Data Pubblicazione:

Il futuro degli Ordini Professionali: intervista a Andrea Gnudi, Presidente Ordine Ingegneri Bologna

Un interessante approfondimento sugli Ordini professionali

Stiamo lavorando su INGENIO su un approfondimento dedicato al tema degli ordini professionali.

Le professioni tecniche: in grande evoluzione

I dati sull’industria e sul PIL, nonché la situazione dei cantieri e i problemi delle grandi imprese di costruzione, ci fanno prevedere un futuro non roseo per i professionisti che operano nel settore edile, ovvero il nucleo più numeroso degli iscritti agli ordini.

Peraltro, vediamo che l’evoluzione digitale di ogni settore porta, invece, a una crescente richiesta dei professionisti del terzo settore. Professionisti che, in genere, non rientrano tra coloro che per legge devono essere iscritti agli ordini professionali.

Questi sono due aspetti, non gli unici, che ci inducono a doverci porre alcune riflessioni sulla futura organizzazione degli Ordini Professionali, nella loro rappresentanza nazionale e territoriale.

Ordini professionali: devono cambiare ? 

Ecco perchè vorremmo inserire nell'Approfondimento anche dei pareri di chi ha preso l’onere e l’onore di presiedere gli Ordini Territoriali, e quindi vive sulla propria pelle l’esperienza del ruolo istituzionale e di servizio degli Ordini.

Abbiamo quindi inviato ad alcuni Ordini Professionali una nostra intervista. Ci ha risposto l'ing. Andrea Gnudi, Presidente Ordine Ingegneri Bologna. Ecco cosa ci ha detto.

Intervista a Andrea Gnudi, Presidente Ordine Ingegneri Bologna


PARTE GENERALE: IL FUNZIONAMENTO DELL'ORDINE

Andrea-Gnudi-presidente-di-Bologna.jpg1) E’ giusto che per alcuni ambiti professionali vi sia l’obbligo dell’iscrizione all’albo professionale ?

Senza alcun dubbio. Anche in un moderno contesto di mercato libero e globalizzato, sicuramente molto diverso da quello degli anni di formazione degli Ordini professionali, è necessaria la presenza di un’ istituzione che possa agire da garante per i cittadini quando questi si rivolgono ai professionisti. 

2)  L’ambito delle attività per cui è necessario - per apporre una firma - essere iscritto all’albo professionale dovrebbe essere ampliato oppure no ?

Sicuramente sì. Le professioni si evolvono coerentemente con il mercato, le sue dinamiche, l’ evoluzione tecnologica e il contesto socio-economico. Anche le attività per le quali è necessaria una firma dovrebbero quindi essere ampliate e adattate al contesto nel quale ci troviamo oggi.

2a) se ha risposto sì, quale ambiti oggi non coperti dovrebbero essere compresi ?

Per esempio tante attività correntemente svolte nell’ ambito del terzo settore, della sicurezza informatica e dei dati (verifiche e certificazioni di rispondenza a normative di riferimento internazionali).

3) Vista la complessità della gestione di un Ordine Territoriale, dovrebbe essere eliminato il vincolo sulla non candidatura per chi ha ricoperto più mandati consecutivi ?

No. Credo che la limitazione a due mandati sia corretta per assicurare un doveroso ricambio gestionale e perché no anche generazionale. Il turnover a mio parere assicura che i consiglieri eletti possano sempre dedicarsi con tutte le energie necessarie per fare fronte alle tante sfide presenti, e parimenti permette anche di accogliere nuovi contributi da chi si aggiunge ad altri consiglieri con una maggiore esperienza. Energie e contributi nuovi sono sempre benefici e necessari nella gestione di un meccanismo complesso come un Ordine Territoriale.

4) Si deve continuare ad avere un Ordine per ogni provincia, o sarebbe più utile avere Ordini che raggruppano territori più ampi con sezioni provinciali ?

