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L'uso del BIM nei procedimenti di prevenzione incendi: il caso della Stazione Roma Termini

Come possono essere utilizzati i dati ai fini degli adempimenti tecnico-amministrativi legati alla presentazione delle istanze di prevenzione incendi al fine di essere validati dal Comando Provinciale VVF competente per territorio

L’articolo è focalizzato ad analizzare come possono essere utilizzati i dati ai fini degli adempimenti tecnico-amministrativi legati alla presentazione delle istanze di prevenzione incendi al fine di essere validati dal Comando Provinciale VVF competente per territorio. Dopo una breve introduzione sui procedimenti di prevenzione incendi, si riporta il caso studio riferito alla gestione finalizzata alla presentazione della S.C.I.A. e correlata asseverazione per il complesso della stazione ferroviaria di Roma Termini utilizzando un ambiente di condivisione dati secondo le previsioni contenute e declinate nel D.M. 560/2017 

Decreto BIM (D.M. 560/2017): cambia il metodo di operare

La progressiva introduzione e connessa obbligatorietà della metodologia BIM, nel contesto sia della progettazione sia degli adempimenti amministrativi, comporta l’utilizzo di metodi e strumenti informatici, quali quelli di modellazione (Building Information Modeling), per l’edilizia e le infrastrutture in tutte le fasi del ciclo di vita dell’opera. Tale nuovo approccio mette in primo piano la necessità da una parte di adeguarsi al nuovo modello, qualificando e garantendo figure professionali specifiche che operino nell’intera filiera, dall’altra di sviluppare e integrare il proprio modus operandi con quelle che sono le richieste sia del mercato sia della pubblica amministrazione deliberante. 

Ne consegue che una fase importante del processo, che vede coinvolte tutte le discipline progettuali, è quella rappresentata dalla verifica e validazione del progetto. Affinché si possa verificare e validare un progetto è necessario, innanzi tutto, creare un modello interoperabile in modo univoco partendo da chi predispone il modello fino a chi lo deve verificare. In tale ambito si inserisce l’articolo 4 del D. M. 560/2017 che indica che le stazioni appaltanti devono utilizzare piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari. Utilizzando quindi un ambiente di condivisione dati e specifici software, in grado di effettuare verifiche in modo sistematico, sarà possibile, per l’organo amministrativo dello stato delegato alla validazione/approvazione del progetto, sviluppare, in modalità informatica, tutte le verifiche a carattere prettamente tecnico e normativo. Con un tale approccio si raggiungerà sia una uniforme applicazione della normativa vigente unitamente ad una semplificazione in termini di tempo nella gestione di quelle pratiche che necessitano di un parere formale.

I procedimenti di prevenzione incendi

Il D.M. 07-08-2012 “Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151” individua le modalità di presentazione delle istanze di prevenzione incendi correlando, per ognuna di queste, i contenuti e la tipologia della documentazione, tecnico – amministrativa, da allegare ai sensi e per le finalità complessive del D.P.R. 151 del 01.08. 2011 “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell’articolo 49, comma 4 -quater , del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”. 

Il decreto individua una serie di documenti tecnici da allegare alla presentazione delle istanze per tipologia di procedimento, consistenti in via generale in una relazione tecnica ed elaborati grafici significativi; certificazioni e dichiarazioni comprovanti la corretta realizzazione e la corretta posa in opera secondo la regola dell’arte in conformità alla vigente normativa in materia di sicurezza antincendio presa a riferimento ed applicabile per tipologia di attività. 

Le istanze considerate in tale decreto sono:

  • Istanza di valutazione dei progetti;
  • Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA);
  • Attestato di rinnovo periodico di conformità antincendio;
  • Istanza di deroga;
  • Istanza di nulla osta di fattibilità (NOF);
  • Istanza di verifica in corso d’opera;
  • Istanza di voltura.

