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La descrizione degli edifici attraverso i dati può dare un notevole vantaggio al mondo delle costruzioni

Verso la transizione digitale, il sistema Brescia parte dall’architettura

 

Verso la transizione digitale, il sistema Brescia parte dall’architettura

Dialogo tra istituzioni e professionisti per tendere ad un linguaggio condiviso nel settore delle costruzioni

Brescia, 3 dicembre 2019 - A Brescia si è tenuto il 2 dicembre un incontro per riflettere sulle sfide aperte dall’innovazione e dalla digitalizzazione per il mondo delle costruzioni, dal design al cantiere, facendo il punto, con rappresentanti istituzionali, professionisti e imprese, sulle nuove opportunità da cogliere per la costruzione delle città del futuro.

Focus sul distretto bresciano, anche per valutare come le diverse eccellenze possano collaborare e fare sistema. 

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L’appuntamento è stato anche l’occasione per la presentazione in anteprima l’edizione 2019 del Report on the construction, architecture and engineering industry a cura di Aldo Norsa e della società di ricerca Guamari (che sarà presentato il 4 dicembre a Milano), con un approfondimento specifico sul territorio.

L’iniziativa è stata promossa dalla società di progettazione DVisionArchitecture con il patrocinio del Comune, della Camera di Commercio e di Ance Brescia. 

«Attraverso l’incontro di oggi vogliamo avanzare una proposta per agevolare la transizione digitale del nostro settore - ha dichiarato Armando Casella, tra i 6 soci fondatori di DVisionArchitecture e amministratore unico della società -. Proponiamo di creare un tavolo territoriale per favorire la consapevolezza della committenza sui vantaggi della digitalizzazione e sviluppare un linguaggio comune, grazie al quale tutta la filiera possa adottare standard e codifiche, così da produrre valore aggiunto per tutti gli attori coinvolti. Ci rendiamo conto che la descrizione degli edifici attraverso i dati può dare un notevole vantaggio al mondo delle costruzioni, ma ci stiamo muovendo in direzioni autonome, che non sono efficaci. Con l’appuntamento di oggi intendiamo avviare un percorso condiviso a partire dal territorio».

Per i saluti istituzionali Michela Tiboni, Assessore all’Urbanistica del Comune di Brescia, ha ricordato come l’amministrazione comunale, con il nuovo mandato, stia lavorando perché in città ci sia la giusta attenzione all’ambiente, alle tematiche legate al cambiamento climatico, alla rigenerazione urbana e alla resilienza, sottolineando che Brescia «si sta muovendo per diventare attrattiva, ad esempio sui temi della mobilità, dell’energia e della creatività, e attraente per i giovani, perché dobbiamo guardare a loro, che sono la vera ricchezza, facendo in modo che restino nel nostro Paese».

Massimo Ziletti, segretario generale della Camera di Commercio di Brescia, ha aggiunto che gli enti camerali hanno avuto un mandato per spingere le media e piccole impese verso l’industria 4.0 grazie al piano nazionale previsto dall’ex Ministro Carlo Calenda. «Stiamo vivendo una prima rivoluzione, che vede l’applicazione delle declinazioni digitali e informatiche che riguardano tutti i settori, dal primario al terziario. A Brescia abbiamo accompagnato imprese e professionisti nell’attività progettuale, avviando iniziative di analisi e mettendo a disposizione anche strumenti di incentivazioni economica per consentire investimenti in tema di formazione orientamento, consulenza e attrezzature legate al tema digitale».

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Per il bresciano Marco Caffi, direttore GBC Italia «La sfida che abbiamo davanti in termini di lotta al riscaldamento globale e di conservazione delle risorse naturali necessita di azioni capaci di ottenere in un tempo breve significativi impatti positivi. Secondo gli accordi di Parigi entro il 2030 dovremo diminuire del 40% le emissioni di Co2 ed entro il 2050 compiere un salto decisivo verso la decarbonizzazione. L’edilizia più di ogni altro settore è caratterizzata da lenti processi di evoluzione. Serve quindi una spinta innovativa e di industrializzazione che consenta un balzo in avanti in termini di sostenibilità delle nostre città e dei nostri edifici. In tale contesto la digitalizzazione è un driver fondamentale. Un esempio dall’estero – spiega – lo possiamo riscontrare in un padiglione della fiera di Eindhoven: grazie alla digitalizzazione, tutte le componenti dell’edificio sono state perfettamente catalogate, per il loro assemblaggio e eventuale smontaggio. Nel nostro Paese, GBC Italia ha recentemente avviato una call per far partecipare dei progetti ad un database internazionale; Brescia è stata coinvolta come città follower per identificare quali indicatori possano essere utilizzati dalle pubbliche amministrazioni per capire le policy messe in campo su efficienza energetica, impatto ambientale e rigenerazione urbana».

