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Ponte Morandi: ecco il parere dei giuristi del MIT sulla caducazione della concessione Aspi

In 13 anni spesi solo 440mila euro per la manutenzione strutturale. Scoprite qual'è il parere degli avvocati di stato

2 luglio 2019 - E' stato pubblicato sl sito del Mnistero il testo integrale del parere sulla procedura di caducazione della concessione di Aspi, procedura avviata a seguito del crollo del Ponte Morandi.

La relazione è stata redatta dal gruppo di lavoro di giuristi istituito con il Decreto ministeriale 119 del 29 marzo 2019: si tratta di Hadrian Simonetti, Valter Campanile, Filippo Izzo, Lorenzo Saltari e Giovanni Palatiello.

Il testo del Parere è visibile a questo LINK

Parere sulla procedura di caducazione della concessione di Aspi: il commento del MIT

parere dei giuristi del MIT sulla caducazione della concessione AspiLe Fonti MIT ci hanno riportato il commento al parere del team di legali. Ecco gli aspetti salienti.

ASPI doveva garantirne la custodia del Ponte Morandi fino alla consegna

La relazione dei giuristi incaricati dal Mit parla chiaro: Aspi non era solo obbligata, in ragione dell’articolo 1177 del codice civile, a consegnare l’infrastruttura in stato di piena efficienza e funzionalità, ma doveva anche garantirne la custodia fino alla consegna, si badi bene, senza soluzione di continuità.

Anche perché il concedente ha sempre diritto a chiedere la disponibilità del bene affidato in concessione.

O ancora, come spiegano i giuristi, “la prestazione di custodia dell’infrastruttura (…) è immediatamente esigibile in costanza di rapporto concessorio ed il perimento del Ponte integra un definitivo inadempimento dell’obbligo di custodia, sanzionabile anche prima della scadenza della Convenzione”.

Autostrade, peraltro, non ha mai provato l’esistenza di una causa del crollo non a sé imputabile, come richiede l’articolo 1218 del codice civile.

Inoltre, anche una eventuale perdita di carico è un evento non imprevedibile e il concessionario doveva adottare ogni cautela per “prevenire esiti nefasti”. 

ASPI inadempiente rispetto agli utenti

Il concedente deve far valere la grave responsabilità del concessionario, perché non siamo di fronte a un normale accordo tra privati, ma in questo caso il concedente stesso rappresenta l’interesse generale degli utenti. Il concessionario ha reso per un tempo comunque lungo quel bene inutilizzabile, con gravissimi effetti in termini di vittime, danni morali, economici e di immagine per lo Stato stesso.

Siamo dunque di fronte a un inadempimento che i giuristi del gruppo di lavoro definiscono “definitivo di particolare gravità”. 

Gli articoli 8 e 9 della Convenzione, relativi alla contestazione delle mancanze del concessionario e alla decadenza della concessione, si applicano in caso di inadempimenti rispetto ai lavori di manutenzione ordinaria (allegato F1) e straordinaria (allegato F2) previsti dalla convenzione stessa.

Ma stiamo appunto parlando di interventi manutentivi o migliorativi che postulano l’esistenza e la fruibilità dell’opera d’arte assentita in concessione. Due caratteristiche assenti di fronte al tremendo crollo del Morandi.

Ecco perché Aspi non può avanzare il “diritto/obbligo di ricostruzione”.

“E non spetta di certo al debitore inadempiente scegliere unilateralmente come debba essere risarcito il danno”, chiariscono gli esperti del gruppo di lavoro incaricato dal Mit.

ASPI e SPEA fanno parte dello stesso gruppo societario

Per quanto riguarda i controlli, Aspi si è sempre affidata a Spea, ma tra i due soggetti “non vi è una reale alterità soggettiva, essendo parti dello stesso gruppo societario”, quindi “le valutazioni avrebbero potuto essere influenzate dalla preoccupazione di non gravare il suddetto gruppo di eccessivi oneri di manutenzione”, dicono gli esperti.

Malgrado i ripetuti segnali di allarme sulla tenuta del ponte, per Spea ancora nel 2018, incredibilmente, il Morandi non aveva alcuna riduzione del coefficiente di sicurezza.

E siccome il sistema di controlli che ha portato al crollo del ponte sul Polcevera vale per tutta la rete, ecco giustificata la generale mancanza di fiducia del concedente nei confronti del concessionario e la risoluzione integrale anticipata del rapporto concessorio, sostengono i giuristi del gruppo di lavoro.