Credo che non sia possibile generalizzare il concetto. Sicuramente per gli Ordini con un numero esiguo di iscritti la gestione delle risorse è più difficoltosa e parimenti lo è l’ ampiezza di gamma di servizi che possono essere messi a disposizione dei propri membri. In alcuni casi si potrebbe effettivamente valutare di raggruppare Ordini di province vicine per ottenere una ottimizzazione delle risorse, senza però rinunciare alla presenza sul territorio.

Per gli ordini più popolosi credo sia più logico e conveniente mantenere l’ autonomia.

5) Si deve continuare ad avere un Ordine per ogni Professione, o sarebbe più utile avere Ordini che raggruppano più professioni con sezioni per specializzazione?

Domanda molto complessa alla quale non avevo davvero mai pensato. In effetti vi sono talune competenze professionali che sono accessibili con differenti percorsi di studio, tuttavia vi sono anche ambiti di applicazione professionale completamente diversi. Forse alla fine dei conti la configurazione attuale è la più sensata.


PARTE 2: ISCRIZIONE ALL’ALBO E FORMAZIONE

6) L’esame di iscrizione all’Albo deve continuare ad essere una tantum, o si dovrebbero introdurre delle fasi di verifica periodica ?

Credo che sia più che sufficiente una prova una tantum. Semmai sarebbe più sensato e conveniente farla sostenere dopo un periodo di attività lavorativa vera e propria, in maniera tale da differenziarlo di più da un normale esame universitario. Se l’ esame di stato è di fatto una prova di abilitazione alla professione e così alcune domande riguardano aspetti legati all’ attività lavorativa, sarebbe più logico poterlo sostenere dopo aver documentato un periodo lavorativo di almeno due anni.

Ne uscirebbero figure meglio formate e di livello superiore. 

Ovvio che i tirocini dovrebbero essere retribuiti con degli entry salaries più decorosi e in linea con i primi contratti.

7) La Formazione deve continuare ad essere obbligatoria ?

Secondo me no, o almeno non come si è evoluta e sviluppata oggi, con tutte le relative distorsioni che possiamo ben vedere.

A parer mio dovrebbe quindi essere lasciata alla sensibilità del singolo iscritto, visto che in ogni caso sono poi le esigenze del mercato a rendere necessario che tutti seguano un percorso individuale di aggiornamento e formazione continua durante la propria carriera. Nel 2019 è impensabile che un ingegnere possa continuare a esercitare senza mai aggiornarsi.

8) E’ corretto che si sia creata la figura del Provider Privato riconosciuto dal Consiglio Nazionale o si sarebbe dovuto mantenere il controllo della formazione negli ordini territoriali in cui si svolge ?

Sì. Ritengo che sia utile avere pluralità di attori operanti nel campo della formazione, anche se alla quantità dovrebbe essere privilegiata la qualità. E ancora vi sono figure di indubbia qualità e professionalità che rimangono ancora escluse dal circuito, e questo francamente non è accettabile. Penso ad esempio alle eccellenze che operano nel campo della sostenibilità e del nZEB.

9) E’ corretto riconoscere crediti per la partecipazione di Fiere, Mostre, Convegni … o si dovrebbe subordinare il riconoscimento al superamento di un test alla fine di ogni corso ?

Tutto sommato sì, perché tali eventi contribuiscono a “formare” l’ ingegnere in maniera differente rispetto ai corsi veri e propri. Non si apprendono infatti “skills” nuove che vanno evidentemente verificate bensì “esperienze” reali. Semmai si potrebbero modulare i crediti in misura differente.  

10) Dovrebbe essere introdotto l’obbligo di Tirocinio prima di dare l’esame di stato ?

Potrebbe essere un’ idea eccellente a patto che venga strutturata in maniera seria e congrua, magari seguendo le esperienze di quanto già in essere presso altre realtà europee (ad esempio UK). In altri termini si dovrebbe trattare di una vera e propria esperienza lavorativa, degnamente retribuita e sottoposta a verifiche periodiche da parte di tutor già abilitati alla professione che garantiscano la validità del percorso formativo pre esame di stato.