Pietro Bianchi, direttore tecnico e referente per la parte amministrativa e la direzione lavori e cantiere di DVisionArchitecture, ha sintetizzato i temi della giornata di studio e condivisione «l’innovazione, che tocca tutta la filiera delle costruzioni, e la digitalizzazione, che per noi significa condivisione delle informazioni e confronto costante, hanno come obiettivo quello di proporre soluzioni e proposte per migliorare la qualità del costruito e delle nostre città». Si parte dalla consapevolezza, si fa sistema e si passa dalla visione all’azione.

Aldo Norsa, già docente Università IUAV Venezia, ha presentato in anteprima gli esiti del Report on the construction, architecture and engineering industry ricordando che «Brescia è rappresentata da 5 imprese tra i top 100 costruttori che pesano per l’1,4% sul fatturato totale, 6 società di architettura tra le maggiori 150 (4,8% della produzione) e una sola società di ingegneria. DVisionArchitecture si posiziona al secondo posto nel territorio, con una crescita di dieci posizioni rispetto alla classifica generale dell’anno scorso». L’analisi a cura della società Guamari comprende le prime 150 società architettura e ingegneria legate al mondo del costruito, con una diversificazione tematica per architettura, design, progettazione di oggetti e Made in Italy, e società che ad esempio progettano yacht di lusso e che inevitabilmente hanno notevoli risultati economici e riconoscibilità internazionale.

Gianpiero Venturini, direttore Itinerant Office, ideatore della pubblicazione Atlas of emerging practices racconta la sua esperienza di bresciano che lavora all’estero: «Sono di Brescia e mi sono laureato in architettura al Politecnico a Milano. Ho proseguito il mio percorso formativo e lavorativo all’estero tra Lisbona, Rio de Janeiro, Barcellona, Amsterdam, Londra e Tokio. Da qualche anno vivo a Madrid, dove attualmente svolgo la mia attività professionale. Itinerant Office, aperta nel 2012, ha come obiettivo principale quello di indagare il rapporto tra l’architettura e le altre discipline attraverso la realizzazione di progetti di ricerca di forme diverse: esposizioni, pubblicazioni, ricerche multidisciplinari, installazioni nello spazio pubblico, processi di partecipazione. Tra i progetti più significativi, Atlas of emerging practices: being an architect in the 21st century, una pubblicazione di circa 250 pagine, una riflessione su cosa significa essere architetti nel XXI secolo, per offrire strumenti utili a giovani architetti e neolaureati per muovere i primi passi. Ad una selezione di circa 100 studi emergenti, di oltre 20 paesi della comunità europea, è stato sottoposto un questionario su quattro temi principali: organizzazione, business, media e progetti. Sono state così analizzati formule organizzative, budget e modelli economici alternativi, forme di comunicazione da utilizzare per costruire una narrazione intorno al progetto. L’Italia è il Paese con il maggior numero di architetti e rappresentiamo il 25% del totale dei professionisti europei».

Marzia Bolpagni, laureata a Brescia in ingegneria edile e architettura, è BIM Advisor per MACE Londra, compagnia internazionale di consulenza di costruzioni, dove si occupa di redigere le strategie digitali per i maggiori clienti pubblici in Inghilterra, come il Ministero di Giustizia, di Difesa e dell’Educazione, e anche per committenze private. In occasione dell’iniziativa voluta da DVisionArchitecture, per portare allo stesso tavolo interlocutori con esperienze diverse e complementari, dal territorio anche alla scala internazionale, Bolpagni è intervenuta sul BIM che riguarda tutti e non solo gli esperti: «Se mi domandano di spiegare cos’è il BIM, dico sempre che la digitalizzazione del settore delle costruzioni riguarda tutti noi, per questo ci dobbiamo sentire partecipi di questa fase. Ognuno di noi, infatti, produce e gestisce informazioni nel proprio quotidiano, spesso però in modo non efficace perché non standardizzato né accessibile facilmente o condivisibile da tutti gli attori coinvolti. Quello che il BIM e la digitalizzazione ci chiamano a fare, è essere più efficienti nel modo in cui produciamo e gestiamo i dati, grazie ad un approccio digitale. Per quanto riguarda la situazione dell’Italia rispetto a questi temi - commenta - quello che a mio avviso manca è una strategia digitale comune, sebbene si siano realtà e iniziative eccellenti, che però rimangono isolate, oltre a un’adeguata meritocrazia che riconosca il talento al di là dell’età o di altri limiti. Auspico che in un prossimo futuro ci siano maggiore dialogo e volontà per creare un approccio comune come sistema Paese per esportare i servizi che ci caratterizzano, come la digitalizzazione per la sismica o la conservazione per i beni culturali».

