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SISTRI ufficialmente abolito dal 1° gennaio 2019. Tracciamento rifiuti: ecco cosa succederà

Il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) sarà gestito in maniera diretta dal Ministero dell’Ambiente e, fino alla sua piena operatività, i titolari soggetti alla tracciabilità dovranno continuare a usare il medesimo sistema utilizzato ora, quello cartaceo

Decreto Semplificazioni: via il vecchio SISTRI

Via il SISTRI, ma per gli appalti pochissime novità (almeno per ora). E' quello che si evince dall'approvazione in via definitiva, nel Consiglio dei Ministri del 12 dicembre, del decreto-legge Semplificazioni. Tra le misure, appunto, anche la soppressione dell’attuale “Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti” (SISTRI).

Dal 1° gennaio 2019 resta la tracciabilità dei rifiuti con il sistema cartaceo, in attesa della realizzazione di un nuovo sistema di tracciabilità coerente con l’assetto normativo vigente, anche di derivazione comunitaria.

Il Sistri è stato uno dei più grandi sprechi nella gestione dei rifiuti speciali - ha affermato in merito il Ministro dell'Ambiente Costa -, un sistema mai entrato effettivamente in funzione, che però ha comportato costi sostenuti dalle imprese coinvolte e dallo Stato che hanno superato i 141 milioni di euro dal 2010 ad oggi”.
 
Dal 2010 al 2014 sono infatti stati fatturati 290 milioni, di cui quasi 90 pagati effettivamente. Dal 2015 al 2018: fatturati 66 milioni, pagati 51. Attualmente era in corso un affidamento da 260 milioni in 5 anni, che viene quindi sospeso cancellando il Sistri.

Abbiamo calcolato che attualmente è assicurata la tracciabilità del 65% dei rifiuti speciali - ha dichiarato Costa -. L’obiettivo è arrivare almeno al 90% risparmiando soldi e tempo per le aziende”. Il nuovo Sistri, gestito direttamente dal Ministero dell’Ambiente, costerà infatti circa 3 milioni di euro l’anno.

Si deve entrare in una sorta di Sistri 2.0 - ha concluso Costa - che digitalizzi l'intera tracciabilità dei rifiuti e i documenti fiscali, superando in tal modo il doppio binario cartaceo/digitale e il registro di carico e scarico”.

Appalti: delega e futuri decreti ad hoc

Per quel che riguarda le modifiche al Codice Appalti, il Governo ha invece ottenuto una delega speciale con l’obiettivo complessivo di migliorare la qualità e l’efficienza dell’azione amministrativa, garantire la certezza dei rapporti giuridici e la chiarezza del diritto, assicurare i diritti fondamentali delle persone con disabilità, ridurre gli oneri regolatori gravanti su cittadini e imprese e accrescere la competitività del Paese. In base a tale delega, il Governo dovrà adottare diversi decreti legislativi di semplificazione, riassetto normativo e codificazione, agendo per settori omogenei o per specifiche attività o gruppi di attività, con l’obiettivo semplificare e coordinare sotto il profilo formale e sostanziale il testo delle disposizioni legislative vigenti.

In definitiva, quindi, la bozza di decreto-legge per la semplificazione (disponibile in allegato) è molto più leggera di quella circolata nei giorni scorsi. Dei 28 articoli inizialmente previsti, ne sono rimasti infatti 10. In un video pubblicato su Facebook al termine della riunione del CdM, il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, ha affermato che nella fase di conversione del decreto legge entreranno altre misure di semplificazione che avranno come obiettivo “cancellare gli adempimenti e gli enti inutili che non servivano a niente ma solo a creare scartoffie”.

IL DL SEMPLIFICAZIONI APPROVATO DAL GOVERNO E' DISPONIBILE IN FORMATO PDF

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