Verso un approccio digitalizzato delle istanze

Utilizzare un approccio digitalizzato per la presentazione delle istanze sopracitate si traduce nel caricamento, in un ambiente di condivisione dati (Common Data Environment- CDE), del modello digitale e di tutta la documentazione [dati] ad esso associata

Nel contesto del procedimento connesso alla presentazione di un’istanza di SCIA, di cui si riporta un esempio concreto nel paragrafo successivo, è richiesta, oltre ad alcune informazioni generali comuni a tutte le istanze, una raccolta documentale facente parte del fascicolo tecnico che il titolare dell’attività è tenuto a rendere disponibile, per eventuali controlli del Comando Provinciale dei VVF in cui ha sede l’attività.

Certificazioni e dichiarazioni da presentare a corredo di un istanza di SCIA

Nello specifico è richiesto di allegare le certificazioni e dichiarazioni dei seguenti elementi, redatte utilizzando gli appositi modelli definiti dalla Direzione Centrale della Prevenzione e Sicurezza Tecnica del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, pubblicati nel sito istituzionale ed utilizzabili anche nel loro formato informatico:

  1. Prodotti ed elementi costruttivi portanti e/o separanti classificati ai fini della resistenza al fuoco (con esclusione delle porte e degli elementi di chiusura);
  2. Prodotti e materiali classificati ai fini della reazione e della resistenza al fuoco e dispositivi di apertura delle porte;
  3. Certificazione degli impianti attraverso la predisposizione delle relative dichiarazioni di conformità.

All’interno del “CDE”, il funzionario istruttore potrà navigare il modello e consultare la documentazione inserita all’interno e collegata direttamente al modello. 

Il caso studio della Stazione Roma Termini

Nel seguito si riporta, come caso studio, le modalità di gestione dei dati necessari allo sviluppo della SCIA e per la gestione della variabilità dello spazio relativa all’infrastruttura dei trasporti individuata nella stazione ferroviaria di Roma Termini.

Le stazioni, da semplici luoghi di pertinenza ed arrivo dei treni, nel tempo si sono trasformate in uno spazio a servizio dei viaggiatori in transito e quindi come luogo di intrattenimento con locali a destinazione d’uso miste che possono cambiare configurazione nel tempo.
Questa variabilità porta a pensare, analizzare e valutare come manutenere la sicurezza degli occupanti e quindi del “sistema stazione” che ne costituisce l’ambito fruibile con particolare attenzione alla sicurezza antincendio e nei luoghi di lavoro. Nello specifico, possiamo fra l’altro monitorare i carichi degli occupanti, gli usi, i carichi antincendio e le procedure di gestione delle emergenze utilizzando il Building Information Modeling (BIM) come strumento primario per una visione complessiva dell’edificio in qualsiasi momento. 

La stazione di riferimento è la stazione Roma Termini. L’impianto originario della stazione, progettato dall’Arch. Salvatore Bianchi ed inaugurato nel 1874, fu oggetto di una completa rivisitazione da parte dell’Arch. Angelo Mazzoni che diede alla stazione l’aspetto oggi visibile. L’infrastruttura ha visto susseguirsi una serie di continui interventi di ristrutturazione e rifunzionalizzazione al fine di soddisfare al meglio le mutate esigenze dei viaggiatori. 

In tempi più recenti sono inoltre stati realizzati il Forum Termini al piano interrato, costituito da spazi destinati a servizio dei viaggiatori accessibili anche tramite le vie comunicazione con la metropolitana, la Piastra Servizi, costituita da servizi di ristorazione per i viaggiatori ed accessibile dalla Galleria Gommata, e la Piastra Parcheggi, un parcheggio pubblico di tre piani in grado di accogliere circa 1.500 veicoli, attualmente in costruzione, e posto al di sopra delle pensiline dei binari.

Trattandosi di un edificio esistente, è stato elaborato un modello tridimensionale [Cfr Fig. 1] che fosse funzionale alla finalità di sviluppo dell’asseverazione ai fini della SCIA e per la conseguente gestione degli aspetti di Safety.

