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Enermanagement XII, "Il 2020 si prospetta pieno di nuovi input per il mercato energetico"

Blockchain, mercato elettrico, sistema di gestione dell'energia, ISO 50001 e generazione distribuita, sono alcuni dei temi affrontati durante
Enermanagement XII, la conferenza organizzata dalla Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia (FIRE).

Blockchain nell'efficienza energetica, generazione distribuita, mercato dell'energia e la nuova ISO 50001, che si conferma strumento principe per le imprese.

Sono alcuni dei temi affrontati in occasione di Enermanagement 2019, che ha chiuso in positivo l'anno conferenziale della Federazione per l'uso razionale dell'energia (FIRE).

Gli indirizzi UE e politiche nazionali anticipano un 2020 pieno di nuovi input per il mercato energetico e per le azioni legate al concetto di “energy efficiency first”.

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ISO 50001: uno strumento potente per le imprese

Clean energy package: Daniele Forni, responsabile tecnico di FIRE, è partito proprio da questo per dare il via ai lavori conferenziali di Enermanagement XII.

«Questo è un momento importante per l’Italia - ha affermato Forni - perché il Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC), da approvare entro fine 2019, avrà obiettivi ambiziosi al 2030 che potrebbero portare a investimenti di circa 30/40 milioni di euro all' anno, per i prossimi anni, con una crescita dello 0,3 0,4 per cento circa secondo le proiezioni di Confindustria».

Tale contesto fa da culla a uno strumento forte quale è il sistema di gestione dell’energia (SGE), che diventa sempre più interessante e vantaggioso.

Non a caso i tre premi Energy manager 2019 e le due menzioni speciali assegnate a fine giornata, sono stati dati ad aziende che hanno, tra le altre attività, adottato in maniera incisiva un sistema di gestione dell’energia.

Un SGE, infatti, richiede l’impegno e il sostegno della direzione, il collegamento fra la gestione dell’energia e le altre funzioni aziendali, verso l’alto e verso il basso, facilitando comunicazione e collaborazione. I benefici apportati da un sistema di gestione dell’energia sono tanti e determinanti per le aziende e la nuova ISO 50001:2018, con la High Level Structure (HLS) permette l’eliminazione delle sovrapposizioni, la creazione di sinergie, l'ottimizzazione dei tempi e dei costi, la facilitazione della digitalizzazione e l'integrazione dei processi.

L’applicazione della ISO 50001 può aiutare a identificare altri benefici collegati all’efficienza energetica, che possono avere un peso importante nelle scelte dell’organizzazione, se correttamente presentati alle funzioni aziendali e ai decisori.

Su questo aspetto FIRE ha portato avanti diverse attività, tra le quali il progetto europeo M-Benefits, che svilupperà un toolkit per aiutare le imprese a identificare e valorizzare i benefici multipli dell’efficienza energetica.

La ISO 50001 e il procurement

Le tecnologie efficienti richiedono un investimento iniziale più elevato rispetto a quelle convenzionali, che si ripaga grazie al minor costo nel corso della loro vita utile. Spesso però manca la certezza che vi sarà effettivamente il risparmio progettato. Anche su questo la Federazione sta lavorando, promuovendo a esempio, il modello ESI, che riduce il rischio d’investimento, permettendo di garantire e assicurare il risparmio anche per investimenti a partire da 60.000€.

Infine si segnala ICCEE, progetto iniziato da alcuni mesi, su cui FIRE è impegnata, che ha come obiettivo quello di incrementare l’efficienza energetica nelle PMI che operano nella catena del freddo del settore alimentare, grazie a un approccio olistico che include l’analisi LCA e LCC per ottimizzare l’intera catena.

Enermanagement XII: case history e tecnologie innovative

Durante le sessioni della conferenza si è parlato di mercato dell’energia, generazione distribuita, intelligenza artificiale, industria 4.0, automazione e tecnologie al servizio della mobilità elettrica. 

Parlando di Big Data, secondo Pier Luigi Zilio, energy efficiency BD manager di Hitachi «l’Energy manager dovrà saper analizzare i dati legati al mondo dell’energia e a quello della produzione e dovrà essere capace di andare verso una digital factory dove i big data saranno il protocollo di comunicazione tra i vari insiemi che compongono l’ente industria».

Per Marco Rossi, energy efficiency specialist di Viessmann «è in atto una forte elettrificazione dei sistemi ed è importante appoggiarsi a partner tecnologici in grado di avere una visione globale».