In 13 anni spesi solo 440mila euro per la manutenzione strutturale del ponte

I numeri poi sono impietosi: dal 2005 a oggi sono stati spesi soltanto 440mila euro per la manutenzione strutturale del ponte.

Nella fase pre-privatizzazione, dice la relazione tecnica sul crollo del Morandi, erano stati spesi 1,3 milioni in media all’anno. 

Concessione ASPI: Si può procedere alla risoluzione anticipata

L’articolo 9-bis della Convenzione, secondo gli esperti, è nullo intanto perché, rispetto ai motivi della risoluzione anticipata, non distingue tra quelli imputabili al concedente, quelli legati all’interesse pubblico e quelli connessi all’inadempimento del concessionario, distinzione che invece è contemplata nel Codice dei contratti.

Per gli esperti del Mit la clausola è “eccentrica rispetto al sistema della responsabilità contrattuale e manifestamente nulla sotto vari profili”, inoltre garantisce a una delle parti “una condizione di sostanziale immunità e privilegio”.

In più l’articolo 1229 del codice civile sanziona con la nullità qualunque patto che escluda o limiti la responsabilità del debitore per dolo o colpa grave. Infine, questa clausola va contro “l’ordine pubblico economico”.

E non vale l’argomentazione per cui la convenzione è stata blindata con una legge.

Infatti, secondo i giuristi incaricati dal Mit, la legge va ritenuta limitata al completamento del procedimento contrattuale già perfezionato, ma “non può estendersi anche ai contenuti e al dettaglio della Convenzione”. Se così non fosse, la norma andrebbe probabilmente in contrasto con tre articoli della Costituzione (3, 41 e 97). 

Una politica disattenta al rilascio delle concessioni

A dimostrazione del vergognoso modo di agire della vecchia politica, è incredibile notare, riferisce la relazione, come al momento della blindatura per legge delle concessioni, nel 2008, lo Stato non avesse contezza neppure del numero di convenzioni da legificare. E ciò malgrado ci fosse consapevolezza di un evidente rischio finanziario per l’erario.

Le conclusioni del parere dei legali sulla concessione ASPI

Il parere termima con questi punti:

"a) in relazione all'evento del 14 agosto 2018 sussista l'inadempimento di ASPI agli obblighi di custodia e restituzione di cui all'articoo 1177 del codice civile e di manutenzione di cui all'art. 3 della Convenzione;

b) tali inadempimenti abbiano il carattere della gravità in relazione all'interesse complessivo affidato alla cura del Concedente;

c) su tali presupposti il Concedente, nei termini in cui in motivazione, abbia il potere di risolvere unilateralmente la Convenzipone con un provvedimento del dirigente della DIrezione Generale per la vigilanca sulle concessioni autostradali, sottoposto all'approvazione del Ministro delle infrastrutture e trasporti di concerto con il MInistro dell'economia e delle finanze;

d) i possibili rischi evidenziati al paragrafo 11, discendenti dallo squilibrato contenuto e dalle modalità di approvazione della Convenzione, potrebbero comunque consigliare una diversa soluzione, rimessa alla valutazione politica o legislativa, volta alla rinegoziazione delle stessa Convenzione;

e) in ogni caso la Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali debba concludere il procedimento avviato con la nota di contestazione del 16 agosto 2018."


SPECIALE CROLLO PONTE MORANDI

Su tutta la vicenda del Crollo del Ponte progettato da Morandi sul Polcevera abbiamo pubblicato uno speciale visibile a questo LINK


Il PS dell'Editore

In sequenza abbiamo visto la "Demolizione del Ponte Morandi", poi la dichiarazione del Ministro di andare fino in fondo per la caducazione della Concessione, poi il filmato segretato della Guardia di Finanza sul crollo del ponte, e ora la pubblicazione del Parere. Tutto in 5 giorni.

Ricordiamo una cosa: per gestire le Autostrade ci sono 7.349 dipendenti di Autostrade per l'Italia e i 500 di SPEA: verranno assunti tutti dal prossimo concessionario ? perchè chiunque dovrà assumersene la responsabilità avrà bisogno di un'organizzazione che non si crea in poche setttimane.

La sensazione è che alla fine sarà il punto D delle conclusioni dei legali del MIT ad essere protagonista della trattativa.