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DL Fiscale, Ance: norma su ritenute da ritirare immediatamente

L'Associazione nazionale costruttori edili torna a chiedere con forza il ritiro della misura che si stima possa determinare un costo per le imprese pari a circa 250 milioni di euro

Oltre a un aggravio burocratico per la PA, l'Associazione stima un costo per le imprese pari a circa 250 milioni di euro all'anno

«Va ritirata immediatamente la misura del dl fiscale che prevede che il versamento delle ritenute per i lavoratori dipendenti impiegati negli appalti e subappalti venga effettuato direttamente dal committente. Si tratta di una norma iniqua che rischia di avere conseguenze devastanti su imprese e Pubblica amministrazione». 

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Lo ha chiesto con forza l’Ance, per voce del vicepresidente Marco Dettori, con delega alla fiscalità, ascoltata gli in Commissione Finanze della Camera sul decreto fiscale.

Come riportato dalla nota, l’Associazione nazionale costruttori edili stima che la misura prevista dall'articolo 4 del Decreto Fiscale (124/2019), determinerà un salasso per le imprese, nello specifico un costo pari a circa 250 milioni di euro all’anno e un’ennesima complicazione burocratica per il settore e la Pubblica Amministrazione.

Un impatto enorme, osserva l'Associazione, per un sistema produttivo già stremato dallo split payment (2,4 miliardi di liquidità in meno), dai ritardati pagamenti della Pa (8 miliardi di arretrati) e che unito all’impossibilità di compensare i contributi assistenziali e previdenziali con i crediti fiscali, sempre prevista all’art.4, mina la sopravvivenza delle imprese.

Nel frattempo l’Ance continua ad attendere l'intervento del Governo, come annunciato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante l’Assemblea dell’Associazione dello scorso 30 ottobre.

Dal palco del Palazzo dei Congressi, il premier aveva anticipato un'apertura proprio sul tema del “Reverse Charge”. 

«È chiaro che è una norma la cui ratio è stata pensata per assicurare maggiore trasparenza nell’ambito dei rapporti di lavoro - aveva detto il presidente Conte - ma se pone delle criticità, ragioniamoci». Dopo l’applauso della platea, il premier aveva aggiunto che ci sarebbe stato un confronto «con i tecnici del Mef oltre che con il ministro Gualtieri» e che si sarebbe trovata «una soluzione», così come «per i crediti, gli 8 miliardi che lo Stato vi deve e che sono sacrosanti».

Attenzione alla definizione degli indici di crisi

Come già sottolineato dal presidente di Ance Gabriele Buia durante l'ultima assemblea, è forte anche l’allarme sul tema degli indici di crisi delle imprese in vista della definizione delle nuove procedure di allerta.

Come sottolineato dall'Associazione «occorre prevedere un periodo sperimentale, rinviando l’entrata in vigore dei nuovi indici, che devono tenere conto delle specificità delle aziende di costruzione, per le quali l’eventuale squilibrio patrimoniale va valutato su più anni, rimandando anche il termine per la nomina degli organi di controllo e dei conseguenti adeguamenti statutari».