L'energy manager è coinvolto anche sul fronte della mobilità sostenibile. Come sottolineato da Luigi Igor Rota di Gewiss «la mobilità elettrica è tra le richieste più ricorrenti e Gewiss, e-mobility provider, si pone sul mercato come fornitore unico dell'intero pacchetto dei servizi».

Il futuro del mercato elettrico

A Enermanagement si è parlato anche del futuro mercato elettrico, con un ruolo ancor più importante del prosumer.

Marco Pezzaglia di CPE ha spiegato sia come stanno evolvendo i sistemi di utenza alla vigilia dei recepimenti della Direttiva (UE) 2018/2001, con i temi dell’autoconsumo singolo e collettivo di fonti rinnovabili, sia della Direttiva (UE) 2019/944 sull’utente attivo, le Comunità dell’energia dei cittadini e i sistemi di distribuzione chiusi.

Lorenzo Tuzzolo di FIRE ha poi parlato di Blockchain e più in generale di distributed ledger e delle possibili applicazioni nel campo dell’energia e dell’efficienza energetica.

Un esempio può essere lo scambio di energia e le relative “micro-transazioni” tra soggetti appartenenti alla stessa comunità energetica, come un condominio o un sistema di ricarica di veicoli elettrici, così come delineato dalla Direttiva sulle fonti rinnovabili.

Il progetto ESI Europe, di cui FIRE è parte, utilizzerà un database fondato su blockchain per aumentare trasparenza, fiducia e affidabilità dei dati di interventi di efficienza energetica.

I temi dell’emission Trading e dell’economia circolare sono stati affrontati da Sebastiano Serra del MATTM e da Valentina Fantin di ENEA. Quest’ultima ha parlato dell’eco-innovazione delle imprese: eco-innovazione di prodotto (LCA, ecodesign, etichettatura ambientale), eco-innovazione di processo e di sistema (simbiosi industriale, diagnosi delle risorse, nuovi modelli di business). Questo iter spinge le aziende verso l’approvvigionamento sostenibile e programmabile di materie prime, l’aumento di competitività e innovazione e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Premio Energy Manager 2019

A conclusione della giornata Maurizio Melis di Radio 24, Giuseppe Tomassetti vice presidente FIRE e Marco Memoli di Viessmann, hanno premiato i tre miglior Energy manager 2019: Giovanni Silva di Gruppo Gavio, Giorgina Negro di Iveco, Claudio Palmieri di Gruppo Hera.

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La Federazione ha deciso di attribuire anche due menzioni speciali a Giuseppe Rizzi di Acquedotto Pugliese ed a Maurizio Della Fornace dell’Agenzia Spaziale Europea in quanto public company che si sono distinte per le attività svolte.

I premi sono stati attribuiti tenendo presente criteri come la certificazione EGE dell’energy manager, l’adozione di un sistema di gestione dell’energia, l’impiego di un sistema di monitoraggio e/o automazione esteso ai centri di consumo più significativi e la realizzazione di diversi interventi di miglioramento dell’efficienza energetica.

«La figura dell’energy manager, così come si è sviluppata in Italia in questi tre decenni a partire dal 1991, ha avuto una funzione strategica per l'evoluzione dell’uso dell’energia nelle grandi imprese - ha commentato Giuseppe Tomassetti, vicepresidente della FIRE in occasione dell’assegnazione del premio - un ruolo che abbraccia gli aspetti di riduzione dei costi e rappresenta un canale di crescita dell’impresa in una competizione sempre più interconnessa».

«L’energy manager ha basicamente il compito d'individuare le azioni per usare meglio l’energia, attraverso interventi di riqualificazione energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili e cogenerazione - ha aggiunto - e di fare in modo che l’impresa li faccia propri.

Soprattutto, se inserito nell’ambito di un sistema di gestione dell’energia (ISO 50001), l’energy manager nel tempo acquisisce sia la capacità di aiutare gli imprenditori a individuare nuove opportunità di business nell’ambito della green economy e della richiesta di prodotti e servizi a minore impatto energetico e ambientale, sia di coinvolgere i dipendenti aziendali in questa trasformazione».

«Gli impegni che I’Italia ha preso negli accordi per il controllo del clima da semplici vincoli possono divenire occasioni di crescita di ruolo - ha concluso - i premi assegnati oggi sottolineano l’opera di alcuni energy manager provenienti da diversi settori e confidiamo che possano stimolare sempre più imprese a dare spazio e risorse a energy manager preparati e qualificati».


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