Nel dibattito è intervenuto anche Massimo Deldossi, Presidente Ance Brescia, Deldossi costruzioni. «La filiera sta lavorando perché venga gestita una piattaforma per le costruzioni a livello europeo, con Federcostruzioni come guida. Oggi si recuperano tanti dati che in realtà sono solo report, perdendo tempo e soldi. La digitalizzazione riguarda i costruttori, ma affiancherei il termine Impresa 4.0, che comporta efficienza e ritorno immediato. Come Ance Brescia abbiamo già creato un portale bresciano dove creiamo condivisione dei dati del cantiere: un tentativo per ragionare con gli stessi principi».

Nel dialogo tra imprese e industria Giovanni Spatti, coordinatore AIB (Associazione Industriale Bresciana) e referente per Wood Beton, ha parlato di «edilizia industrializzata come chiave del cambiamento, perché garantisce un’ottima qualità del prodotto, la massima sicurezza per gli operatori, la riduzione dei tempi di montaggio e la certezza dei costi, che sono solo alcune delle caratteristiche dell’edilizia off-site. La digitalizzazione è una parte dell’innovazione, ed è difficile nelle costruzioni perché si tratta di un settore con capitali minimi. In Italia manca una strategia nazionale e se non ci sarà un forte incentivo economico a livello governativo verso l’industrializzazione edilizia faremo fatica. Il BIM è un mezzo, ma alla base deve rimanere la capacità di progettare». E come hanno confermato i professionisti coinvolti al tavolo, un conto è “bimmizzare” traducendo un progetto tradizionale in uno digitale, un altro è “progettare in BIM”.

Per Marco Libretti, di Innex Hub, associazione senza fini di lucro che ha lo scopo di rafforzare il livello di conoscenza e di consapevolezza delle imprese locali rispetto alle opportunità offerte dalla trasformazione digitale, è importante «condividere l’esperienza che è stata sviluppata in settori autonomi e diversi e invogliare ad applicare una specifica tecnologia. Con Ance cerchiamo di proporre progetti che possano mettere in comune le competenze della filiera, intendendo il dato come supporto al business».

Dalle infrastrutture al design, tendendo al centro il tema del progetto e della creatività come motore di cambiamento e controllo dell’innovazione, Sara Ferrari, Director and Founder di Sara Ferrari Design, designer di origine e formazione bresciana, mette al centro del concetto di innovazione la consapevolezza «Ogni progetto ha bisogno di un team specifico e dedicato. L’innovazione deve partire dalle persone e dalla consapevolezza: spesso nei miei progetti inserisco pratiche di mindfulness».

Armando Casella, socio fondatore di DVisionArchitecture e amministratore unico della società, parlando del punto di vista dei progettisti su architettura e digitalizzazione per le città del futuro, si è soffermato su tre concetti chiave: condivisone, controllo e ottimizzazione. Tra i progetti illustrati, di particolare interesse è la Nuova Scuola Politecnica, uno tra gli interventi più importanti per la città di Genova nei prossimi anni.

DVisionArchitecture, all'interno del Consorzio Progetto DVA, ha ricevuto l’incarico da EuroMilano di sviluppare il progetto urbanistico-edilizio, per il quale è in corso l'iter autorizzativo da parte della Regione Liguria e successivamente il progetto esecutivo per la gara d'appalto. Trattandosi di un'opera il cui valore supera i 100 milioni, l'attività comprende come previsto dal D.M. 560/2017, anche il coordinamento BIM. «Per spiegare alla filiera quali sono i vantaggi della digitalizzazione - ha commentato Casella - vale la pena riportare alcuni numeri che danno conto della dimensione della partita. Secondo il rapporto di Federcostruzioni, il giro d’affari all’anno è di 400 miliardi di euro e si stima che una digitalizzazione matura applicata al settore delle costruzioni porterebbe una diminuzione dei costi del 20%. Oggi qualcuno è partito, qualcuno è in attesa, c’è ancora da fare. Ognuno ha intrapreso un percorso autonomo e solitario. In D_VA lavoriamo da anni con il paradigma digitale, è la ragione di vita della nostra società e in questo contesto vogliamo proporre di iniziare un percorso condiviso con il territorio, lavorare alla definizione di un linguaggio comune per la digitalizzazione, in attesa di un piano nazionale in materia».


DVisionArchitecture breve profilo

DVisionArchitecture è una società di architettura e ingegneria con base a Brescia, formata da professionisti specializzati con competenze diversificate che si completano. Costituita nel 2015, ha iniziato la sua attività coniugando la progettazione architettonica con la digital engineering e lo sviluppo di procedure BIM, settore in cui ha anticipato il mercato facendosi conoscere. Oggi DVisionArchitecture lavora per clienti nazionali e internazionali, con commesse di rilievo, tra cui il progetto per la Scuola Politecnica di Genova per Euro Milano e quello per il polo formativo direzionale H-FARM per l’impresa Carron.