Rigenerazione Urbana
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Città più belle e sicure? La rigenerazione urbana parte anche dalle stazioni

"L'architettura della nuova mobilità", è il titolo del convegno promosso da Legambiente sul tema della rigenerazione urbana di stazioni, nodi della mobilità, piazze e quartieri

Legambiente: è il momento di investire nella mobilità sostenibile e in una rigenerazione urbana di stazioni, nodi della mobilità, piazze e quartieri

Ridisegnare le città partendo dagli spazi pubblici legati alla mobilità come strade, piazze e stazioni superando il concetto di semplici luoghi di transito. Una sfida sempre più importante per Legambiente per far sì che i centri urbani diventino più sostenibili, sicuri,  accoglienti e belli. 

Proprio il tema della rigenerazione urbana è stato affrontato nel corso del convegno «L’architettura della nuova mobilità» promosso da Legambiente e organizzato insieme a Ferrovie dello Stato Italiane alla Stazione Centrale di Milano.

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Durante l’incontro si sono confrontati esperti, politici e istituzioni che hanno anche illustrato diversi progetti di successo che, grazie all’architettura, hanno acquistato una nuova identità nel segno della sostenibilità ambientale. 

Dalla nuova stazione di Delft nei Paesi Bassi, al quartiere Pasila a Helsinki in Finlandia, fino alla mobilità sempre più sharing e sostenibile di Milano, incluso il progetto di riqualificazione degli ex sette scali ferroviari, la nuova tranvia di Firenze o la Green Station di Potenza. 

Esperienze italiane ed europee, esempi di città più interconnesse, vivibili e pulite

«Siamo difronte a un grande cambiamento della mobilità urbana - ha detto Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - che ci può dare anche la possibilità di avere nei prossimi anni delle città a emissioni a zero, questo è avvenuto dove si è intervenuti per riqualificare le stazioni integrandole con lo spazio pubblico intorno dove è possibile trovare la sharing mobility con biciclette, auto elettriche oppure scooter».

 

Il contributo dell'architettura

In questa partita legata alla sostenibilità, l’architettura ricopre un ruolo fondamentale. 

Un esempio virtuoso è Delft, città dei Paesi Bassi, dove nel 2015 è stata inaugurata la nuova stazione ferroviaria firmata Mecanoo Architecten. Qui è stato realizzato un hub che, oltre a integrare nello stesso edificio la stazione ferroviaria e il palazzo municipale, prevede al suo interno 8mila posti per le biciclette. Come racconta l'architetto Fedele Canosa nell'intervista, nel 2020 arriveranno a 10mila e c'è anche «un progetto al vaglio del Comune che intende introdurre un sistema di trasporto sull’acqua». 

 

La stazione ferroviaria di Pasila a Helsinki

Il progetto presentato nel 2009 da Cino Zucchi Architetti è un piano dettagliato dell’area e della stazione ferroviaria di Pasila che si trova a pochi chilometri dal centro della città. «I finlandesi hanno deciso di creare attorno alle stazioni dei nuclei urbani ad altà densità, quasi cancellando l’uso dell’automobile - ha detto l’architetto Zucchi - se il secolo scorso è stato quello dell’espansione della città, questo dovrebbe essere quello della rigenerazione, della metamorfosi dell’esistente per tornare a una ragionevole unità di funzioni rispetto allo “zoning” che era lo slogan dell’urbanistica del secolo scorso».

La mobilità integrata di Milano

È anche il caso di Milano che, come sottolineato da Marco Granelli, assessore alla Mobilità e ai Lavori pubblici del Comune di Milano, sta lavorando «per integrare il più possibile la rete metropolitana a quella delle metrotranvie e alla rete del trasporto ferroviario regionale e dell’alta velocità». L’obiettivo è «fare in modo che strade e piazze siano utilizzate il più possibile per la qualità della vita del cittadino - ha aggiunto l’assessore - perché la logica è quella di muoversi insieme, una visione di "città 30" dove la moderazione della velocità permette a pedoni, bici e micro mobilità elettrica di convivere nelle stesse strade: non più con la "classica" ciclabile separata dalla strada».

Le stazioni come "Piazze Urbane"

«Le stazioni saranno il cuore delle smart city, favorendo sempre più accessibilità e multi-modalità - ha commentato Carlo De Vito presidente di FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane) -. Sono hub intermodali per le persone, non più luoghi solo di transito, di arrivo e di partenza, ma piazze urbane. In questo contesto le stazioni dell’alta velocità hanno segnato il ritorno, dopo 50 anni, della grande architettura ferroviaria. Progettate da importanti architetti vincitori di concorsi internazionali indetti da FS Italiane sono tornate a essere un elemento trainante per la riqualificazione architettonica del tessuto urbano circostante». 

Un’altra grande operazione in atto in tutta Italia è quella del riutilizzo di asset dismessi.

«Milano fa un po’ da caposcuola con l’operazione di rigenerazione urbana dei sette ex scali ferroviari milanesi - ha aggiunto - complessivamente 1,2 milioni di metri quadrati che saranno trasformati in aree riutilizzabili senza consumo di nuovo suolo. Un progetto sostenibile perché il 65 per cento delle aree sarà destinato a verde che costitutiranno un’ulteriore fase di accrescimento delle città in termini di sostenibilità. Inoltre saranno realizzate nuove stazioni di scambio fra le linee ferroviarie FS e quelle locali della metropolitana per incentivare la mobilità integrata».

Nel dettaglio, nell’ottobre del 2018 è stato lanciato il «concorso Farini» che s'inserisce nell’Accordo di programma sottoscritto nel 2017 dal Comune di Milano, Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato Italiane (con Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani) e COIMA SGR. Il concorso è stato vinto da OMA e Laboratorio Permanente.

L’impronta energetica del trasporto per gli edifici

Il convegno ha affrontato anche il tema dell’impronta energetica nel trasporto tra gli edifici. Come sottolineato da Marco Caffi, direttore di Green Building Council Italia, ripensare la città e i suoi edifici, significa anche considerare «l’impatto energetico che nasce dal muoversi da un edificio all’altro». 

Dall’Italia arriva anche l’esperienza di Firenze dove il sistema dei tram, in particolare quello tranvia (Linea T1 e T2), sta cambiando il modo di vivere la città, con un successo crescente di passeggeri e attraverso spazi sottratti alle auto.

Da Potenza, infine, l’esperienza di Scambiologico, la prima green station italiana nata grazie all’intesa sottoscritta da Legambiente, Ferrovie dello Stato Italiane e Rete Ferroviaria Italiana per il recupero delle stazioni dove per alcune ore durante il giorno non c'è personale in diversi territori in Italia. LoGiCo sta per «locale», «giusto» e «condiviso»: i tre pilastri che costituiscono la così detta sharing economy e che ben sintetizzano i principi su cui è stato trasformato questo «non luogo» in luogo.

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