrebbe essere posto in relazione alla dimensione dell’immobile;
  • adeguamento dei requisiti tecnici di accesso agli incentivi: evitare che da soglie eccessivamente severe derivino nuovi gravi ostacoli alla diffusione delle riqualificazioni profonde.

 

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