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Ridurre l'isola di calore in Città: con il calcestruzzo si può

... e ridurre i consumi energetici

Come ogni estate il caldo arriva tutto di un tratto e così i giornali così come le discussioni fra cittadini sono particolarmente incentrate sul fatto che in città non si respiri più, che le temperature sono insopportabili, e tutti perdiamo qual minimo di coscienza ecologica accendendo nelle auto, negli uffici e nelle case i condizionatori al massimo della loro potenza.

E anche in questo caso il lamento prevale sulla prevenzione. Eh già, perchè prevenzione si potrebbe fare anche su questo importante problema, che porta a consumi energetici senza paragoni con quelli invernali, e a un diffuso malessere, con una conta di morti spesso poco considerata.

Ridurre il calore in città: è possibile !

Il CALDO si può sconfiggere progettando le "città del futuro" in modo diverso, ma anche agendo su quelle esistenti.

Per esempio, come si sta decidendo di fare a New York, riducendo gli edfici con forte azione specchiante, che hanno l'effetto di concentrare l'azione solare sulle vie cittadini, con effetti in alcuni casi davvero devastanti. E sempre come sta facendo la città dei grattacieli, aumentando le resilienza del territorio, moltiblicando non solo le aree verdi ma anche quelle permeabili.

Ma è possibile farlo anche con materiali innovativi, che consentono di ridurre le cosiddette isole di calore. Per esempio sostituendo le impremeabilizzioni nere dei tetti con sistemi resinosi chiari, oppure tornando alla tradizionale e sempre meravigliosa copertura in laterizio.

FRANCESCO KARRER-effetto albedo

Ma molto si può fare anche cambiando i manti stradali. Oggi è infatti possibile combattere l'isola di calore sfruttando l'effetto albedo di alcune soluzioni. L'uso, per esempio di manti in calcestruzzo studiati appositamente per ridurre l'effetto di calore.

Di queste problematiche e di questi problemi ne ha parlato di recente, su "Il Giorno" il prof. Francesco Karrer, già presidente del Consiglio Superiore dei LLPP e importante Urbanista: alla domanda se il calcestruzzo sia un materiale antiafa il prof. Karrer ha infatti risposto: «Sì. Consente di progettare in maniera più intelligente i nuovi spazi urbani: quello permeabile assicura lo scambio tra sovrasuolo e sottosuolo, così le linee d'acqua sotterranee si 'rimpinguano' e restituiscono il fresco in superficie. E poi può avere le colorazioni più piacevoli, che consentono di abbellire piazze, giardini o porzioni di giardini. Un esempio è al parco della Biblioteca degli alberi tra i grattacieli di Porta Nuova: una parte è stata creata con questa pavimentazione, che abbassa la temperatura al suolo anche di 30 gradi». Questo perchè «E' drenante, rispetta il ciclo naturale dell'acqua ricaricando la falda acquifera. E poi è di colore chiaro, quindi non si surriscalda sotto il sole, a differenza dell'asfalto che in giorni come questi raggiunge temperature anche di 60 gradi».

Il giornalista de "Il Giorno" ha chiesto se sia possibile intervenire anche sulle pareti delle case, e il prof. Karrer ha riscosto che «Esistono materiali più traspiranti, porosi, sensibili ai ricambi d'aria. Bisogna pensarci, quando si realizzano i 'cappotti' degli edifici».

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