PARTE 3: IL RUOLO DEI PRESIDENTI E CONSIGLIERI, I VINCOLI ETICI

11) Il Presidente dovrebbe avere un compenso per il tempo in cui ricopre la carica all’Ordine ?

No, non necessariamente. È più corretto che venga liberamente determinato da ogni Consiglio Direttivo provinciale secondo le esigenze della singola realtà locale. Nel nostro caso (Ordine BO) nessuna carica istituzionale e nessun consigliere percepisce nessun rimborso e nessun compenso.

12) I Consiglieri dovrebbero avere un compenso per il tempo in cui ricoprono la carica all’Ordine ?

Come sopra, per la carica di presidente.

13) La composizione dell’Ordine dovrebbe essere equamente suddivisa per specializzazioni ?

Non necessariamente. Anche in questo caso ogni Ordine provinciale ha caratteristiche diverse, legate al tessuto economico e sociale del proprio territorio.

14) Il Presidente, o un Consigliere, nel periodo in cui ricopre la carica, può prendere posizioni pubbliche negli ambiti tecnici professionali regolamentati dall’Ordine senza consultare il Consiglio ? ovviamente, per chiarezza, questa domanda riguarda posizioni istituzionali, non inerenti i suoi incarichi professionali. Per esempio, può sottoscrivere un documento in cui si contesta un provvedimento di un comune, oppure in cui si sostiene l’adozione di una norma o il cambiamento di una norma senza consultare il Consiglio ?

Personalmente lo ritengo sconveniente in quanto il presidente deve esprimere la sintesi del lavoro del consiglio direttivo, pertanto le sue posizioni dovrebbero necessariamente essere allineate all’ indirizzo del consiglio stesso. 

15) stessa domanda di cui sopra, con una precisazione: il Presidente/Consigliere può assumere posizioni pubbliche negli ambiti regolamentati dall’Ordine senza consultare il Consiglio, qualora specifichi formalmente e in modo evidente che lo fa a titolo personale ? 

Secondo me no.


PARTE 4: I SERVIZI

16) Quali servizi dovrebbero essere riconosciuti agli iscritti per aumentare l'attrattiva degli ordini ?

Innanzitutto far percepire a tutti gli iscritti e ai cittadini in generale l’ importanza del ruolo istituzionale degli ordini nella società contemporanea. E poi migliorare e aumentare il ventaglio dei servizi offerti, quali convenzioni commerciali, sanitarie, assicurative e i relativi servizi di counseling. 

17) Si dovrebbero costituire delle società di servizi centralizzate a livello regionale (o multiprovinciale) o multiprofessionali, per rendere più agevole l’erogazione di servizi ?

Si potrebbe sicuramente prendere in esame tale opportunità ma unicamente nell’ intento di alzare la qualità e la fruibilità dei servizi complessivamente offerti.

18) I servizi erogati dall’Ordine dovrebbero essere sempre compresi nella quota di iscrizione oppure no ?

I servizi di base sicuramente sì e anche quelli per i quali si possono trovare coperture economiche senza stravolgere i bilanci. Poi si potrebbero strutturare servizi aggiuntivi da sottoscrivere a pagamento a tariffe convenzionate e calmierate.


PARTE 5: IL CONSIGLIO NAZIONALE

19) In periodo così complesso, per un ruolo così delicato come quello della rappresentanza nazionale di una professione, è giusto che ci sia un limite di mandato per i consiglieri nazionali ? non dovrebbe essere una libera scelta fatta da chi li elegge ?

Credo sia corretto limitare il numero massimo dei mandati per assicurare un naturale ricambio nell’ ottica di garantire sempre stimoli e contributi nuovi nell’ interesse della collettività.

20) e’ corretto l’attuale meccanismo di elezione o si dovrebbe avere un Consiglio composto da un rappresentante di ogni territorio, in cui questo è eletto all’interno del territorio stesso ?

Ritengo sia più corretto assicurare che il Consiglio Nazionale abbia rappresentanti da tutto il territorio nazionale, quindi potrebbe essere una buona idea studiare una nuova metodologia di elezione.