FOIM (Fondazione dell'Ordine degli Ingegneri di Milano) presenta “Il ruolo del RUP” e questo è il terzo e ultimo Paper dedicato al tema del Responsabile Unico del Procedimento a firma di Ivan Calimani, Project Manager Expo 2015.
Il ruolo di RUP è ormai consolidato, nella normativa e nella prassi: tuttavia, il nuovo codice dei contratti pubblici, il D.Lgs 50/2016, ha introdotto importanti innovazioni, che coinvolgono necessariamente anche l’azione e le responsabilità dei Responsabili Unici del Procedimento.
In particolare, il nuovo codice assegna una maggiore importanza a tale figura rispetto al passato nelle fasi iniziali di selezione e definizione dei progetti, introducendo tra l’altro l’obbligo di predisporre il Progetto di fattibilità tecnica ed economica.
Nell’ambito professionale e specialmente in quello delle imprese, è difficile non imbattersi nell’espressione anglosassone Project Management tanto che vi è la sensazione che abbia sempre fatto parte del lessico aziendale. Eppure, fino a 15 anni fa, solamente in pochi avevano una comprensione – più o meno approfondita – dell’attività del Project Manager (d’ora in poi PM). E ancora oggi vi sono dei fraintendimenti sulle sue competenze e prerogative.
Quali le ragioni di questo cambio? I fattori sono stati molteplici quanto le profonde trasformazioni che hanno attraversato il mondo negli ultimi tre lustri. Il diffondersi di una marcata globalizzazione, l’apertura dei mercati nazionali a una pluralità di soggetti un tempo lontani, la concorrenza sempre più serrata e – di conseguenza – una marginalità più ridotta hanno contribuito a dare una sempre più visibilità a questa disciplina e a coloro che la coltivano.
Per le aziende diviene fondamentale avere un metodo rigoroso ed efficiente che permetta una costante ottimizzazione delle variabili sopra citate e che riduca l’incertezza di un insuccesso (anche parziale). Un approccio alla gestione dei progetti e delle commesse che porti a un miglioramento delle performance e a una maggiore competitività, operando riduzioni su fattori quali tempi di consegna, costi, qualità.
Non solo. Considerando come il rapido e profondo avanzamento tecnologico abbia moltiplicato le professionalità – ora iperspecializzate – necessarie alla realizzazione di un progetto, è sempre più opportuno avere una figura di riferimento responsabile della commessa nella sua globalità. Una risorsa alla quale non è richiesta una competenza tecnica specifica, quanto capacità gestionali avanzate, soprattutto delle persone o se si preferisce del team. Esploriamo dunque cosa si intende per Project Management e per progetto, quali sono i compiti del PM e due aspetti chiave che ogni buon PM dovrebbe sempre gestire: i rischi e gli stakeholder.
Nel project management il focus non è solamente sulla fase esecutiva ma è soprattutto su quella precedente di organizzazione e distribuzione dei ruoli e delle attività in base a criteri chiari e a una logica improntata all’efficienza, alla sicurezza e alla prevenzione del rischio, all’analisi degli eventuali scenari e all’individuazione degli elementi potenzialmente più critici, in maniera da ridurre al massimo l’impatto negativo degli imprevisti, qualunque essi siano. Il project management è dunque quel sistema di mezzi e strumenti che permette un approccio strutturato e definito per la gestione del progetto nelle sue diverse fasi di vita al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Essere in grado di risolvere i problemi – il cosiddetto problem solving – non deve essere dunque la caratteristica principale di un PM, ma solo una delle sue abilità nel caso in cui una situazione di perturbazione si presenti e i paracadute predisposti non abbiamo risposto nel modo sperato. Anche perché la risoluzione di un problema in fase avanzata o esecutiva ha generalmente un impatto economico più rilevante di quanto accade in fase di progettazione. Il compito e la responsabilità del PM sono far sì che il progetto raggiunga gli obiettivi prestabiliti. Questi, singoli, molteplici o combinati, possono riguardare i costi, le tempistiche, la qualità, le strategie commerciali e altri ancora. Per esserlo è necessario che il PM abbia libertà di azione e potere decisionale (deleghe e autorizzazioni) per realizzare quanto richiesto; altrimenti da responsabile di progetto diviene un semplice coordinatore dello stesso.
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Si ricorda che sull’argomento sono state pubblicati altri 2 PAPER
Silvio BOSETTI
RUP e competenze ingegneristiche. Anche la formazione deve ripensarsi
Luigi GAGGERI
Il supporto al RUP nell’attività di Project Management
Roberto ZUCCHETTI
RUP e partenariato pubblico privato
Federica DE LUCA
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Annalisa DI RUZZA
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