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Ingegneri italiani: preparati, richiesti e mal pagati

In occasione del 58esimo Congresso Nazionale degli Ingegneri, è stato presentato uno studio realizzato da Page Personnel, in collaborazione col Centro studi del CNI, che dimostra come i laureati italiani in ingegneria siano tra i più preparati e richiesti d’Europa. Ma risultano sottopagati.

Nel corso del 58esimo Congresso Nazionale degli Ingegneri, è stato presentato uno studio realizzato da Page Personnel, in collaborazione col Centro studi del CNI. Esaminando i giovani laureati in ingegneria nel nostro paese, paragonati a quelli di Spagna, Francia e Regno Unito, si evince come i nostri, pur essendo ricercati e preparati, risultino ancora sottopagati.

La retribuzione è la più netta delle differenze tra i nostri giovani professionisti e quelli del resto d’Europa. Se è vero, infatti, che i salari nazionali sono maggiori (seppure di poco) rispetto a quelli della Spagna, sono invece nettamente inferiori a quelli di Regno Unito e Francia, a dimostrazione che il nostro mercato del lavoro fatica ancora ad uscire dalla crisi. Ad esempio a tre anni dall’inserimento in genere un disegnatore meccanico guadagna in media una retribuzione lorda annua di 35.000, in Inghilterra lo stesso profilo può raggiungere i 64.000. Il risultato di questa situazione è immediato e scontato: il trasferimento.

La qualità dei nostri professionisti e la loro preparazione è però un dato indiscusso, tanto che anche all’estero i laureati italiani in Ingegneria sono molto richiesti. Ecco perché si sta assistendo negli ultimi anni un incremento di partenze di ingegneri italiani verso la Germania, il Nord ed il Sud America: un capitale che stiamo esportando e che speriamo possa rientrare quando le condizioni economiche del nostro paese cambieranno. Non vale, invece, il discorso inverso: al di là della situazione economica complicata, le aziende italiane tendono a non assumere professionisti stranieri, soprattutto perché le competenze straniere sono difficili da importare a causa delle notevoli differenze di legislazione nei vari paesi.

“Il contesto generale – ha affermato Francesca Contardi, amministratore delegato di Personnel – è difficile, e ha segnato anche il settore degli ingegneri. Ci sono tuttavia alcune categorie che hanno notevoli chance di occupazione, anche perché il numero di ingegneri che si laureano presso le nostre università è decisamente inferiore alle necessità del mercato. Penso, ad esempio, agli informatici, ai meccanici e ai meccatronici e a tutti coloro che hanno un know how estremamente specifico. Il basso numero di laureati in ingegneria dipende probabilmente dal fatto che si tratta di una disciplina molto complicata e che richiede agli studenti spiccate doti analitiche e matematiche”.

La disoccupazione, comunque, non ha risparmiato nemmeno i laureati in Ingegneria. Se fino all’anno scorso la categoria era impermeabile alle tempeste della crisi, quest’anno si rileva invece un aumento della disoccupazione, inferiore rispetto agli altri laureati, certo, ma comunque da tenere in considerazione. Sebbene non possa essere tracciato un trend omogeneo e duraturo, possiamo dire che ci sono meno prospettive occupazionali per gli ingegneri civili e gli ambientali.

I dati presentati nel corso del Congresso di Brescia sono una parte dell’indagine “Occupazione e remunerazione degli ingegneri 2013” che verrà pubblicata il prossimo autunno.

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