Visualizzazione modello tridimensionale stazione Roma Termini

Figura 1 – Visualizzazione modello tridimensionale stazione Roma Termini

Si tratta di un approccio utilizzato per altri progetti sviluppati (UnipolSai Tower, Gioia 22, Westfield), che è stato altresì applicato al caso della stazione di Roma Termini ponendosi il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • Raccogliere, in maniera ordinata, coordinata, per aspetti e livelli di rappresentabilità lo stato di adeguamento normativo della stazione in relazione al periodo, con il fine di disporre di un database che consente di avere una visione complessiva dal livello di adeguamento unitamente agli interventi necessari per presentare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA); 
  • Monitorare la gestione degli spazi durante la vita utile degli stessi per poterne valutare i parametri prestazionali necessari al mantenimento dei livelli di sicurezza attesi; 
  • Disporre di uno strumento utile a rendere più familiare lo stato di un’infrastruttura caratterizzata da una popolazione in transito che, in caso di emergenza, non deve risultare distratta dall’insieme di tutte le informazioni già presenti ma indirizzata da utili input che devono essere presenti anche in fase di avvicinamento alla stazione. 

Il caso studio prende in esame gli spazi di stazione unitamente a quelli più prettamente destinati ai servizi per i viaggiatori. Questi risultano quelli qui nel seguito declinati [Cfr. Fig.2]:

  • Il dinosauro, posto al piano ferro dell’edificio N, atrio di ingresso della stazione su piazza dei Cinquecento;
  • La galleria gommata, posta al piano ferro dell’edificio N, fra l’altro di ingresso e la banchina ferroviaria; 
  • Il mezzanino dell’edificio N, affacciante sulla galleria gommata; 
  • La piastra servizi, posta al piano primo dell’edificio N, affacciante sui binari; 
  • Il forum, posto al piano -1 dell’edificio N; - Il piano ferro degli edifici F e H, affacciati su via Giolitti; 
  • Il piano ferro dell’edificio D, affacciato su via Marsala; 
  • L'HUB ferroviario, costituito dalle banchine di accesso ai treni e dai sottopassaggi. 

Gli altri ambiti ed edifici, pur facenti parte del complesso di stazione, sono invece da intendere come spazi accessori, in quanto non fruibili dai viaggiatori e quindi non sono oggetto, per semplicità, del caso studio. 

Configurazione edifici stazione Roma Termini

Figura 2 – Configurazione edifici stazione

Nel contesto del caso studio viene analizzato, a titolo di esempio, la piastra servizi dell’edificio N situata al piano ammezzato dell’edificio di stazione.

Piastra servizi  Stazione Roma Termini.JPG 

Figura 3 – Piastra servizi  

Le aree di pertinenza sono state modellate in Revit [Cfr. Fig.4] suddividendole per competenze e livelli di responsabilità: 

  • Gestore → Insieme delle unità destinante ai servizi viaggiatori; 
  • Tenant → Singola unità; 
  • Proprietà → Involucro e spazi destinati alla circolazione.

Visualizzazione BIM piastra servizi RMT

Figura 4 – Visualizzazione BIM piastra servizi RMT

Questa classificazione è funzionale a permettere una migliore e puntuale gestione degli spazi in termini di correlazione fra gli stessi e la documentazione riferibile alle prestazioni antincendio da garantire e rispettare nel tempo; conseguentemente, ad ogni locale, sono stati assegnati i parametri utili alla conoscenza ed alle correlate necessità connesse alla corretta gestione [Cfr Fig. 5 – 6]. 

 Aree di pertinenza piastra servizi Stazione Roma Termini

Figura 5 – Aree di pertinenza piastra servizi

Abaco aree di pertinenza piastra servizi con individuazione delle misure antincendio presenti all’interno della singola unità

Figura 6 – Abaco aree di pertinenza piastra servizi con individuazione delle misure antincendio presenti all’interno della singola unità

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