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Prove sulle strutture esistenti: lo Sblocca Cantieri inserisce nuovi Laboratori autorizzati

Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti potrà autorizzare nuove forme di laboratori, oltre a quelli già enunciati dalla legge 1086/1971, ai fini di effettuare prove e controlli su materiali su strutture e costruzioni esistenti

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Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti potrà autorizzare nuove forme di laboratori, oltre a quelli già enunciati dalla legge 1086 del 1971, ai fini di effettuare prove e controlli su materiali su strutture e costruzioni esistenti. Lo prevede infatti l’emendamento al DL Sblocca Cantieri approvato quest’oggi in aula al Senato e che aveva già ricevuto l'ok dalle Commissioni Lavoro e Ambiente. 

L'emendamento, presentato dal Presidente dell’VIII Commissione Lavori Pubblici, il sen. del M5S Mauro Coltorti, interviene sull’art. 59 del DPR n. 380/2001, il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, andando così ad aggiornare l’elenco delle forme di laboratorio per i test in ambito edilizio.

Con questo provvedimento infatti, si prevede che il Ministero delle Infrastrutture può autorizzare, con proprio decreto, nuove forme di laboratori non ufficiali (quelli ufficiali sono quelli universitari, quello di Scienza delle costruzioni del Centro studi ed esperienze dei servizi antincendi e di protezione civile di Roma, quello dell'Istituto sperimentale di Rete ferroviaria italiana spa, quello del Centro sperimentale dell'Ente nazionale per le strade Anas di Cesano).

In altri termini cresce la famiglia dei cosiddetti Laboratori Autorizzati: accanto ai laboratori autorizzati ad effettuare prove sui materiali da costruzione (per i cosiddetti controlli di accettazione sui materiali impiegati nelle strutture in costruzione) ed ai Laboratori autorizzati ad effettuare prove su terre e rocce, si aggiungono ora i Laboratori per i controlli e le prove sulle strutture esistenti.  

L’emendamento Coltorti apre le porte ad una vera e propria riforma del settore dei controlli in edilizia. Sicuramente ad oggi si tratta di una svolta in tema di articolazione dei Laboratori Autorizzati, la cui classificazione era sostanzialmente, a meno di aspetti regolamentari che si sono intensificati a partire dagli anni Duemila, rimasta invariata con la Legge quadro 1086 del 1971.

A spingere nella direzione di portare sotto la sorveglianza ministeriale il tema dei controlli sulle strutture esistenti è stata senza dubbio la mutata sensibilità dell’opinione pubblica e degli addetti ai lavori in merito alla sicurezza delle strutture esistenti. Come dimostrato dai (troppi) casi di dissesto nelle strutture esistenti e come tristemente evidenziato dagli eventi sismici, la sicurezza del patrimonio strutturale ed infrastrutturale esistente è diventata oggi un fattore non differibile.

La riforma Coltorti trova il plauso delle associazioni di categoria dei tecnici esperti nei controlli non distruttivi sulle strutture che, finalmente, vedono riconosciuta la loro professionalità attraverso l’inquadramento in una vera e propria nuova categoria. Fra di esse l’Associazione per il Controllo, la Diagnostica e la Sicurezza di Strutture, Infrastrutture e Beni Culturali (CODIS), che per prima aveva chiesto a gran voce la riforma dei Laboratori autorizzati. “Siamo grati al sen. Coltorti per aver dato corpo alla riforma da noi invocata in questi anni - afferma il presidente della Codis, l’ing. Eduardo Caliano - Con questo provvedimento il nostro Paese compie un balzo in avanti rispetto agli altri Paesi UE, caratterizzandosi quale primo in Europa per aver individuato soggetti preposti al controllo diagnostico sulle strutture esistenti. In questo modo l’immenso patrimonio sia in ambito di edilizia civile e infrastrutturale che nell’ambito dei beni di interesse culturale, avrà il giusto personale specializzato nei controlli e quindi, sarà più sicuro”.

In altri termini, secondo la Codis, con la riforma Coltorti si aprono le porte di una vera e propria categoria professionale esperta nei controlli sulle strutture italiane: “Con i controlli diagnostici sulle strutture - dichiara il vice presidente della Codis, l’ing. Nicola Aretusi - si esce dal campo delle incertezze che da sempre caratterizzano i processi di restauro e risanamento strutturale, per entrare in quello delle certezze”. “D’altronde - aggiunge il presidente Caliano - non poteva che esser altrimenti. L’immenso patrimonio strutturale italiano, la sua bellezza artistica, ma al tempo stesso la costante esigenza di difendersi dai terremoti, ha prodotto delle conoscenze in ambito scientifico e tecnologico che oggi trovano la loro giusta collocazione. In altri termini con la riforma Coltorti il Paese sarà da oggi un po’ più sicuro”.

FONTE - Addetto Stampa Codis: Ing. Giacomo Mecatti

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