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CERTing «Il mio obiettivo? Certificare tutti gli ingegneri dello studio»

L'intervista all'ingegnere Daniele Pardini che è in attesa della terza certificazione CERTing

La prima, la seconda e la terza in fase di rilascio.

Daniele Pardini, 40 anni, ingegnere e socio dello Studio INTRE di Lucca, ha all’attivo due certificazioni CERTing ed è in attesa che gli venga rilasciata quella in esperto in sistemi edilizi, specializzato in “controllo della progettazione” per l’attività di Verifica del Progetto ai fini della Validazione. 

Ma il vero obiettivo è “certificare” tutti gli ingegneri dello studio INTRE.

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La certificazione CERTing: «Una garanzia in più per il cliente»

Ing. Pardini, nel 2018 è stato certificato ingegnere specializzato in Sicurezza nei cantieri temporanei o mobili (livello CERTing Advanced), il 12 marzo scorso è arrivata la certificazione in ecoprogettazione ed è in attesa della terza. Perché tre certificazioni? 

«Personalmente e come studio riteniamo che le certificazioni siano importanti: in un contesto dove le normative sono sempre in evoluzione, un’organizzazione precisa, efficiente e anche certificata è sicuramente una garanzia maggiore che si può dare al cliente. Una convinzione che parte da lontano perché è dal 2011 che, a esempio, siamo certificati ISO 9001:2008. Al momento sto aspettando che mi venga rilasciata la certificazione di ingegnere esperto in “controllo della progettazione” che, tra l’altro, il mio socio Valerio Marchini, ha già da settembre dell’anno scorso».

Come le stanno tornando utili la certificazioni? 

«Parlando con i clienti le potrei dire che sono molto utili ma da Ingegnere le devo rispondere che non è possibile “misurare” gli effetti, di sicuro è un riconoscimento di cui il cliente tiene conto nel momento in cui deve scegliere il professionista a cui affidare l’incarico: si tratta di una certificazione “extra” che va oltre il percorso di studio e formativo, sicuramente è un vantaggio. In alcune occasioni, è successo che i clienti mi chiedessero di partecipare a gare pubbliche in quanto ingegnere certificato CERTing nell’ambito della sicurezza dei cantieri per proporre in sede di offerta economicamente più vantaggiosa un consulente in più per il controllo del sicurezza in cantiere».

Qualche giorno fa è arrivata la certificazione in ecoprogettazione, a cosa è dovuta questa scelta?

«Per la progettazione di Edifici Pubblici, sia manutenzioni che nuove costruzioni, dobbiamo rispettare il Decreto Ministeriale inerente i Criteri ambientali minimi in Edilizia, che al punto 2.6.1, dice espressamente che la stazione appaltante nella scelta del professionista da incaricare deve attribuire “un punteggio premiante” al team in cui è presente un professionista certificato da un organismo di valutazione della conformità secondo la norma internazionale ISO/IEC 17024 o equivalente, che applica uno dei protocolli di sostenibilità degli edifici nazionali o internazionali, come a esempio Bream, CasaClima, Itaca, Leed e Well. La certificazione CERTing in ecoprogettazione risponde ai dettami del decreto, dunque ottenerla significa partecipare alle gare con un punteggio in partenza superiore rispetto a chi non la possiede».

Come si sono svolti i colloqui?

«Bene, ma occorre andare preparati, i valutatori controllano accuratamente i progetti presentati dal candidato e interrogano con domande specifiche sulla materia che ovviamente richiedono la conoscenza delle norme. Il livello richiesto è alto, come è giusto che sia essendo un'Agenzia del Consiglio Nazionale degli Ingegneri».

Le certificazioni hanno una durata di tre anni, pensa di rinnovarle?

«Assolutamente sì e penso di prenderne altre, come quella di ingegnere esperto nel campo della diagnosi energetica essendo un settore in evoluzione».

E gli altri colleghi dello studio? Anche loro sono certificati? 

«L’obiettivo è che tutti i colleghi ingegneri di Studio Intre siano certificati CERTing, non esiste una certificazione analoga nelle altre professioni tecniche, il cliente che si affida a noi deve poter trovare tutti gli ingegneri certificati, ovviamente in rami diversi perché il futuro è la multidisciplinarità».